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MotoGP, Ducati: l'addio di Vitto costringe a cambiare

Ciabatti: "un'occasione per ripensare la struttura". Guareschi potrebbe non essere sostituito

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In poche settimane Ducati ha avuto a che fare con così tanti cambiamenti che per prevederli tutti sarebbe stata necessaria la palla di vetro. L’uscita di scena di Gobmeier, l’arrivo di Dall’Igna, il ritiro di Spies e infine l’addio di Guareschi. Il 2014 era stato individuato come l’anno delle rivoluzioni, ma alcuni cambiamenti hanno preso la dirigenza in contropiede. Soprattutto il passaggio di Vittoriano alla corte di Valentino Rossi, che significa perdere un pezzo importantissimo del progetto MotoGP della Casa Bolognese. L’uomo che ha visto nascere la Desmosedici, portandola in pista prima come collaudatore e poi seguendola come capo nel box dalla fine del 2009. Un bagaglio di esperienza che sarebbe stato molto utile a Dall’Igna soprattutto agli inizi della sua avventura in Rosso.

Paolo Ciabatti, responsabile del progetto MotoGP, era quello che lo aveva segnalato come tester, “nel 2001 Vittoriano correva in Supersport con il team Di Clemente, con una Ducati 748 – ricorda – A fine anno la squadra non aveva più le risorse per continuare e lo proposi come collaudatore per la MotoGP”. La storia si è conclusa dopo tredici anni ieri. “Posso capire la sua decisione, la voglia di una nuova sfida con i giovani per farli crescere – commenta il manager – E’ normale nella vita volere cambiare, avrà un ruolo completamente diverso. La sua uscita mi dispiace”.

Non sono solo i rapporti personali in gioco, ma il futuro della struttura della Ducati come la conosciamo probabilmente. “Per il momento siamo in attesa dell’arrivo di Dall’Igna, appena entrerà in azienda faremo le valutazioni del caso”, la versione di Ciabatti. Logicamente tutti stanno già pensando a come incassare il colpo, a come potere sostituire un personaggio che era così radicato in azienda.

Il nome di un possibile sostituto nessuno lo fa, ma forse le conseguenze del suo addio potrebbero andare al di là di una ricerca di un semplice rimpiazzo. “Penso che bisogna cercare di vedere certi episodi come delle occasioni – continua il capo progetto – Questo è il momento per riflettere se ci sia la possibilità di ripensare all’intera struttura, se ci siano altri tipi di organizzazione da valutare”. Ritorna di attualità quello che Dovizioso ha più volte individuato come il problema principale di Ducati, di cui la moto è una conseguenza: la struttura interna.

L’arrivo di Dall’Igna è stato il primo passo e ora potrebbe essere venuto il momento del prossimo. Con Gigi nel box forse potrebbe anche non esserci più bisogno di un team manager vero e proprio. I suoi compiti potrebbero venire spartiti fra diverse figure, quelle dell’ingegnere veneto, di Ciabatti e del team coordinator. Però ora sono solo supposizioni, quello che è certo è che Ducati deve uscire da questa ulteriore situazione di impasse.

Per la prima volta, Ducati in questa stagione non vincerà nessuna gara né in MotoGP né in Superbike, con tutta probabilità – non nasconde Ciabatti – Questo significa che dei cambiamenti sono necessari. I risultati ci diranno se saranno giusti o meno”. L’attesa per vederli è stata lunga, ma ora non è più possibile prendere tempo e se ne già sprecato abbastanza. Questa stagione ha mostrato tutti i limiti di una struttura che non ha avuto il coraggio di buttarsi subito il passato alle spalle. Il destino ha deciso per lei, il futuro dirà se le mosse saranno state giuste.

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