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MotoGP, Rossi: giro del mondiale in 80 vittorie

Da Donington nel 2000 ad Assen: quasi 13 anni di successi, è la striscia più lunga della top-class


Il circuito del Sachsenring marca l'ottavo appuntamento nel calendario del motomondiale. Il toboga tedesco ha spesso riservato colpi di scena – ricordiamo la scivolata alla penultima curva di Stoner lo scorso anno – e visto il trend della stagione in corso non ci aspettiamo niente di meno.

Dopo Assen, gli occhi sono puntati su Valentino Rossi. In molti si chiedono se il "Dottore" sia in grado di giocarsi podio e/o vittoria con maggior costanza da qui in poi, ma con il suo 80esimo successo nella top class (106 in totale) Rossi ha già riscritto alcuni record. Ha interrotto innanzitutto la striscia di 44 GP senza un italiano vincitore in classe regina, la più lunga dai tempi di Cadalora, che nel GP della Gran Bretagna del 1993 fece risuonare l'inno di Mameli dopo 62 gare di silenzio.

Solo Bayliss, Barros e Capirossi sono stati capaci di vincere un GP in età più avanzata ma Valentino, a 34 anni, detiene già il record di giorni trascorsi tra la prima e la (per ora) ultima vittoria in classe regina: 12 anni e 355 giorno sono passati dal GP della Gran Bretagna del 2000 a due settimane fa ad Assen. Per quanto riguarda il record di tempo tra le vittorie nel mondiale, solo Capirossi gli è davanti con 17 anni e 49 giorni contro i 16 anni e 315 giorni di Rossi, che potrebbe riscrivere anche questo record in caso di vittoria da Sepang in poi.

La favola a lieto fine di Assen fa felici anche gli appassionati di "numerologia": con essa, il numero 46 ha ottenuto 4646 punti in carriera.

Chi saranno i suoi principali avversari? Sicuramente Dani Pedrosa, che al Sachsenring ha vinto ben 6 volte, una in più di Rossi, di cui tre consecutive negli ultimi anni. Lo spagnolo, leader nella classifica iridata con 136 punti (9 in più di Lorenzo) non può sbagliare il colpo dopo aver "graziato" il maiorchino in gara ad Assen. La pista tedesca presenta 10 curve a sinistra contro solo 3 a destra, e Lorenzo, nonostante abbia corso una gara ai limiti delle possibilità umane in Olanda, ha la clavicola sinistra infortunata (oltre a non aver mai vinto in Germania in classe regina). Solo un imprevisto clamoroso potrebbe impedire a Pedrosa di aumentare il proprio vantaggio in campionato.

A proposito di imprevisti, Cal Crutchlow e Marc Marquez saranno ancora una volta, anche se per motivi diversi, mine vaganti. Il britannico ha accumulato tre podi consecutivi (non succedeva ad un pilota britannico dai tempi di Ron Haslam nel 1985) e la prima pole position in carriera negli ultimi appuntamenti, e gli manca solo una vittoria per essere considerato un top rider alla stregua degli ufficiali di Honda e Yamaha – una condizione importante per assicurarsi una "sella" prestigiosa per la prossima stagione.

Marquez affronterà invece per la prima volta su una MotoGP il circuito dove ha vinto durante le sue ultime tre visite (una in 125 e due in Moto2), sempre partendo dalla pole position. Il 20enne di Cervera ha fatto qualche caduta di troppo al Mugello e in Olanda, ma per ora tutto sembra sotto controllo. È normale che, dopo qualche scivolata innocua, il pilota provi a forzare in uscita di curva per recuperare i pochi centesimi che al momento lo separano dai primi della classe. Lezione imparata? Lo scopriremo a partire da venerdì mattina.

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