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Jordan: addio AMA, vuole MotoGP o SBK

Nel 2014 qualche wild card in una delle due serie e il passaggio decisivo nel 2015

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Michael Jordan lascia l’AMA. Questa la comunicazione ufficiale della squadra dell’ex cestista, che dal prossimo anno non sarà più presente sui campi di gara del campionato nazionale americano. Il team aveva schierato due GSX-R nella Superbike in questa stagione, sponsorizzate dalla National Guard e affidate a Danny Eslick e a Roger Hayden. Nel 2014 invece ha deciso di non partecipare più, ma non si tratta di un ritiro bensì di un rilancio perché Jordan vuole approdare al Mondiale, Superbike o MotoGP.

Già nella tappa di Laguna Seca, la squadra dell’icona dei Chicago Bulls aveva schierato al via i suoi due piloti, entrati entrambi in zona punti nella seconda gara. Alla luce dei fatti, era una prova generale per il salto definitivo nel giro iridato.

Il motivo della decisione, ha spiegato il vicepresidente del team Kreig Robinson a Cycle News, sarebbe la perdita dell’appoggio della National Guard. Lo sponsor aveva interesse a una partecipazione nel campionato nazionale, mentre il team avrebbe già voluto passare alla serie internazionale. Ora che la loro collaborazione è finita, non c’è più alcun motivo per aspettare ancora.

Stiamo valutando sia la Superbike che la MotoGP e ci prenderemo il tempo necessario per capire quale sia la strada migliore da seguire – ha detto Robinson – Non abbiamo alcuna pressione per decidere se andare in un posto piuttosto che in un altro. Faremo le cose con i nostri tempi. Michael rimarrà comunque presente nelle competizioni motoristiche, la passione non si è spenta”.

I piani non sono ancora definiti e il tempo per preparare la prossima stagione non è molto. “Potremmo fare qualche wild card mentre ci organizziamo per il 2015 – continua il vicepresidente – Dobbiamo valutare bene cosa sta accadendo in Superbike e in MotoGP. Quale sia la situazione migliore per un team strutturato come il nostro. Abbiamo sempre sviluppato e costruito le nostre moto usando le nostre strutture. In Superbike c’è la possibilità della classe Evo, in MotoGP la Moto2 o le Production Racer. Non penso che costruiremo un nostro prototipo, sarebbe meglio seguire un modello come quello dei team Aspar o LCR. Adesso dobbiamo fare il punto della situazione, ma l’obiettivo è quello di trovare un modo per gareggiare in una serie internazionale”.

Visti gli ottimi rapporti che legano Jordan alla Suzuki c'è già chi ipotizza che sarà proprio la squadra del fuoriclasse della NBA a portare in pista la nuova MotoGP di Hamamatsu. Se non ci fosse già Davide Brivio dietro alla faccenda...

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