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MotoGP, Bridgestone: la priorità è la sicurezza

Il costruttore di pneumatici spiega le cause della 'crisi' di gomme a Phillip island

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Come è andata a Phillip Island per i gommisti lo sappiamo tutti. Né la Bridgestone né la Dunlop hanno fatto una bella figura. Addirittura le gomme giapponesi della MotoGP hanno avuto una durata di 10 giri (scarsi).

Per questo motivo il manager di Bridgestone Motorsport, Shinji Aoki ha risposto…alle sue stesse domande in un si spera sincero Q&A.

L'ultimo Gran Premio ha visto un flag to flag in condizioni di asciutto. Come lo spiegate?

“Fondamentalmente a causa del nuovo asfalto di Phillip Island le gomme posteriori slick che abbiamo fornito per il Gran Premio d'Australia hanno sofferto per le temperature estreme che hanno influito sulla loro durata. Gli elevati livelli di trazione offerti dalla pista hanno provocato la lacerazione della mescola della gomma - una situazione che sicuramente non avevamo previsto. Quando è stato chiaro che la distanza di gara non era percorribile con un solo pneumatico posteriore, ci siamo impegnati in discussioni con la Dorna, la FIM e l'IRTA, che hanno lavorato insieme per trovare una soluzione. Considerando gli pneumatici con in quali abbiamo dovuto lavorare, sono soddisfatto per il risultato di domenica. I fan di tutto il mondo hanno assistito ad una gara sicura ed emozionante. Le squadre e i piloti hanno dimostrato grande flessibilità e professionalità nell'adattare il loro programma alla gara flag-to-flag e per questo dovrebbero essere elogiati".

Perché c’è stata un’ulteriore riduzione dai 26 giri decisi il sabato ai 19 confermati la domenica?

Non volevamo rischiare sulla sicurezza, così abbiamo chiesto ai piloti di provare a fare più giri possibili con la gomma posteriore dura per poter avere qualche dato in più sulla sicurezza delle gomme. La direzione gara inizialmente aveva pensato che una gomma potesse sopportare 14 giri, in questo caso si potevano fare due step da 13 giri l’uno, ma i dati che ci pervenivano non erano sufficienti a garantire tale sicurezza. Avevamo bisogno di un buon margine, così abbiamo optato per quella distanza, anche perché durante il warm up di domenica mattina, abbiamo raccolto dati diversi rispetto al sabato. Le condizioni della pista erano diverse e l’usura dello pneumatico si è presentata diversa.”

Che tipo di asfalto avete trovato a Phillip Island?

“Sapevamo che il nuovo asfalto avrebbe provocato un maggiore grip e un’usura maggiore dello pneumatico, anche con una gomma extra hard. E’ stato proprio questo tipo di asfalto che ci ha creato i problemi rispetto all’anno scorso, quando la pista aveva molto meno grip. Il radicale cambiamento delle condizioni ci ha colti impreparati. Su questo tracciato non avevamo mai riscontrato un problema simile, è la prima volta che si sono presentate condizioni così critiche anche con i rilevamenti e i dati che avevamo a disposizione. Ciò nonostante dobbiamo ancora appurare quali siano le effettive cause di un’usura così precoce. Stiamo analizzando ogni dato disponibile ma resta il fatto che, osservando i dati della scorsa stagione, quest'anno abbiamo avuto prestazioni nettamente superiori da parte dei piloti. Questo vuol dire che l’asfalto attuale di Phillip Island garantisce un grip impressionante, ma allo stesso tempo logora molto precocemente la gomma posteriore a causa della grande trazione che offre”.

Sarete in grado di produrre uno pneumatico sicuro per la prossima stagione quando si correrà nuovamente su questo tracciato?

“Si. Ovviamente dopo questo episodio dovremmo avere a disposizione la possibilità di poter effettuare dei test su questa pista con i piloti ufficiali. Noi di Bridgestone siamo sicuri di poter produrre un pneumatico efficiente che possa garantire la massima sicurezza in una gara di 27 giri. La sicurezza è una nostra priorità assoluta”.

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