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MotoGP, Indianapolis: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Marquez si trasforma in conquistador, Rossi si sveglia in ritardo, Hayden fa il kamikaze

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Addio America, terra della libertà, degli hamburger e di Marquez, Marquez, Marquez. Tre volte, come le sue vittorie. Il conquistador spagnolo ha portato a termine la sua campagna con piglio da antico romano. Veni, vidi, vici. Gli altri si leccano le ferite e preparano il contrattacco. Pedrosa  e Lorenzo guardano le loro cicatrici e affilano le armi. Rossi cerca di capire cosa non funzioni nella sua macchina da guerra. In Ducati incassano un’altra sconfitta e il vessillo continua a essere a mezz’asta. Forse anche più in giù.

IL BELLO – Alcuni lo chiamano il Predestinato, come il Neo di Matrix. La giacca di pelle c’è, ma più attillata e in moto va certamente meglio di Keanu Revees. Non sceglie fra due pillole, ma inghiotte gli avversari incurante dei colori. Le sue gare non salveranno i destini del mondo, ma incantano per la perfezione e la semplicità di esecuzione. Come Stoner il gesto è perfetto, come Rossi la battuta è pronta, come Roberts ha vinto già quattro gare, come… Forse è ora di smetterla di fare paragoni, Marc Marquez sta diventando il riferimento.

IL BRUTTO – Non c’è niente di peggio di una promessa non mantenuta. Noi, a vedere nei primi turni di libere Fenati e Corsi lì davanti, ci avevamo creduto. Avevamo incominciato a spolverare la bandiera, il mandolino, la pizza e tutto l’armamentario del ‘vero’ tifoso tricolore. Hanno fatto due belle rimonte, quello glielo riconosciamo. Solo loro però, perché gli altri italiani…

Andrea Dovizioso e Nicky HaydenIL CATTIVO – Come se Ducati non avesse abbastanza problemi, Nicky Hayden si esibisce in una personale interpretazione del nipponico Kamikaze. Con tanto di decollo sul cordolo. Per non fare sentire Dovizioso escluso, lo coinvolge nel numero di equilibrismo. Smith si gode lo spettacolo e le due posizioni in omaggio, la Direzione Gara fa una comparsata. Non è la prima volta che i due uomini in rosso entrano in rotta di collisione quest’anno. Forse tutto sommato è un bene, è l’unico motivo per parlare della gara delle Ducati.

LA DELUSIONE – Il podio a Laguna Seca, dei turni di libere incisivi. Poi Stefan Bradl è scomparso. Una caduta in qualifica e ultima Honda in gara. Sembrava essersi definitivamente sbloccato mentre il meccanismo si è inceppato. HRC gli ha dato fiducia, il polso destro funziona, non gli manca niente per riprendersi subito.

Valentino RossiLA SORPRESA – Il 4 in pagella era già tracciato con la biro rossa, poi Valentino Rossi ha iniziato a rispondere a tutte le domande. Non rimane che promuoverlo, con la certezza che non ha copiato. Però i compiti a casa deve farli meglio, perché ai box qualcosa non funziona e la sua M1 sembra fare l’opposto delle altre. Lenta quando quella di Jorge vola, poi recupera mentre l’altra rallenta. Il diapason non è ancora perfettamente accordato.

LA CONFERMA – Sono diversi, ma con lo stesso obiettivo. Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa, sfidanti ammaccati del piccolo diavolo, sono tornati. Il maiorchino ha fatto di tutto e di più per contrastare Marquez, il catalano è stato meno appariscente ma più concreto. Hanno corso con un occhio alle rispettive spalle e non con un passo da infermeria. Non ci aspettavamo niente di meno, ma è stato bello vederlo.

IL SORPASSO – Non sono mancati e, come a un gran galà, li dividiamo in tre categorie. Premio pulizia: a Marquez, pulito e sfrontato nel passare allo stesso modo sia Lorenzo che Pedrosa. Premio chirurgia: a Rossi, che si becca del ‘bastardo’ (ed è un complimento) da Crutchlow reo di avergli lasciato tre millimetri di spazio. Premio follia: a Redding, che ha dato una sua personale interpretazione del rodeo ai danni di Espargaro.

L’ERRORE – Ben Spies sta arricchendo di nuovi significati l’espressione ‘stagione buttata’. Il dove, aggiungetelo voi. Che ci sia un problema non c’è dubbio, resta da scoprire se il texano abbia voglia di risolverlo. Adesso riinizia il solito pellegrinaggio fra i dottori, sperando sia l’ultimo.

LA CURIOSITA’ – Nessuno aveva mai vinto il trittico di gare americane. La tripletta è riuscita a Marc Marquez. Al primo colpo. E la lista dei record si allunga.

IO L’AVEVO DETTO –L’obiettivo è continuare a migliorare passo dopo passo, senza esagerare”. Ben Spies predica bene e razzola male.

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