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SBK, Canepa, il cowboy della Panigale

"Critiche eccessive a questa moto, venendo dalla Stock mi sembra tutto più facile"


La riserva ha giocato da titolare. Così potrebbe essere riassunta la prima giornata di Niccolò Canepa a Laguna Seca come sostituto di Carlos Checa. Il genovese proveniente dalla Stock1000 ha stupito pubblico e addetti ai lavori regalando un sorriso a lungo atteso sul volto degli uomini del team Alstare. Due volte secondo, prima alle spalle di Laverty poi di Melandri, il nuovo cavaliere Ducati ha portato la Panigale ai piani alti sull'asciutto, impresa nella quale hanno quasi sempre fallito i piloti ufficiali.

"Sono molto contento – le prime parole di Canepa – Arrivare in una pista così difficile e, considerando che non è la mia categoria, fare secondo è un risultato molto buono. Come passo non siamo messi male e ci rimane ancora da migliorare, quindi sono molto fiducioso per domani".

Qual è il segreto della tua prestazione odierna, che contrasta con una stagione così difficile per la squadra?

"Non saprei. Sicuramente la moto è migliorata progressivamente dal suo debutto. In settimana al Mugello abbiamo girato su tempi molto interessanti con il nuovo bilanciamento dei pesi. Oggi abbiamo portato in pista la soluzione intermedia, vale a dire soltanto il nuovo serbatoio e non l'elettronica riposizionata, ma è questo a fare la maggior parte della differenza nel comportamento della moto, anche se non su tutte le piste. A Misano, per esempio, non avevamo riscontrato passi avanti così grandi".

Quindi la moto non è poi così limitata come alcuni dicono…

"Secondo me no. Mi sono sempre trovato bene in sella. Forse perché, essendo abituato alla Stock dove si gira con le intagliate, sento in positivo la differenza in termini di gomme. Riesco a guidarla come piace a me, anche a Donington da wild-card non ero andato male".

Perché, secondo te, è stata una stagione così dura per la squadra?

"È vero che la potenza della moto deve migliorare. Quando perdi 20 metri in uscita dalle quattro cilindri, l'istinto al giro successivo ti porta a voler frenare più tardi, aprire prima. Sono cose che nel migliore dei casi rovinano le gomme, nel peggiore ti portano a cadere e farti male".

Credi che la natura della pista, così guidata, vi aiuti?

"Indubbiamente. Qui anche il rettilineo di fatto non lo è, perché siamo costretti a 'pelare' il gas quando si scollina a sinistra. Comunque rispetto alla Stock non c'è troppa differenza in termini di potenza, quindi non ci ho messo molto a farci l'abitudine".

A proposito di Stock, è lì che tornerai dopo questa gara. Ti è stato offerto un passaggio di categoria?

"Ancora non ho parlato con Ducati del prossimo anno. Sarà difficile vincere il titolo della Stock1000 con 40 punti di svantaggio a due gare dal termine, ma ci terrei molto a fare secondo. Il team Barni mi ha dato tanto, investendo su di me quando tutti mi davano per finito per una gamba distrutta, e vorrei ripagarli per quanto possibile".

Per le gare del fine settimana cosa ti aspetti?

"Se miglioriamo un po' la gestione degli pneumatici possiamo fare molto bene. Oggi ho girato in 1'24 alto con gomme usate per più di 15 giri. Non è male, ma bisogna ancora lavorare su questo aspetto".

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