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MotoGP, Valencia: Marquez riscrive la storia

Vince Lorenzo, ma il rookie è il campione più giovane di sempre a 20 anni e 266 giorni

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A 20 anni 266 giorni, Marc Marquez è diventato il più giovane campione della classe regina del motomondiale. Per lui è il terzo titolo. Ancora più che il futuro, il ragazzo è il presente che porta avanti una nuova era delle due ruote. Umano nei suoi difetti ed alieno nei pregi, l'esordiente è riuscito in un'impresa degna delle migliori pagine dell'albo d'oro delle due ruote.

A Valencia, il rookie di Honda si è "accontentato" del terzo posto alle spalle di Jorge Lorenzo, vincitore in solitaria dopo aver tentato di mischiare le carte in avvio, e Dani Pedrosa. Quarto sul traguardo, Valentino Rossi ha preceduto Alvaro Bautista e Stefan Bradl. Ancora in coda alla Top 10 le Ducati, Con Hayden, Dovizioso e Pirro ad occupare dall'ottava alla decima posizione.

"Sono molto contento – ha detto Marquez È un sogno diventato realtà, anche troppo presto perché non mi aspettavo di vincere al primo anno. È stata la gara più lunga, ora è il momento di godersi la vittoria insieme alla squadra".

"Prima della gara abbiamo deciso di cambiare strategia e provare a rallentare il gruppo, ma gli altri erano troppo lenti per restare con noi tre – ha replicato Lorenzo – Con Dani, al quale ho chiesto scusa per il contatto, e Marc ho fatto battaglia, ma non è servito a molto. Congratulazioni a Marquez, il campione è lui".

LA CRONACA – Parte bene Lorenzo che scavalca Marquez insieme a Pedrosa. Seguono Rossi, Bautista, Smith, Crutchlow e Iannone. Pedrosa supera Lorenzo in scia al primo passaggio sul rettilineo, stessa mossa di Bautista su Rossi. Il campione in carica non ha però la minima intenzione di lasciare la leadership, e restituisce subito il colpo. Il primo giro lanciato al vertice è di 1'32.6, più lento di tre decimi di alcuni degli inseguitori. La tattica di Lorenzo è ovvia: tenere il gruppo compatto per portare quanti più avversari possibili a ridosso di Marquez.

Pedrosa prova più volte l'attacco, ma Lorenzo è chirurgico ed usa ogni centimetro della pista per difendersi e ripassarlo. Alle loro spalle ci sono sei piloti in meno di due secondi. Dopo i primi passaggi, tuttavia, Smith, Crutchlow e Bradl perdono il contatto. Rossi chiude il gruppo di testa, in quinta posizione.

Il ritmo imposto da Lorenzo continua ad essere di 1'32 medio, quanto basta per evitare una fuga a tre che favorirebbe le chance di Marquez. Il maiorchino, pur di restare in testa, esegue un paio di manovre dure ma entro il limite, durante le quali Honda e Yamaha si toccano. Alla terza occasione succede un pasticcio: Lorenzo tocca Pedrosa alla curva 2, lo spagnolo è costretto ad allargare e rientra in quinta posizione. Il sorpasso viene messo sotto inchiesta. Crutchlow invece abbandona la gara dopo una caduta.

Marquez non resiste molto in vetta. Lorenzo rimonta e lo infila. Marquez inizialmente accenna resistenza ma presto desiste ed opta per amministrare dalla seconda posizione. Lorenzo intanto prova ad alzare il ritmo girando sotto 1'32, solo Marquez e Pedrosa sono in grado di replicare, ma il maiorchino accumula un vantaggio di quasi un secondo.

Quando mancano dieci giri alla fine, Lorenzo a 1.5'' di vantaggio su Marquez, che a sua volta ha mezzo secondo dal compagno di squadra. Rossi ha invece perso definitivamente il contatto con il podio e deve difendersi ancora una volta da Bautista. La prima Ducati in classifica è quella di Hayden, ottavo davanti a Dovizioso, Iannone e Pirro.

Con soli cinque giri alla bandiera a scacchi, Lorenzo è in fuga solitaria. Marquez non ha la minima intenzione di rischiare, tanto che cede la seconda posizione a Pedrosa senza opporre resistenza. Un terzo posto è più che sufficiente per garantirgli il titolo all'esordio in classe regina.

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