Doriano Romboni, l'addio a Ceparana

Le esequie si terranno martedì. Biaggi: "Ora aiutiamo la famiglia". Sesti: "La FMI ci sarà"

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I funerali di Doriano Romboni si terranno martedì prossimo presso la Parrocchia di Ceparana. Il feretro del pilota spezzino dovrebbe arrivare in tarda serata a Follo, dove il comune dove Romboni risiedeva da anni ha allestito una camera ardente nella sala consiliare.

Mentre a Latina i piloti del Sic Supermoto Day si snodavano in una lunga parata per fermarsi nella curva fatale al pilota ligure sulla quale era stato posato un mazzo di fiori, in mattinata nella cittadina ligure si erano radunati tantissimi amici e fan di 'Rombo', con loro avevano lo striscione che veniva inalberato ad ogni vittoria.

Ora gli farà compagnia l'altro striscione, quello firmato da tutti i piloti che avrebbero dovuto prendere parte al Sic Supermoto Day che recita "Doriano uno di noi" e nel quale campeggia il numero 19.

Ceparana è il paese natale di Marco Lucchinelli, l'indimenticato campione del mondo della 500 del 1981, grande amico di Doriano ed anche di Roberto Gallina, l'uomo che lo portò al successo.

Doriano Romboni'Gallo' ha ricordato così Romboni: "E' stato un caso che Doriano abbia iniziato a correre. Fu notato perché faceva delle pieghe mozzafiato in strada. ha avuto una carriera tormentata ed ha raccolto meno di quello che avrebbe meritato, l'ingresso in Federazione lo aveva reso felice".

E' così, Doriano Romboni rientrava in 'famiglia', quella del paddock.

Ed era anche felice di rientrare attivamente. Non era mai salito su di una moto da Motard, ma a Latina, lui, un campione, aveva accettato consigli e suggerimenti da tutti, anche dal suo ex grande rivale Max Biaggi, appassionato della specialità.

Prima delle prove aveva scherzato con Michel Fabrizio che lo aveva pregato di non andare più forte di lui.

"Ora la cosa più importante è aiutare la famiglia di Doriano - ha sottolineato proprio Biaggi - ho un grande vuoto perché Romboni, un guerriero, non c'è più. Il mio ricordo più forte di lui è quel duello ad Hockenheim nel 1994. Lottavamo per il secondo posto, perché Capirossi era avanti e ci giocammo la volata nell'ultima curva. Ci eravamo già toccati diverse volte, quel giro ed io lo infilai deciso proprio poco prima del traguardo. Si incavolò, ma lui non era uno di quelli capaci di tenerti il broncio. In quell'occasione coniai la frase 'corriamo non facciamo musica classica'. Doriano cercava una giustificazione per ogni cosa. Si rompeva la moto? Beh, potevo cadere e farmi male, ti diceva. Era un ragazzo super aggressivo in pista, ma positivo, un vero sportivo, non si poteva non volergli bene".

In serata i piloti hanno tutti lasciato all'organizzatore, Federico Capogna, qualcosa del loro abbigliamento. Tute, caschi, stivali che nelle prossime settimane verranno messi all'asta per aiutare direttamente la famiglia di Romboni, a cui andrà anche parte del ricavato della manifestazione benefica della Fondazione Simoncelli.

Senza contare che il presidente della FMI, Paolo Sesti, con grande sensibilità, ha già deciso che la Federazione italiana onorerà comunque il contratto con l'ex pilota che il prossimo anno sarebbe stato il direttore tecnico del Team Italia con il delicato compito di allevare i giovani talenti del motociclismo.

Alcuni dei quali, in sella alla propria moto lo hanno omaggiato sulla pista del sagittario facendo 'un minuto di casino', come sarebbe piaciuto al Sic e, sicuramente, anche a Doriano Romboni.

 

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