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SBK, I Top e i Flop 2013: Sykes vs. Laverty

Anno pressoché perfetto per Mr. Superpole, l'irlandese vince tanto ma paga gli errori

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Tom Sykes e Eugene Laverty, amici fuori dal paddock, hanno incrociato traiettorie e destini in pista nel campionato Superbike da poco concluso. Oltre alla lingua natia, i due condividono lo stesso numero di vittorie nel 2013 – nove – ma sorti quasi diametralmente opposte.

Sykes ha centrato il primo titolo in carriera, riportando la Kawasaki sul tetto del mondo dopo vent'anni di digiuno tra le derivate di serie. Laverty, vice-campione, ha mancato il bersaglio a causa di alcune disattenzioni (e un po' di sfortuna) nonostante la moto verosimilmente migliore del lotto, che si è visto peraltro soffiare da Marco Melandri – un avversario piegato nettamente nella classifica finale – per poi migrare forzatamente verso la meno competitiva Suzuki.

IL TOP – Dopo un 2012 amaro ma ricco comunque di soddisfazioni, Sykes si presentava ai cancelli di apertura della stagione finalmente privo dell'etichetta di perenne "underdog". O quasi. Perché l'assenza di Max Biaggi, unico ad averlo piegato e per giunta di solo mezzo punto, lasciava sí un vuoto importante, ma i dubbi sull'efficienza sulla lunga distanza e sulla tenuta mentale del britannico rimanevano legittimi.

I primi indizi sembravano dar ragione ai detrattori del dinoccolato pilota di Huddersfield. Una caduta in prova a Phillip Island e conseguenti fratture al polso e costole gli avevano impedito di andare oltre due quinti posti all'esordio. Complice la lunga pausa prima del rientro in Europa, propizia per rimettere in forma mente e corpo, "Mr. Superpole" ha dato comunque la prima risposta già ad Aragon, conquistando la pole position. La prima vittoria è arrivata invece al GP successivo, ad Assen, ma Sykes ha dovuto remare controcorrente fino a Donington. Davanti al pubblico di casa, il pilota Kawasaki si è sbloccato con il cosiddetto "hat trick" (o cappotto, per dirla all'italiana): pole position, giro veloce in gara, e doppietta.

Da lì in poi, il britannico ha cominciato ad erodere lentamente il vantaggio di Guintoli, superato inizialmente ad Imola e poi definitivamente in Germania. Il bottino finale ammonta a 18 podi in totale, 13 giri veloci in gara (su 27 in palio), otto Superpole, e 255 giri al comando (più del doppio di Laverty, secondo in questa classifica). Difendere un titolo è diverso da conquistarlo, ma visti i segnali lanciati nei test di Jerez (assente ad Aragon per assistere alla nascita della figlia), Sykes sembra sulla buona strada.

IL FLOP – Dopo una stagione di apprendistato con un compagno prezioso quanto "ingombrante" come Max Biaggi, Eugene Laverty sembrava destinato ad essere il custode indiscusso delle "chiavi" del box Aprilia. L'irlandese ha invece trovato in Guintoli un avversario alla pari, almeno nelle prime gare del campionato. Se si aggiungono un pizzico di sfortuna ed alcuni errori, si evince come Laverty abbia rincorso praticamente per l'intera stagione.

Ad Aragon, il pilota Aprilia ha incassato uno "zero" pesante per morale e classifica (guasto tecnico in Gara 1 e caduta in Gara 2), e da lì in poi ha faticato a trovare la necessaria costanza di rendimento. A fine stagione avrà collezionato un podio in più del campione Sykes (oltre allo stesso numero di vittorie), ma diversi episodi ne hanno condannato le sorti.

In pista, altre tre gare a bocca asciutta: a Portimão in Gara 1 per problemi tecnici, ad Imola (Gara 2) e Mosca per caduta. Fuori dal tracciato, l'annuncio dell'ingaggio di Melandri (prima) e l'addio di Gigi Dall'Igna ad Aprilia (poi), hanno lasciato a Laverty un amaro in bocca difficile da togliere. Le offerte non sono comunque mancate ad uno dei piloti più appetibili del lotto, a partire da Aprilia passando per Ducati (MotoGP) e Suzuki. Il portafoglio (e la voglia di una MotoGP ufficiale nel 2015, anno di ritorno della Casa di Hamamatsu nel mondiale) lo hanno fatto propendere per quest'ultima. Una sfida, con molte probabilità, in salita anche per uno del suo talento, come sembrano dimostrare i primi responsi cronometrici dalla Spagna (+ 2'' da Sykes).

Definire Laverty un "flop" è più una provocazione che una valutazione ingenerosa ma, come diceva spesso Ayrton Senna, "il secondo è il primo dei perdenti". Scriveteci quali sono i vostri Top e Flop del 2013 sulla nostra pagina Facebook!

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