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MotoGP, Marquez: Aragon non è la gara chiave

Lorenzo: "pista sfavorevole, ma la M1 è migliorata". Pedrosa: "c'è energia, voglio fare divertire"

Il teatrino si ripete uguale anche alla vigilia del GP di Aragon, con i tre spagnoli l’uno accanto all’altro a misurare ogni parola e ostentare sicurezza. Una guerra (anche) di nervi abilmente mascherata, come se quei 34 punti che separano Marquez da Lorenzo e Pedrosa non esistessero. “Nulla cambia e nemmeno il mio modo di guidare – ripete ancora una volta Marc – Anche se devo essere un po’ più concentrato ed evitare di fare errori. A Misano ne ho commesso qualcuno di troppo”. Bisogna leggere fra le righe, per capire che il piccolo diavolo forse l’atteggiamento l’ha leggermente cambiato. “Questa non è la gara chiave – ci tiene a sottolineare – si prendono gli stessi punti di sempre. Ma da ora in poi ogni Gran Premio sarà importante, ne rimangono solo cinque”.

Cinque occasioni in cui è obbligatorio non sbagliare e con un Lorenzo che arriva carico come una molla. “E’ chiaro che sono in un buono stato di forma – ammette – ma questo non è mai stato un tracciato semplice per Yamaha. La prima volta che ho guidato qui mi sono subito accorto di quanto fosse difficili, con molte curve diverse tra loro. Poi, con l’andare del tempo ha incominciato a piacermi sempre di più”. Le intenzioni sono palesi, quelle di battere le Honda su una pista a loro favorevole. “Nei test siamo stati veloci – ricorda – e la moto è migliorata da allora. Ma questa è solo teoria, bisogna vedere se sarà così anche in pratica”. Su una cosa però non mente, la M1 è diventata più competitiva. “Non è tutto merito del seamless se ho vinto a Misano – specifica il maiorchino – E’ stato un aiuto, ma siamo riusciti a migliorare anche altri aspetti”.

Fra i due litiganti, vorrebbe incominciare a godere anche il terzo. Pedrosa in classifica è appaiato a Lorenzo, ma nelle ultime gare non è mai riuscito a essere incisivo. “Mi è mancato il passo per la vittoria”, non nasconde però ad Aragon il vento potrebbe cambiare. “Qui ho vinto lo scorso anno – afferma – E’ una pista che mi piace, ci sono tanti tifosi e una bella energia. Voglio divertirmi e fare divertire il pubblico”. Dani non perde la calma, sbotta solo quando gli si ricorda che Nakamoto ha tirato le orecchie ai suoi piloti per delle partenze non perfette a Misano. “Jorge parte sempre velocissimo, ha migliorato la sua tecnica in questo frangente – spiega – Ma non ci dà due secondi all’inizio tutte le volta, anzi spesso ho vinto anch’io usando questa strategia. Però non è sempre possibile farlo”.

Marquez la prende con più umiltà. “E’ il punto forte di Jorge e il mio debole. Devo migliorare prima la partenza, poi i primi giri”. Lorenzo è sempre nei suoi discorsi, ovviamente, però non dice che sia lui il pilota più pericoloso per il titolo. “Sia lui che Dani sono entrambi veloci – riflette -  Jorge arriva da due vittorie quindi in questo momento è il più veloce, ma Pedrosa ha dominato qui lo scorso anno”. Non rimarrà che tentare di batterli entrambi.


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