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Suzuki V-Strom 1000 ABS - TEST

Una vera 1000 da 101 CV che conquista per equilibrio e facilità di guida… e al giusto prezzo: da 12.490 euro

Moto - Test: Suzuki V-Strom 1000 ABS - TEST

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Finalmente qualcuno ha pensato che non era necessario inseguire le mode del momento a suon di cavallerie furibonde e quintalate di elettronica, mascherando con manubri alti, manopole riscaldate e borse laterali moto dalle prestazioni che farebbero impallidire anche Kenny Roberts! Questa nuova Suzuki V-Strom 1000 ABS, in chiave moderna, ha un look più personale rispetto al precedente modello e che strizza l’occhio al passato della Casa giapponese targato "DR". In quanto a prestazioni ambisce invece ad essere una genuina e sana via di mezzo, tra le molto apprezzate 650/800 cc e le ormai stellari (anche come prezzi) 1200 cc, dimostrando che con 101 CV ci si può benissimo sedere al tavolo delle maxi enduro-stradali offrendo però un equilibrio e una semplicità invidiabili. Vogliamo parlare del prezzo di questa V-Strom 1000 ABS? Con 12.490 euro vi portate a casa una vera "mille" di sostanza, mentre con 13.590 euro la vocazione al turismo è ancora più accentuata nella versione 3L, dotata del tris di borse dalla capacità totale di 90 litri. In allestimento standard l’abbiamo provata per voi sulle strade della Liguria: volete sapere come si è comportata?

LOOK: UN BECCO… BIG!
Look, design, linee, potremmo elucubrare sullo stile di questa 1000 per ore, ma alla fine dobbiamo forzatamente parlare del becco, e solo di quello. Se infatti globalmente la moto è compatta (incredibilmente compatta rispetto ad alcune), ben proporzionata e costruita con materiali di pregio (l’alluminio per esempio è nel telaio, ma anche in alcune finiture), la "questione becco" potrebbe essere più spinosa da digerire a freddo, senza conoscere il passato di Suzuki. Correva infatti l’anno 1988 quando la Casa di Hamamatsu, dopo aver "vestito" le sue enduro, presenta la DR 750 S BIG, dove con "Big" non si nascondono le ambizioni della DR dove tutto (rispetto alle antenate) è più grande. Il becco è stato parte dello stile Suzuki fino al 2002 quando il debutto della V-Strom 1000 capovolse nuovamente le cose. Ora, la nuova V-Strom 1000 2014 strizza l’occhio al passato ma ascoltando al contempo le richieste della clientela che, negli ultimi 12 anni, aveva caldeggiato in un nuovo modello magari più compatto negli ingombri e dinamico nelle linee. E così è stato!

ACCESSORI E COLORI: QUELLO CHE MANCAVA
Da sempre ricercati dalla clientela, spesso costretta a rivolgersi ad aziende specializzate, gli accessori Ufficiali Suzuki finalmente arrivano su questo modello, e in buona quantità. Chi è interessato a rendere davvero globetrotter la propria V-Strom potrà infatti equipaggiarla, per esempio, con: tris di borse laterali (di serie sulla versione 3L), dalla capacità di 26+29+35 litri (in arrivo anche un topcase da 55 litri), sella ribassata e/o rialzata (-35 mm o +30 mm), manopole riscaldate, borsa da serbatoio, cupolino maggiorato, cavalletto centrale, estensione per cavalletto laterale, paramotore laterale tubolare, due tipi di paramotore, faretti di profondità e, naturalmente, le immancabili frecce a Led.
Per quel che concerne le colorazioni, da subito saranno tre quelle disponibili: rosso, bianco e nero. Se invece siete incuriositi dalla più inedita tinta sabbia - denominata "khaki" - bisogna aspettare fino a marzo.

MOTORE: LA CARICA DEI 101
Anche se apparentemente la nuova V-Strom 1000 condivide la meccanica di base col modello 2002, in realtà il nuovo modello offre modifiche molto estese. Il motore bicilindrico a V (90°) con distribuzione DOHC da 1.037 cc è stato riprogettato in quasi tutte le sue componenti al fine di rendere ancora più coinvolgente la vocazione da turismo di questa moto. Con questo scopo l'alesaggio di pistoni (progettati con l'utilizzo dell’analisi FEM ma dal peso invariato) passa da 98 a 100 mm aumentando la cilindrata da 996 cc a 1.037 cc, mentre le fasce elastiche, più sottili, riducono l’attrito del 15%. Le candele ora sono all'Iridio (due per ogni cilindro), mentre il trattamento SCEM (Suzuki Composite Electrochemical Material - SCEM - dei cilindri dovrebbe ridurre gli attriti migliorando la dissipazione del calore. Tutte queste modifiche hanno permesso di incrementare lievemente la potenza fino a 101 CV (74 kw) a 8.000 giri/min, mentre la coppia è di 103 Nm a 4.000 giri/min. Il consumo di carburante dichiarato dalla casa è, nel ciclo misto di prova WMTC del 16% inferiore al modello precedente con una percorrenza di 20,9 km/litro.

