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MotoGP, Ben Spies chiede scusa a Carlo Pernat

Una telefonata ieri notte e la madre continua a smentire ogni respondabilità sul tweet

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Dopo il fattaccio, le scuse. Sperando che non si tratti solo di lacrime di coccodrillo. Ben Spies e la madre Mary hanno telefonato ieri sera a Carlo Pernat, oggetto di un commento infangante pubblicato su Twitter dal pilota texano nei giorni scorsi. “Ben e sua mamma mi hanno chiamato – conferma il manager genovese – e abbiamo parlato a lungo. Ho accettato volentieri le loro scuse, per me la questione è chiusa”. Pernat ha reagito con signorilità a un gesto condannato da tutto il paddock e dalla Ducati in primis.

Ieri le giustificazioni al gesto sono state molteplici e contraddittorie fra loro. La prima è stata che Ben era sotto gli effetti dell’anestesia, anche se nel tweet il riferimento all’operazione era al giorno successivo. Poi, tramite Superbikeplanet, Mary Spies si è dichiarata sconcertata dal fatto che quel messaggio fosse stato attribuito a lei o al figlio. Inoltre ha aggiunto che Ben non aveva in quel momento il telefono con sé, e ancora che anche se lo avesse scritto lui il rifermento a Pernat non sarebbe così scontato. Addirittura il figlio conoscerebbe ben sei Carlo, non specifica se sia poi sua abitudine apostrofarli tutti pubblicamente con termini poco lusinghieri.

Insomma, la frittata era fatta e tutta la trafila sembra solo un disperato tentativo di salvare il salvabile. Manca solo la teoria di un complotto alieno o l’intervento di una loggia massonica per completare il quadro. Ben ha sbagliato e le scuse, tardive a dire il vero visto che il fattaccio risale a metà settimana, sono l’unico gesto sensato.

Per credere a tutta le sequenza di giustificazioni bisogna essere quantomeno ingenui, per non dire di peggio. Il messaggio di Spies non è stato sottovalutato da nessuno, neppure dai vertici di Ducati che non accettano certi comportamenti da un proprio pilota. Il posto in squadra del texano è traballante, a dir poco, e le scuse risuonano più come un'ammissione di colpa che altro. Non bisogna puntare il dito contro nessuno per un errore, e Spies ne pagherà certamente le conseguenze, ma solo quando si ha l'onestà di ammetterlo.

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