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MotoGP, I Top e i Flop 2013: Jorge Lorenzo

Il maiorchino è il più vincente, ma ha pagato a caro prezzo le cadute

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La lotta per difendere il trono faticosamente conquistato nel 2012 si è protratta fino agli ultimi chilometri, ma Jorge Lorenzo ha infine dovuto abdicare. Oltre al danno, la beffa di vedere la corona finire sul giovane capo di un suo connazionale, Marc Marquez, che fino a poco tempo fa rappresentava un ammiratore piuttosto che un rivale. Lo spartano di Maiorca ha avuto comunque il merito di prolungare una lotta che, dopo Sepang (-43), sembrava irrimediabilmente chiusa, confermando le proprie qualità sia dal punto mentale che tecnico.

IL TOP – Lorenzo ha vinto otto gare nel 2013, incluse le ultime tre, alle quali vanno aggiunti sei ulteriori podi. Su diciotto Gran Premi, le squadre ufficiali di Honda e Yamaha si sono divise equamente il bottino (9 a testa), ma internamente il computo è 6 (Marquez) a 3 (Pedrosa) in Honda e 8 (Lorenzo) a 1 (Rossi) in Yamaha. L'età non ha certo giocato a favore di Rossi, ma i numeri sopracitati servono soprattutto a evidenziare come il maiorchino abbia retto quasi esclusivamente da solo i vessilli della Casa di Iwata, vincendo una sola gara in meno di Marquez e Pedrosa insieme.

Molti di questi successi sono arrivati in maniera rocambolesca, arricchendo e non di poco la tradizione epica del motomondiale. Basti pensare, per esempio, all'ultimo giro di Silverstone o alla prova di forza di Motegi, nella tana del leone Honda. Eppure, ironicamente, quella che è forse la gara più bella di Lorenzo si è conclusa con un quinto posto. Ad Assen, nonostante una clavicola rotta il giovedì in prova, Lorenzo strinse i denti al sabato restando addirittura nel gruppo dei primi nelle prime fasi della gara ed arrivando al traguardo stremato, con il volto rigato da lacrime a metà tra la gioia ed il dolore, riuscendo (meritatamente) a strappare l'ovazione del pubblico nonostante la storica vittoria di Rossi.

IL FLOP – Dopo aver scalato l'Olimpo per compiere il miracolo agonistico della stagione, Lorenzo è però sprofondato negli inferi. Errare è umano, perseverare diabolico, e gli dei delle due ruote hanno deciso di punire la tracotanza dello spagnolo severamente nella gara successiva, al Sachsenring.

A pochi minuti dall'inizio del secondo turno di prove libere, Lorenzo aveva già acceso una serie di caschi rossi sui monitor. Il pilota Yamaha stava sfrecciando velocissimo e fiducioso, anche troppo, nel toboga sassone, quando la sua M1 lo ha scaraventato in aria alla curva 11. L'atterraggio non è però stato pirotecnico come il decollo, concludendosi nel peggiore dei modi: un impatto sulla clavicola operata due settimane costringe Lorenzo a saltare il GP e presentarsi a Laguna Seca ben lontano dalla forma ottimale.

Con l'onestà intellettuale dei campioni maturi, il maiorchino si è assunto la responsabilità e rimboccato le maniche, senza mai smettere di lottare nonostante una moto, a detta di molti, leggermente inferiore alla Honda. Con cinque vittorie nella seconda metà di stagione (nove gare), ha avuto il merito di tenere desta l'attenzione degli spettatori dopo che Marquez sembrava destinato ad una semplice parata. Lucido a Phillip Island, sorprendente a Motegi, duro a Valencia, lo spagnolo ha tirato fuori ogni trucco possibile dalla valigetta. Non è bastato, anche se per soli quattro punti, e di recente è arrivato un appello a Iwata per inventarsi qualche magia a livello di elettronica e motore prima dei test di Sepang.

Ne avrà bisogno, perché dall'altro lato del palco c'è un prodigio che sta rapidamente diventando l'idolo della folla (aspetto sotto il quale, a voler trovare il pelo nell'uovo, Lorenzo non ha mai eccelso). Se Yamaha non fosse però in grado di soddisfare le sue richieste, con tutti i contratti dei top-rider in scadenza, c'è già chi sogna una sfida tra Lorenzo e Marquez in Honda. Il neo-campione, almeno a parole, non ha snobbato l'idea… Nel frattempo, non resta che godersi i prossimi atti di quella che sembra essere destinata a diventare una sfida quantomai infuocata.

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