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SBK, Antonelli non aveva paura di morire

Parla Marta, la fidanzata: Avrebbe corso con la neve. "Andare in moto è la mia vita"


La scomparsa di Andrea Antonelli nel tragico incidente in Russia è ancora una ferita aperta. Per tutti gli appassionati ma, ovviamente, ancora di più per le persone che gli hanno voluto bene. Fra di loro la sua ragazza, Marta Capucci, che ci ha inviato questa lettera aperta che volentieri pubblichiamo.

di Marta Capucci

“Io non ho paura di morire, credo nel destino. Ho un obbiettivo ed intendo raggiungerlo, le moto sono la mia vita, la mia più grande passione. Stare in sella ad una moto è la mia fonte di vita.”

Questo è quello che mi rispondevi ogni volta che ti chiedevo se avevi paura quando salivi in moto. E quando ti chiedevo invece a cosa pensavi quando eri in pista tu rispondevi.

“Il mio pensiero è solo quello di raggiungere l’avversario che ho davanti e tra me e me mi ripeto Andrea vai più forte, in frenata stacca qualche metro più avanti”.

Proprio come facesti a Monza nel 2009  in sella alla tua Yamaha R1: staccasti un po’ troppo tardi prima della curva Parabolica e cadesti facendoti male al ginocchio. Ma tu eri così, avevi voglia di vincere, avevi voglia di arrivare tra i primi e anche se ti facevi male queste voglie superavano il dolore. Nel mese di Febbraio 2012 andasti in Australia accompagnato dal babbo Arnaldo, nelle prove cadevi spesso ed eri molto giù di morale perché era il tuo primo anno in Supersport e volevi fare bene. Come un lampo poi mi torna in mente Donington Park 2012. Noi pochi sostenitori eravamo arrivati da poco nel tracciato inglese e tu ci regalasti (se così si può dire) una caduta durante le qualifiche del Sabato pomeriggio. Pensavamo ti fosti rotto un piede, invece no: ti facesti vedere dai dottori della clinica mobile, un antidolorifico, una fasciatura ed eri di nuovo in sella più carico di prima nonostante partissi dalle ultime file in griglia di partenza.

La mia mente vaga tra questi ricordi e si ferma a Cowes in Australia lo scorso Febbraio. Quest’anno eri più sicuro che mai, confidavi nella tua verdona, proprio come la chiamavi tu. Finisti la gara in settima posizione ed eri felice lo si vedeva e lo si capiva da quel sorriso che avevi stampato in viso, ma nonostante tutto ripetevi “posso fare di meglio”.

Tu eri così. Prima di tutto ti facevi un esame di coscienza per vedere se avevi dato il massimo. Ora a due mesi dalla tua scomparsa tutti ci chiediamo il perché di tutto ciò. Tu che avevi quella voglia di vincere, quella voglia di arrivare davanti perché eri a conoscenza dei sacrifici tuoi e di quelli dei tuoi genitori: volevi vincere anche per loro. Lo scorso 21 Luglio si doveva correre la gara di Supersport nonostante le condizioni meteorologiche avverse? Tu desideravi sempre gareggiare sul bagnato perché davi il meglio di te, sfoggiavi tutta la tua grinta e il tuo coraggio. Le polemiche sono quindi inutili, chi ti conosce sa quali erano i tuoi pensieri: tu avresti corso anche con 10 cm di neve.

Ciao Andrea

Ciao Andrea Antonelli Showw

Ciao Camp



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