Per Carlos Checa inizia una nuova vita, senza più tuta addosso anche se oggi ha ricevuto alla Nolan un casco celebrativo per la sua lunghissima carriera. Lo spagnolo in questi giorni si sta riprendendo dagli infortuni e decidendo quale sarà il suo futuro, che sarà ancora legato alla Ducati. “Fisicamente non va male, da una decina di giorni cammino senza stampelle anche se sento ancora qualche fastidio – dice- Ci vorrà un po’ di tempo ancora, ma non ho fretta. Mi allenerò nel modo giusto per guarire nel miglior modo, non ho impegni che mi attendono”.
Non è stato il miglior modo per finire una carriera.
“Non si può mai sapere. Quando hai già in mente di fermarti e affronti un anno così difficile, poco emozionante dal punto di vista sportivo e duro da quello fisico, è più facile scegliere. Da un parte per me è stato facile dire basta, dall’altra sarebbe stato meglio ritirarsi vincendo. Però con il tempo, i momenti peggiori li dimenticherò e rimarranno quelle belle”.
L’emozione più bella della tua carriera qual è stata?
“Sicuramente quando ho vinto il mondiale, tutto quell’anno è stato bellissimo e indimenticabile”.
Il momento più brutto, invece?
“Sono sempre gli infortuni. Quello in Inghilterra nel 1998 soprattutto, più che quello di quest’anno”.
Molti piloti dopo il ritiro, come Stoner o Bayliss, scelgono di fare il collaudatore. Ci stai pensando?
“Per adesso no. Continuerò a collaborare con Ducati come loro ambasciatore e anche con Nolan, non voglio nient’altro per adesso. Andare in moto mi piace ancora, faccio enduro e trial con i miei amici, ma per quando riguarda gare o test per il momento dico di no”.
Parliamo della Panigale, cosa le manca?
“La potenza, quello è l’aspetto dove abbiamo sofferto di più. So che sull’elettronica hanno lavorato, ma andava già bene. Il problema della ciclistica è che quando mancano i cavalli la devi stressare troppo, altrimenti non è male. Il bicilindrico soffre nei confronti dei quattro cilindri, sono cresciuti molto e le gomme ora sopportano tutta la loro potenza”.
Con l’introduzione delle Evo le cose cambieranno?
“Penso che sia una buona idea. Le moto costeranno meno e non saranno troppo diverse. La tecnologia non è quella che rende belle le gare, invece il contenimento dei costi in questo momento sì. Potranno esserci molti mezzi a un livello simile tra loro e quindi sarà un campionato più bilanciato e più facilmente raggiungibile per molti”.
Come hai reagito all’arrivo di Dall’Igna in Ducati?
“Penso sia una buona notizia, perché Gigi è una persona che conosce molto bene il mondo delle corse ed è molto determinato. Vedremo cosa riuscirà a cambiare, però credo in questa mossa”.
Nel motomondiale dominano gli spagnoli, come mai?
“La Spagna ha lavorato bene iniziando una decina di anni fa e adesso sta raccogliendo i frutti. Ha preparato e fatto arrivare a un livello altissimo piloti come Marquez. Non è una cosa che si fa in un giorno ma in anni, partendo dalle categorie più basse e mettendoci molto impegno”.
Marquez ha stupito anche te?
“Ci conosciamo e credo che abbia sorpreso tutto il mondo. Penso sia il pilota più completo degli ultimi anni, battere Lorenzo non è una cosa facile, anzi è una sfida incredibile da vincere. È vero che guidava una Honda, ma quello che ha fatto è stato sorprendente”.
Quali sono i tuoi programmi per le feste?
“Non potrò andare a sciare, ma andrò appena le mie condizioni fisiche me lo permetteranno. Voglio stare tranquillo e dedicare tempo alla mia famiglia, stare con mio padre e mia madre. Poi andrò a Londra”.
Adesso hai tempo anche per farti una tua famiglia, magari dei figli.
“Ora vedo tutto con altri occhi, si vedrà (ride)”.