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MotoGP, Bradl: ho iniziato per colpa di Rossi

"Fino a dodici anni giocavo a calcio, poi ho incominciato ad appassionarmi di moto"

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A volte la vita prende strade inaspettate e non è detto che basta nascere in un paddock per diventare pilota. Stefan Bradl fino ai dodici anni alle moto non ci pensava, nonostante il papà Helmut lo avesse cresciuto in mezzo alle due ruote. Lui preferiva il pallone, finché il DNA non ha fatto la sua parte e il richiamo della pista più forte. Un inizio ritardato, considerati gli standard odierni, che vogliono i giovani piloti in sella quando ancora sono ai banchi dell’asilo.

Stefan, ti ricordi la prima volta che sei salito su una moto?

Ero a casa su una mini cross e ho fatto qualche giro in giardino, mi divertivo molto. Anche se quando ero piccolo non andavo in moto ma giocavo a calcio. Non ero troppo interessato alle moto, fino ai 12 anni era il pallone la mia passione”.

E poi?

Ho incominciato a interessarmi alle moto e ho detto a mio padre che avrei voluto andare in pista. La prima volta che ho girato non ero troppo felice, ma la passione era grande e questo primo intoppo non mi ha fermato. Ho capito di avere talento e ho fatto la Rookies Cup tedesca nel 2003”.

Quando hai capito che saresti diventato un pilota?

Non c’è stato un momento preciso. Mi sono detto: facciamo una stagione se vado forte e mi diverto continuo, altrimenti smetto. Ho continuato”.

Hai un idolo?

Valentino, da sempre. Mi ricordo benissimo il giorno in cui vinse il titolo in 125, era esattamente il periodo in cui incominciavo a interessarmi alle moto. Valentino era un eroe, mi piacevano la sua personalità, il suo modo di fare”.

E cosa hai provato a trovarti a lottare contro di lui in MotoGP?

Non me lo sarei mai aspettato di correre con Valentino. Non dico fosse un sogno, ma sicuramente qualcosa di molto speciale. La prima la volta che l’ho visto in pista, insieme a me, su una MotoGP mi sono detto: ‘buongiorno!’. Ma alla fine è un avversario come un altro e bisogna arrivargli davanti. Un paio di volte ce l’ho fatta”.

Stefan ed Helmut BradlCon un padre pilota, per te è stato più facile iniziare o hai sentito più pressione?

Metà e metà. All’inizio è stato certamente un aiuto, perché conosceva molte persone e l’ambiente, in quindi ha potuto aprirmi delle porte più facilmente. Dall’altra parte, però, tutti cercavano di fare dei paragoni e quindi senti la pressione”.

Helmut continua a darti consigli?

Quando viene alle gare passa molto tempo a bordo pista e mi dice le traiettorie che tengono gli altri piloti. Parliamo di varie cose, è normale, ma non posso dire che sia un vero aiuto per me. Non sento competitività con lui, vogliamo entrambi vincere il campionato”.

Tutte le classi sono dominate dagli spagnoli, ma anche i piloti tedeschi stanno ritornando al Mondiale. Tu e Cortese avete vinto il titolo e ci sono molti giovani in Moto3.

Abbiamo bisogno di avere piloti nel Mondiale perché in Germania la MotoGP non è molto popolare e ho bisogno di un po’ di aiuto per aumentare il pubblico. Il titolo di Sandro è stato importante. Il problema è che il livello nel campionato nazionale è troppo basso e quando si passa al Mondiale è molto difficile. Se devo essere sincero, non sono contento del lavoro della nostra Federazione e dei talenti che abbiamo. Basta guardare in Moto3, a parte Folger, gli altri piloti sono troppo lenti. Correre il CEV è una possibilità, ma non è facile. I costi sono altri e i trasferimenti lunghi”.

Potresti fare un team come Valentino.

(ride) “In questo momento devo rimanere ancora concentrato sulla mia carriera, è meglio. Magari quando smetterò potrebbe essere un’idea”.

Stefan BradlQual è il tuo bilancio di questo primo anno e mezzo in MotoGP?

“L’obiettivo era il podio e a Laguna Seca ce l’ho fatta. Una volta che ci riesci, poi vuoi rifarlo sempre. Penso che possiamo essere felici, ci sono state un paio di gare non buone come Brno e Silverstone e qualche problema. Ma siamo sesti in campionato, so che non è facile lottare contro le moto ufficiali, sono un passo avanti, ma ci proviamo ogni fine settimana”.

Le tue aspettative a inizio stagione erano più alte?

Non direi, mi aspettavo di lottare per il quarto, quinto posto e questa è la situazione”.

Nel 2011 avevi battuto Marquez in Moto2, cosa è cambiato?

Marc ha fatto un grande passo avanti negli ultimi due anni. È arrivato in MotoGp e ha già vinto nella seconda gara e ora può vincere il titolo. Non posso fare paragoni con lui, è un altro Marquez rispetto al 2011”.

Sei sorpreso dei suoi risultati?

E’ arrivato a un livello altissimo, forse il più alto. Penso tutti siano sorpresi, nessuno si aspettava che potesse lottare sempre sul podio”.

È merito anche della moto ufficiale?

Non ho idea di quanto grande sia la differenza dalle moto satellite. Posso dire che la mia è molto buona e che sono contento del supporto che ricevo da Honda”.

Cosa ti manca per lottare per il podio ogni GP?

Penso che sia una combinazione di cose, qualcuna che riguarda la moto e altre che riguardano me. In questo momento i primi quattro hanno una grande sicurezza e partono avvantaggiati. Noi fatichiamo un po’ col setting all’inizio”.

Stefan Bradl e Marc Marquez agli iniz della loro carrieraSia tu che Marquez arrivate dalla Moto2, la consideri una buona scuola?

Penso sia molto simile alla 250, anche se non l’ho mai provata. E’ stata la strada giusta da prendere, sia io che Marc siamo riusciti a fare il passo in MotoGP, poi Smith e arriverà Redding. Penso sia una buona scuola, la competizione è alta”.

Qual è il tuo sogno?

“Vincere il titolo in MotoGP. Un giorno”.

Quando?

Bella domanda! Passiamo alla prossima”. (ride)

Cosa avresti fatto se non fossi diventato un pilota?

Penso che avrei lavorato comunque con le auto o moto, non riuscirei stare tutto il giorno in ufficio dietro a una scrivania”.

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