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MotoGP, I Top e i Flop 2013: Ducati, anno zero

Nessuna vittoria ed un solo podio tra MotoGP e SBK, ma la rivoluzione è innescata

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Il primo anno di Ducati Corse sotto l'egida del gruppo Audi era cominciato con grandi aspettative. La Casa di Borgo Panigale, dopo la fine del matrimonio mai sbocciato con Valentino Rossi, si presentava ai cancelli di partenza con Andrea Dovizioso, pilota dalle fini doti di collaudatore, chiamato a curare le ferite della Desmosedici. In Superbike, invece, una generale curiosità circondava la 1199 Panigale al debutto ufficiale in classe regina nelle mani dell'ex-iridato Carlos Checa (affiancato da Ayrton Badovini) con il supporto di una squadra prestigiosa come Alstare.

I risultati, purtroppo (anche perché sempre di un marchio italiano si tratta), hanno invece deluso anche i più modesti pronostici. Nessuna vittoria tra MotoGP e SBK, ed un solo podio, tra le derivate di serie, con il terzo posto di Ayrton Badovini a Mosca. Solo qualche barlume di speranza, acceso a intermittenza tra i due campionati salvo poi essere spietatamente estinto dal vento in poppa delle squadre rivali.

IL TOP – Difficile salvare qualcosa della stagione appena conclusa, se non dal punto di vista delle vendite, che procedono a gonfie vele nonostante la crisi grazie alla spinta dei mercati extra-europei grazie anche all'appeal indiscusso del marchio. Se in MotoGP il miglior risultato è stato il quarto posto di Dovizioso a Le Mans (guarda caso sotto la pioggia), anche la SBK, storicamente terra di conquista della Rossa, i sorrisi si sono visti con il contagocce. Oltre all'unico podio già citato, restano le due Superpole, una di Checa al round d'esordio e l'altra di Badovini al Nürburgring.

Nonostante le tante gare in salita, resta però la sensazione che la 1199 non abbia ancora espresso pienamente il proprio potenziale. Nei test post-campionato di Jerez ed Aragon, sia Davide Giugliano che Chaz Davies non hanno sfigurato al cospetto della concorrenza, dando una fondamentale iniezione di fiducia alla squadra. Resta del lavoro da fare, indubbiamente, ma con l'aiuto di una struttura collaudata come Feel Racing c'è da scommettere in un miglioramento.

Diverso il discorso per quanto riguarda il motomondiale, dove, a voler vedere il proverbiale bicchiere mezzo pieno, l'arrivo di Dall'Igna può rappresentare una svolta epocale. L'ingegnere veneto ha spremuto fino all'ultima goccia un budget tutto sommato ridotto per dare vita ad una CRT in grado di mettere il sale sulla coda ai prototipi più lenti (ironia della sorte, quasi sempre le D16), ed il suo bagaglio tecnico e carisma gestionale potrebbero rappresentare la scintilla necessaria a riportare in alto la moto emiliana. Forse non immediatamente, ma presto. Anche perché lo sponsor tabaccaio non può aspettare. Accolto di buon grado dagli addetti ai lavori anche l'ingaggio di Cal Crutchlow, forse ancora non un "top rider" a tutti gli effetti, ma sicuramente il miglior "free agent" disponibile sul mercato.

IL FLOP – Rispetto al 2012, il team ufficiale in MotoGP ha realizzato 19 punti in meno (266 contro 285). Dovizioso ha chiuso come primo ducatista nella classifica iridata, in ottava posizione assoluta (contro il sesto posto di Rossi l'anno precedente). Riassumendo statistiche e dichiarazioni dei piloti, la competitività della moto è rimasta pressoché invariata, mentre la concorrenza ha fatto passi avanti. Un copione amaro, che necessita una revisione massiccia da parte di nuove "penne". La calligrafia di Dall'Igna è ben riconoscibile, ma servirà un lavoro collettivo per trovare un lieto fine.

In SBK, poi, Ducati ha vissuto il peggior anno di sempre. Mai, in 26 anni di blasonata storia, la Rossa aveva mancato l'appuntamento con la vittoria. Tra cadute, infortuni, e polemiche tra Alstare e gli uomini interni, la Panigale non ha mai brillato, salvo che in configurazione Stock. L'immagine più amara resta quella di un claudicante Checa che si presenta in hospitality a Jerez in stampelle (era da poco stato operato all'anca) per annunciare il ritiro dopo una stagione passata quasi più in infermeria che in pista.

Per usare un eufemismo, la politica di "evoluzione, a piccoli passi" promossa da Gobmeier non si è rivelata efficace, tanto che lo stesso Direttore Generale teutonico è stato rimosso dal proprio incarico per lasciare spazio a Gigi Dall'Igna. Al veneto proveniente da Aprilia è stata data carta bianca per una ristrutturazione interna che ha tutta l'aria di una rivoluzione. Dietro le trincee si è appena incominciato a serrare i ranghi e riassegnare le truppe, ma per lo meno si evince una netta volontà di cambiamento.

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