Non c’è due senza tre e a Silverstone Valentino Rossi ha preso la terza medaglia “di legno” di fila. Un altro quarto posto, che significa solamente essere il primo degli altri. Perché i tre spagnoli ancora una volta hanno fatto gara a sé e al Dottore non è servita neppure una buona partenza per tenerne la scia. “E’ come arrivare ad una festa e scoprire che non ti fanno entrare” commenta con ironia il pesarese il suo stato d’animo.
Da un punto di vista mentale è peggio degli anni in Ducati, vedersi così vicino ai primi e non riuscire a prenderli?
“No era peggio nelle scorse stagioni. Quando sei così vicino sai che il gap dagli avversari si può colmare. Oggi ho fatto vedere che sono costante sul passo e che non sono distante”.
Lo ripeti spesso, sei ottimista?
“Penso che sia molto difficile riuscirci ma non impossibile annullare questo svantaggio. A Indianapolis e a Brno avevo un setting che non risolveva i problemi di sottosterzo, ne ho sofferto anche qui. Però questa mattina abbiamo fatto una modifica che ha migliorato molto la situazione”.
Sembri meno deluso rispetto a Brno.
“E’ vero, questa è una pista tosta su cui avevo sempre faticato ed ero al mio debutto con la Yamaha, mentre in Repubblica Ceca pensavo di potere fare meglio. Sono riuscito a migliorare in tutti i turni, anche se rimangono un quarto posto e un distacco superiore ai 10 secondi”.
Questa volta hai fatto una buona partenza.
“Ma i primi rimangono troppo veloci nei primi sette giri, Lorenzo e Marquez soprattutto lo sono dalla prima curva. Io non riesco ancora. Inoltre ho avuto qualche problema a superare Bradl. Qui, anche a causa del mio peso, avevamo qualche problema di consumo e la moto non era abbastanza veloce in rettilineo. Ho anche finito la benzina nel giro di rientro”.
Un’altra battaglia con Bautista.
“Superato Stefan ho fatto dei buoni giri e sono riuscito a riprendere Alvaro. E’ stata un’altra lotta all’ultimo giro, mi serve da allenamento così quando tornerò a giocarmela con i primi sarò pronto (ride)”.
Sembra che a volte tu non spina al massimo, non sarebbe meglio farlo per capire quanto puoi avvicinarti ai primi?
“Non direi, cerco sempre di dare il massimo poi ci sono anche fatti contingenti alla gara a rallentarmi. Come le difficoltà per superare Bradl oggi, o l’errore a Brno”.
Anche Lorenzo ha lamentato scarsa incisività in frenata, ma dice che la colpa non è delle gomme ma della moto.
“Sono d’accordo con lui. Con il mio peso stresso di più la carcassa degli pneumatici, ma bisogna riuscire ad adattarsi. Dall’altra parte la Honda ha un anteriore più saldo e in più i suoi piloti riescono a fare scivolare il posteriore in entrata. Noi invece siamo sempre al limite, dobbiamo caricare molto l’anteriore nella fase di inserimento”.
Dove bisogna intervenire per migliorare la M1?
“Innanzitutto il cambio deve arrivare al più presto. Dal Giappone dicono che siamo vicini ad averlo, ma non chiedetemi quanto perché non rispondono neanche a me. Poi nel medio periodo dobbiamo riuscire a sfruttare meglio le gomme e infine lavorare sulla frenata, ma penso che questo sia un obiettivo per la prossima stagione”.
Passiamo a Lorenzo, la matematica gli è contro per il campionato. Non gli basterebbe vincere sempre se Marc arrivasse secondo ogni volta.
“Non penso sia possibile, ci scommetterei dei soldi. Ogni gara è una storia a sé, basta vedere cosa è successo a Marc questa mattina nel warm up”.
Tanti piloti sono caduti in quella curva, è da riasfaltare?
“E’ un punto pericoloso, c’è una buca sul punto di frenata, l’anteriore si alleggerisce ed è facile cadere. Secondo me bisognerebbe riasfaltarla”.