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SBK, La Dorna "ridisegna" la Superbike

Comincia a delinearsi la strategia che la Società spagnola ha in mente per le derivate

La Dorna "ridisegna" la Superbike

Addio Superbike! Almeno nella forma che abbiamo conosciuto sinora...

Questa sembra la sintesi dei primi stralci di progetti concreti che cominciano a venire fuori dalle dichiarazioni dei manager della Dorna.

Premettendo che dopo ventisei anni di vita la Superbike ha bisogno di una rivisitazione che la riporti al passo dei tempi - concetto che deve essere considerato acquisito soprattutto in questo momento di crisi - le scelte che sembra stia facendo la Dorna per le derivate sono radicali.

Chi continuava a sperare in una Superbike che rappresentasse quello che i cosiddetti Sport Prototipi (o le GT) sono per le auto - con la MotoGP come Formula Uno - forse dovrà rassegnarsi.

La Dorna aveva deciso - con il parere contrario delle Case - che la SBK doveva diventare una Superstock evoluta. Di fronte alle obiezioni della MSMA i dirigenti spagnoli non hanno voluto innescare un braccio di ferro (c'erano in ballo anche novità per la MotoGP, focus del business per l'Azienda iberica) ed hanno approvato alcune modifiche regolamentari che comportano l'abbassamento dei costi delle moto, la limitazione nel prezzo di alcune componenti della ciclistica (ed esempio la forcella), ecc.

Nel frattempo, però hanno lanciato una Superbike Evo che altro non è che una Superstock parzialmente liberalizzata, creando una bella dose di confusione. Avrebbe avuto senso questa categoria se le cose fossero rimasti uguali al 2013, ma che senso ha inserire una novità proprio quando si modifica il regolamento attuale?

Ora, mentre bisogna vedere quanti team dell'attuale STK troveranno risorse per affrontare le trasferte extra europee - anche se Carmelo Ezpeleta ha annunciato aiuti ai team -, quali Case continueranno a fare una Superbike che poi non venderanno a nessuno visto che anche alcuni campionati nazionali hanno fatto la scelta della STK Evo?

E in questa situazione di mercato dove troveranno le Case le risorse per progettare, industrializzare e vendere Supersportive da destinare più o meno indirettamente alla Superbike?

Eugene Laverty a ImolaD'altro canto le prestazioni di alcune moto - basta guardare le classifiche STK - le taglieranno fuori dalla Superbike con il risultato di una riduzione delle presenze. E ipotizzare un ingresso futuro e solo ipotizzabile di KTM e Triumph non compensa certamente una possibile uscita di Honda, Aprilia e magari qualche altro.

LA SIRENA MOTOGP - Le recenti decisioni in merito alle ex CRT aprono ulteriori spazi all'esodo massiccio dalla Superbike. L'Aprilia sta dimostrando sempre maggiore attenzione alla MotoGP (lo dimostrano anche le dichiarazioni ufficiali in occasione del week end di Imola) e le prestazioni crescenti dell'ART sono la dimostrazione che la Casa di Noale sta lavorando per annullare già da quest'anno il teorico divario tra le CRT e le MotoGP "low cost" (se ci saranno). "Se ci saranno team che ce lo chiederanno - ci ha detto Dall'Igna - forniremo motori di potenza adeguata che stiamo già provando da qualche tempo". Ed allora visti anche i risultati commerciali, perché rimanere in Superbike?

Ed anche la Kawasaki sembra che stia provando un motore evoluzione della Superbike che potrebbe essere utilizzato in MotoGP.

Dal punto di vista della competizione, poi, un conto è schierare 16-18 moto "vere" SBK tra ufficiali e privati, ed un conto è averne solo una decina. Anche perché se oggi i team fanno grandi sacrifici per avere moto Superbike (tipo Althea, Red Devils, Pedercini) domani potrebbero rivolgere la propria attenzione (e la propria borsa) alla STK Evo.

IL CALENDARIO ASIATICO - Un altro aspetto importante sarà il calendario. Mentre quello della MotoGP continuerà ad avere una importante "base" europea, quello della Superbike sembra sempre più rivolto verso altri Continenti, soprattutto Asia e Sud America, mercati emergenti.

Ed in questo contesto vediamo l'abolizione della Superstock 600 a favore di una Supersport meno esasperata, ma soprattutto l'introduzione di una classe 200-400 (da definire in base ai prossimi modelli giapponesi che sono attualmente 300 cc) che ha un grande successo nei Paesi asiatici e sudamericani. Inutile dire che questa cilindrata, al momento, è praticamente inesistente in Europa.

Tom Sykes a ImolaSi era parlato in alcune riunioni tra Dorna e le Case anche di una classe maxiscooter (!!) mentre era stata praticamente trascurata una categoria Naked, segmento tra i più venduti in tutto il mondo!

Tornando al calendario ci saranno - sembra - gare in India, Thailandia, Indonesia, Argentina a discapito di doppie gare in Europa, in primis l'Italia che arriverà ad avere un solo appuntamento stagionale.

Da non trascurare, infine, la formula di gara che certamente verrà (giustamente) rivista ma non si sa in quale modo. La Superbike, quindi, perderà un'altra delle sue peculiarità che la distinguevano dalle altre formule.

UN CAMPIONATO DI TEAM - Insomma da questo scenario, potrebbe nascere un campionato animato dai team, come quello dell'endurance che al di là delle gare francesi, vive nel più completo anonimato e nell'indifferenza più totale.

E la Superbike sarà sempre più una serie rivolta ai Paesi emergenti, augurandoci che ci siano realmente in Asia o in Sudamerica squadre che possano sostituire quelle che attualmente popolano da molti anni questo Campionato. Senza considerare che le filiali europee delle Case giapponese potrebbero non avere nessun interesse a finanziare un team che partecipi ad un Campionato che svolge per metà fuori dal Vecchio Continente.

Questo alla luce dello stato attuale delle cose ma se si continua a rimandare di continuo la definizione delle regole future forse qualche dubbio c'è. Speriamo che non tutto quello che si è sinora ascoltato venga attuato...

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