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MotoGP, Brasile: una festa solo per la Dorna

Più GP fuori dall'Europa, ma il motomondiale non sembra avere le risorse per la crescita

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Il 2014 sembra essere l’anno dell’America Latina per la MotoGP. Dopo l’Argentina, è di poche ore la notizia dell’arrivo del Brasile in calendario. Il Sud sta diventando la terra di adozione per le due ruote, un nuovo Eldorado dove trovare nuova linfa per un campionato che soffre da ormai qualche anno la crisi mondiale. Ma non è tutto oro quello che luccica perché l’introduzione di un nuovo GP porta con sé nuovi problemi.

Il primo è che, dopo la riconferma di Indianapolis e Laguna Seca, le gare totali diventerebbero 20. Troppe, senza ombra di dubbio. Difficile che qualche circuito europeo non esca di scena, perché due Gran Premi in più costringerebbero altrimenti a qualche cambio regolamentare. Su tutti, la norma dei 5 motori massimi a stagione per la MotoGP. Con l’aumentare delle tappe bisognerebbe anche adeguare la regola, ma tutto sommato questo è un problema facilmente risolvibile.

Ci sono però altri grovigli meno facili da districare. Lasciamo perdere quali siano i Gran Premi più a rischio di rinnovo, ci torneremo presto, e concentriamoci sul nuovo aspetto del calendario.  Gli Stati Uniti farebbero la parte del leone con tre tappe, secondi solo alla Spagna con quattro, ma è improbabile che continui tanta abbondanza nella penisola iberica dai conti in rosso. Poi il Sud America con due, al pari dell’Italia, fuori dall’Europa rimarrebbero poi Qatar, Giappone, Malesia e Australia. Calcolatrice alla mano fanno 9 Gran Premi fuori dal Vecchio Continente, con costi di trasferta annessi. Solo la Formula 1 riesce a far meglio, con 12 su 19 in questa stagione.

MotoGP e quattro ruote sono però mondi diversi. E anche i relativi portafogli. Tolti i team gestiti direttamente dalle Case, nelle due ruote il grosso è fatto di team indipendenti, soprattutto in Moto2 e Moto3. Per loro far quadrare i conti non è impresa facile. Un esempio? Honda pensava di vendere almeno 4 Production Racer, è solo a quota due e anche una struttura professionale come quella di Lucio Cecchinello ci sta pensando due volte prima i fare il passo più lungo della gamba. Yamaha per piazzare due moto ha dovuto dare il pacchetto completo e comunque c’è stato solo un acquirente, Forward. Tutti gli altri pensano di rimanere con quello che hanno.

La traduzione: soldi non ce ne sono. Se poi guardiamo le classi ‘minori’, la situazione è quella che tutti conosciamo. Tolte poche squadra ben strutturare, le altre spesso scelgono i piloti guardando più al conto in banca che al polso destro. Per tutte, comunque, due trasferte in più fuori dall’Europa sono un macigno che pesa sulle casse. E allora perché Dorna sposta il suo baricentro fuori dall’Europa? Semplice, al momento i maggiori introiti per l’organizzatore arrivano dai soldi pagati dai promoter locali per potere ospitare un GP e con l’Europa alla canna del gas, le risorse bisogna trovarle altrove.

Una fotografia aerea del circuito di BrasiliaLa scelta di Brasilia segue questo ragionamento. Anche perché il circuito non è attualmente in condizioni di ospitare una gara mondiale. Il video qui sotto, che si riferisce a una gara del 2012, mostra un pista che sente il peso degli anni. Ciuffi d’erba fra i cordoli, vie di fuga insufficiente, qualche guard rail e muretti non proprio al posto giusto. Il sito ufficiale dal Nelson Piquet reca la scritta ‘in costruzione’ e riporta un calendario non si sa riferito a quale anno. In cinque mesi dovrebbe trasformarsi, il tempo c’è ma il lavoro da fare è senza dubbio tanto.

Fedro ha scritto una favola in cui la protagonista era una rana, che voleva competere in grandezza con un bue. Continuò a gonfiarsi per raggiungerne la mole, fino a scoppiare prima di riuscirci. La MotoGP sembra essere sulla stessa strada. Un’immagine sempre più internazionale e tappe in Paesi emergenti non sono un male di per sé, ma, come in una casa, la costruzione di ogni nuovo piano deve poggiare su fondamenta solide, altrimenti rimane solo un grande ammasso di macerie da ammirare.

Il calendario definitivo 2014 non è ancora stato comunicato. C’è tempo per portare gli opportuni cambiamenti. Giusto per non fare la fina della rana.

GUARDA IL VIDEO

 

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