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MotoGP, Rossi-Marquez: le affinità elettive

Spietati e giocosi, i due stanno riscrivendo insieme la storia della MotoGP

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In fasi diametralmente opposte della loro carriera, Marc Marquez e Valentino Rossi stanno riscrivendo la storia del motociclismo. Il primo per precocità di risultati, il secondo per longevità di rendimento. Ad accomunarli, tuttavia, c'è qualcosa di ben più profondo e immanente. Un'affinità elettiva che nasce da un approccio comune alle corse: giocoso e spietato allo stesso tempo.

A Laguna Seca, Marquez ha dato prova di un'intelligenza mediatica fuori dal comune, come non si vedeva dai tempi di Rossi stesso. Il sorpasso al Cavatappi, regolare o meno che sia, è solo apparentemente improvvisato: è stato un atto premeditato, calcolato meticolosamente, chirurgico. Piegare il nove volte iridato, con il ritmo che aveva Marquez, era un'impresa assolutamente alla portata. Farlo nel luogo del sorpasso più iconico (ma non necessariamente più tecnico) del pilota più amato della storia recente denota una classe che in pochi possono vantare. Quello che ha fatto Marquez trascende la dimensione tecnica e punta dritto al cuore degli appassionati, dal decano esperto al novizio che a malapena sapeva cosa fosse la MotoGP.

Ad impreziosire il gesto, Rossi ha accettato di buon grado, scherzando come suo solito e ammettendo la superiorità del ritmo dell'avversario. Il "Dottore" rimane il più abile a gestire le proprie emozioni in pubblico, ma l'impressione è che il suo "strangolamento e abbraccio" al rookie in parco chiuso fosse un gesto sincero. Come a dire: "Sei un figlio di… Stavolta mi hai proprio fregato, ma stai sicuro che ci sarà la rivincita".

Questo è lo sport, quello vero, fatto di vittorie e sconfitte ma soprattutto battaglie. In attesa della prossima puntata, Marquez ha staccato Rossi, Biaggi, Spencer, Cadalora e Pedrosa per numero di vittorie all'esordio in classe regina, mettendosi a caccia di Kenny Roberts (4). Un altro record destinato, con ogni probabilità, a crollare dopo quelli di pilota più giovane a salire sul podio, vincere una gara, e comandare la classifica. Rossi non è stato da meno, diventando a Laguna Seca il più vecchio pilota della MotoGP a conquistare tre podi consecutivi (record che, dal 1975, apparteneva a Phil Read).

Come l'alba ed il tramonto, i due si assomigliano, ma non sono uguali. Fin qui, Marquez ha replicato – con notevole cura dei particolari – i "capolavori" di Rossi all'ultima curva di Jerez ed al "Cavatappi". Di Valentino però ce n'è uno solo, lo sa perfettamente anche Marc, e le repliche sono sempre carenti rispetto all'originale. L'apprendista sembra ora pronto per imboccare una strada "artistica" tutta sua. Non resta che aspettare per ammirare le linee ed i colori che pennellerà con la sua "tavolozza" da 250 cavalli.

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