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MotoGP, FP2: Jorge Lorenzo (quasi) da record

Phillip Island: lo spagnolo stacca tutti di mezzo secondo. Marquez cade e chiude sesto

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In un film in cui il finale sembrerebbe già scritto, nel fine settimana che potrebbe consegnare alla storia il giovane Marc Marquez, il copione che ci stiamo trovando davanti non sembra dei più scontati. Abituati come tante volte a trovarci un Marc Marquez veloce fin da subito, in questa seconda sessione di prove libere, il giovane portacolori Repsol Honda ha faticato più del previsto, chiudendo queste FP2 in sesta piazza a +1.028 dalla vetta.

Non è tanto la caduta avvenuta ad inizio sessione, quando ancora mancavano 40 minuti al termine, mentre percorreva la Lucky Heights, con la moto che lo ha disarcionato in piena accelerazione. Non è nemmeno la sesta posizione finale con un crono peggiore rispetto alla mattinata, considerando come Phillip Island sia una delle piste più tecniche del calendario iridato, quindi il venerdi si può tranquillamente spendere per imparare traiettorie e assetti. Ciò che fa intuire come questo fine settimana, per Marquez, si stia rivelando leggermente più complicato del previsto, è stato il suo sguardo una volta finito il turno, molto buio e serioso come non mai.

Chi invece sta mettendo in pratica alla perfezione il suo piano, girando velocissimo e preciso come un orologio, è Jorge Lorenzo che qui in Australia, ha deciso di mostrare la sua forza immediatamente, rifilando al secondo in classifica - Alvaro Bautista - la bellezza di quasi 5 decimi. 1'28.961 il riferimento cronometrico del portacolori di casa Yahama. Un tempo veramente interessante, considerando come il record della pista - detenuto ancora da Casey Stoner e realizzato nel 2008 - sia pari a 1'28.665. C'è altresi da sottolineare come il tracciato di Phillip Island sia stato riasfaltato quest'anno.

Ciò nonostante, è indubbio aver trovato un Lorenzo in grande forma quindi, che si mette alle sue spalle, oltre al già citato Alvaro Bautista, ottimo secondo con la Honda del team Gresini, Daniel Pedrosa, terzo con un ritardo di 517 millesimi di secondo dalla vetta. Lo spagnolo di Sabadel è incappato inoltre in un piccolo inconveniente a sette minuti dal termine, con l'asta di rinvio del cambio che si è letteralmente sfilata, sporgendo dalla carena mentre il pilota affrontava la curva due, la Southern Loop.

Quarta posizione per Valentino Rossi, a 576 millesimi di secondo dal suo compagno di squadra. Il pilota di Tavullia ha chiuso la giornata in 1'29.537. Curiosamente, il suo settore peggiore è l'ultimo, il T4 ma, al contempo, la Yamaha numero 46 è risultata la più veloce in assoluto, con i suoi 341,2 km/h. Segno di come - ipotizziamo - l'italiano sia molto forte in uscita dall'ultima curva, e che perda molto invece, all'uscita del tornantino, quando si è a marce basse.

Quinta piazza per Cal Crutchlow a +0.706, davanti al già citato Marc Marquez. Settimo Bradley Smith (+1.204), e in ottava posizione si inserisce la aRT di Aspar Martinez. La notizia, al riguardo, è che stiamo parlando della CRT di Randy De Puniet (+1.254) e non quella di Aleix Espargaro, che chiude la seconda sessione in 13esima posizione, staccato di 2.1 secondi dalla vetta, dietro anche al suo prossimo compagno di squadra nel team Forward, Colin Edwards.

Nel mezzo, ecco il trio Ducati con Nicky Hayden nono (+1.648), Andrea Dovizioso decimo (+1.793) e Andrea Iannone undicesimo (+1.831).

Gli altri italiani: Claudio Corti è 17esimo, Danilo Petrucci 18esimo, Luca Scassa 20esimo.

Da segnalare che, come detto precedentemente, Stefan Bradl è stato dichiarato non idoneo a continuare il fine settimana australiano.

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