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SBK, Laguna Seca: Sykes in fuga per la storia

Il britannico favorito su Kawasaki, che non vince il titolo dal 1993. Italiani all'attacco

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Dopo un fine di settimana di pausa, la SBK è pronta ad attraversare l'Atlantico per affrontare l'unico appuntamento stagionale nel continente americano, più precisamente nell'iconico tracciato di Laguna Seca. La pista californiana non ospita il mondiale delle derivate di serie dal 2004 (Vermeulen mattatore con doppietta su Honda) e nessuno dei piloti attuali vi ha corso su SBK. Nessun favorito dunque, o quasi, quando mancano solo tre GP (150 punti) al termine del campionato.

SYKES VERSO IL TITOLO – L'andamento del mondiale fin qui ha premiato la costanza di risultati e il leitmotiv potrebbe essere riassunto semplicemente con "vince chi sbaglia meno". Tom Sykes, leader con 8 punti di vantaggio, ha collezionato solo tre "zeri" al fronte di sei vittorie e sette ulteriori podi. Solo Eugene Laverty è salito altrettante volte sul gradino più alto del podio, ma cinque ritiri lo hanno relegato a 26 punti di distacco, in terza posizione assoluta. Il britannico su Kawasaki dovrà controllare innanzitutto Sylvain Guintoli, il suo rivale più diretto in classifica, ma viste anche le caratteristiche del tracciato (con diversi curvoni veloci e rapidi cambi di direzione che tanto piacciono a Sykes), il bottino pieno non è un'utopia.

GUINTOLI & MELANDRI: ATTACCO FRONTALE – Il francese su Aprilia ed il ravennate su BMW (ma con futuro su RSV4 pressoché assicurato) avevano dichiarato propositi offensivi alla vigilia del round turco, salvo poi scendere in pista con le armi leggermente spuntate. Guintoli (-8) ha perso sette punti, Melandri (-33) tre, da Sykes. Entrambi conoscono il tracciato, ma ciò potrebbe non bastare. È il momento di prendere dei rischi, anche a costo di sbagliare, per rilanciarsi in classifica e mettere pressione al leader, perché al rientro in Europa potrebbe essere troppo tardi.

LAVERTY MINA VAGANTE – L'irlandese ha vinto con autorità le ultime due manche e, senza ancora un contratto in mano per la prossima stagione, farà di tutto per convincere Aprilia a tenerlo con sé, probabilmente spostandolo in MotoGP con Aspar al fianco di Hayden. Il pilota più in forma è sicuramente lui e, se riuscisse a tenere il rendimento, potrà giocarsi il titolo. L'imperativo assoluto: non cadere.

GIUGLIANO, BADOVINI, FABRIZIO A DENTI STRETTI – In una stagione cominciata con ottimi propositi, ciascuno dei tre italiani in SBK ha avuto più bassi che alti. Giugliano ha mostrato un polso degno dei primi della classe, ostacolato però da ritiri pesanti che lo hanno relegato al decimo posto in classifica. La rimonta fino al settimo posto (occupato dall'infortunato Rea, a 37 punti di distanza) è possibile ma al romano serve innanzitutto un week-end costantemente ai piani alti per riguadagnare la fiducia persa e rilanciare le proprie quotazioni sul mercato. Sotto quest'ultimo aspetto, anche Fabrizio e Badovini sono chiamati a dare un segnale. Il primo dovrà accelerare il proprio percorso di apprendimento su Honda (ben più lento di quello fin qui mostrato da Elias su quella che era la sua moto), mentre il secondo (dodicesimo in campionato e con una caviglia malconcia, ma capitano indiscusso del team Ducati da qualche gara a questa parte) è obbligato a capitalizzare la maneggevolezza della Panigale sulla tortuosa pista statunitense per guadagnare qualche posizione.

Come scritto in passato, non saranno invece della partita Rea, Baz, e Checa. Voi su chi puntate? Scriveteci QUI!

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