ALLUMINIO, ABS E TRACTION CONTROL
Lo step evolutivo rispetto alla serie precedente ricade anche nella ciclistica che in alcuni dettagli si differenzia totalmente dal passato. Il telaio per esempio è un doppio trave in alluminio che, rispetto al modello 2002, è stato irrigidito e reso più leggero di circa il 13%. Pur rimanendo compatto rispetto ad alcuni concorrenti, l’interasse passa da 1.535 a 1.555 mm, mentre a ridursi è l’angolo del canotto di sterzo che riduce la sua avancorsa da 111 mm a 109 mm. Un deciso passo in avanti lo fanno anche le sospensioni, con una forcella anteriore a steli rovesciati da 43 mm totalmente regolabile, mentre l’ammortizzatore posteriore è di tipo tradizionale, ma anch’esso regolabile grazie all’apposita manopola. Molto specialistico è risultato essere l’impianto frenante: all’anteriore troviamo infatti due dischi da 310 mm con pinze Tokico ed attacco radiale, mentre al posteriore la pinza Nissin morde un disco da 260 mm. L’ABS, di tipo Bosch 9.0, ora è di serie e, a sottolineare la vocazione stradale di questa nuova V-Strom 1000, non è disinseribile; il Traction Control è invece disinseribile oppure utilizzabile con due differenti mappe, una più invasiva TC2 (indicata per l’asfalto bagnato) e una più "permissiva", TC1. Le ruote sono da 19 pollici all’anteriore (pneumatici 110/80 R19) e da 17 pollici al posteriore (pneumatici 150/70 R17).

IL NOSTRO TEST

Crescono come funghi, ogni anno il marketing o le mode ne battezzano uno nuovo e, anche questa volta, sembrava che fosse stato creato l’ennesimo inedito segmento. Quando infatti abbiamo sentito che Suzuki descriveva la sua nuova V-Strom come una "Sport Enduro Touring" non l’avevamo ancora guidata: solo dopo una giornata per le strade della Liguria abbiamo capito che ad Hamamatsu non hanno inventato l’ennesima nuova categoria, ma semplicemente hanno definito la loro ultima creatura.
La nuova V-Strom infatti ti mette a suo agio già a motore spento, con una posizione di guida esemplare (tester alto 175 cm) grazie a una triangolazione manubrio-sella-pedane ben fatta; grande attenzione è stata poi dedicata al passeggero che non può proprio lamentarsi grazie ad un ampia porzione di sella ben imbottita e a due maniglioni che offrono un comodo appiglio. I comandi sono ben raggiungibili e dal semplice utilizzo, mentre la strumentazione (sempre chiara, grazie anche alla regolazione automatica della luminosità) è molto completa e, finalmente, offre di serie il contamarce.

In movimento la V-Strom 1000 esprime il suo grande equilibrio sin dai primi chilometri, con uno sterzo leggero al punto giusto e inserimenti rapidi grazie anche alle ruote che hanno mantenuto la dimensione-icona delle vere on-off: 110 davanti e 150 dietro. Qualche incertezza rispetto al modello 2002 si potrà riscontrare solamente nei tornanti più stretti a causa dell’interesse non proprio da motard, ma l’ottimo telaio in alluminio e una buona distribuzione dei pesi vi faranno passare presto i cattivi pensieri. E a proposito di pesi: grazie ai suoi 228 kg in ordine di marcia (dato dichiarato dal Costruttore), la V-Strom 1000 le batte tutte in quanto a peso-forma, dimostrandosi una vera via di mezzo tra le 800 e le 1200 cc anche in fatto di massa da gestire. La stabiltà di questa 1000 emerge però sul veloce dove l’ottimo assetto (ricordiamo, pluriregoabile sia davanti che dietro) rende i 101 CV del V2 giapponese, ideali. L’erogazione è molto corposa ai regimi medio-bassi, un vero toccasana nel misto stretto o quando si viaggia magari in coppia e con la moto carica; qualcosa in più ci si sarebbe invece aspettato dall’allungo, che rimane comunque appropriato all’indole di questa maxi on-off.
Se lo si osserva da fermo, l’impianto frenante sembra appartenere a ben altra tipologia di moto. L’attacco radiale con pinze Tokico all’anteriore risulta essere tanto bello da vedere quanto efficace nella guida: anche se si hanno velleità lievemente sportive questi freni non vi deluderanno nemmeno su asfalto bagnato, grazie all’ottimo apporto del sistema ABS by Bosch offerto di serie.

Nei lunghi trasferimenti autostradali l’unica pecca che potreste riscontrare non sono le vibrazioni, mediamente contenute, ma la protettività del cupolino di serie il quale, sebbene sia regolabile in altezza (ma serve la brugola) e in inclinazione grazie ad un ingegnoso sistema a molla brevettato da Suzuki, non offre un riparo ottimale. Se tangenziali e autostrade sono il vostro pane quotidiano consigliamo di acquistare il cupolino maggiorato offerto come optional.


In questo test abbiamo utilizzato:
Casco: X-Lite X-551
Paraschiena: Dainese
Completo: Dainese
Stivali: Dainese

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