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SBK, Silverstone: tre Case per la corona

Aprilia incalzata da Kawasaki e BMW. Ducati cresce e aspetta il regolamento 2014

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Il circuito di Silverstone si prepara ad aprire i battenti al circus della Superbike, giunto al nono appuntamento della stagione. Con 14 manche ancora da disputare, il campionato è quantomai aperto, con cinque piloti e tre Case in lizza per il titolo.

APRILIA COMPLETA – La moto di Noale si è dimostrata fin qui la più completa del lotto. Eugene Laverty ha ottenuto quattro vittorie ed altrettanti podi, ma cinque ritiri lo penalizzano nella classifica iridata, dove è quarto a 49 lunghezze di distanza dal compagno di squadra Guintoli. Il francese, al contrario, ha centrato una sola vittoria nella gara d'esordio ma ha fatto tesoro della costanza: 10 podi in 15 manche disputate lo hanno portato al comando del campionato per 4 punti su Tom Sykes.

Grazie anche alle buone prestazioni di Davide Giugliano, eroe della Superpole a Mosca, la Casa di Noale domina il campionato Costruttori davanti a Kawasaki (-33) e BMW (-38), ma un paio di rotture hanno suonato il campanello d'allarme. Alcuni hanno puntato il dito contro la crescente attenzione (o distrazione, che dir si voglia) verso il progetto MotoGP, dove Aprilia si prepara a tornare con status da prototipo. Dall'Igna & co. hanno smentito seccamente le accuse, ma l'affidabilità sarà un elemento chiave della seconda metà di stagione.

BMW IMPREVEDIBILE – Con la vittoria a Mosca, Marco Melandri ha rilanciato la propria campagna per il titolo portandosi a 32 punti di svantaggio da Guintoli e 28 da Sykes. Il ravennate, vincitore in tre occasioni fin qui, sembra aver fatto tesoro della lezione imparata lo scorso anno. Solo due ritiri per lui, uno dei quali totalmente incolpevole (quando Checa lo trascinò involontariamente a terra a Phillip Island): soltanto Guintoli ha fatto di meglio. "Macio" deve però ancora migliorare dal punto di vista della velocità nella messa a punto. Il ritiro della Casa a fine stagione potrebbe ostacolare l'attenzione, o trasformarsi in motivazione aggiuntiva decisiva. Solo nelle prossime gare emergeranno risposte.

La RR è comunque migliorata dopo i test di Imola, come dimostrano anche le prestazioni di Chaz Davies in Russia. Il britannico, leggermente deludente dopo la doppietta di Aragon, e il quinto ed ultimo (174 punti) dei cavalieri in lotta per il campionato. Il titolo resta probabilmente un miraggio, ma le vittorie no: potrebbe rappresentare un terzo incomodo in più di un'occasione.

KAWASAKI SCIUPONA – Nonostante il titolo sfuggito per solo mezzo punto, la Kawasaki sembra non aver assimilato completamente la lezione della scorsa stagione. La "verdona" ha lavorato duro sulla longevità delle gomme, con ottimi risultati, ma qualche disattenzione di troppo da parte di pilota e squadra a non raccogliere tutto il seminato. Ad Aragon furono problemi al motore, a Portimão una caduta nel giro di allineamento, a Mosca la frizione: tre ritiri che pesano soprattutto guardando il ruolino di marcia del pilota di Huddersfield, sempre a podio ad eccezione dell'Australia dove corse in condizioni fisiche precarie dopo la caduta nei test. "Il diavolo sta nei dettagli", dice il detto inglese, ed è proprio su questi che il team si dovrà concentrare perché la competitività di moto e pilota (che ha già rinnovato il proprio contratto) non sono in discussione.

DUCATI GRANDE ASSENTE – Nella lotta al titolo, spicca l'assenza di una Casa come Ducati, protagonista storica del campionato. La 1199 Panigale vola nella Stock ma stenta a decollare nella massima serie, e poca conta l'eliminazione degli "air restrictor": a Bologna puntano l'indice principalmente sulla poca flessibilità regolamentare nell'elaborazione del motore in confronto ai quattro cilindri, ma parte dei problemi vanno anche imputati a fattori umani: complice una serie sfortunata di guai fisici, Checa non è mai stato sé stesso fin qui. Unica eccezione: Phillip Island, dove fece la pole position prima del brutto incidente in Gara 1. Ciò a testimonianza che la moto ha un potenziale maggiore di quanto mostrato fin qui. Il primo podio ottenuto con Badovini e la competitività mostrata da Checa (prima dell'ennesimo incidente) a Mosca lasciano comunque ben sperare per una seconda parte di stagione, se non da protagonisti, in crescita.

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