E’ un Valentino riflessivo quello che parla dopo il podio mancato a Barcellona, una di quelle piste su cui contava per potere cambiare definitivamente il ritmo della sua stagione. “Il podio era l’obiettivo e non esserci salito non può rendermi felice” mette subito in chiaro il Dottore. All’inizio sembra lasciarsi andare al nervosismo, da una parte per il traguardo mancato, dall’altra per avere di nuovo trovato sul suo cammino Bautista, sdraiatosi alle prime curve davanti alle sue ruote, questa volta senza centrarlo fortunatamente.
BAUTISTA? NON MOLTO INTELLIGENTE – Il conto con Alvaro sembrava essersi chiuso al Mugello con una risolutiva stretta di mano, ma è stata solo una tregua. “Secondo me il suo atteggiamento è poco intelligente – attacca – Due settimane fa aveva fatto un errore, mi aveva detto di non avermi visto e ci ho creduto. Sono cose che possono capitare, una volta. Oggi invece non solo l’ha rifatto, ma sempre con me e questo mi sembra molto stupido. Ho anche rischiato di andare a terra e passarmi in quel momento e in quel punto sarebbe stato completamente inutile. Non solo ero perfettamente in traiettoria, ma anche più veloce di lui”.
Rossi non fa sconti: “non è la prima volta che succede – continua – l’anno scorso centrò Lorenzo ad Assen e me a Valencia. Quando vede i piloti più forti davanti a lui diventa pazzo, forse vuole dimostrare di essere migliore. Mi sembra stupido rifare la stessa cosa sia per quanto mi riguarda che per lui, magari poteva fare una bella gara, anche se non me ne frega nulla”. La conclusione è scontata: “la Direzione Gara dovrebbe prendere dei provvedimenti – tuona – un episodio singolo ci sta, due di fila no”.
CONTINUO A MIGLIORARE – Sbollita l’ira, il Dottore si concentra sugli aspetti positivi della sua gara. “Posizione a parte – sottolinea – Direi che questo è un weekend positivo, forse il migliore di tutto questo inizio di campionato. Sono stato coi primi in tutte le sessioni di prove, in gara ho fatto una buona partenza e sono riuscito a stare nel gruppo dei migliori. Purtroppo non avevo un ottimo setting, soprattutto con il serbatoio pieno e le gomme nuove avevo problemi all’anteriore in inserimento”. Quello che lo ha obbligato a perdere il treno buono e fare una gara in solitaria. “Nei primi sette o otto giri ero più lento di loro – spiega – Non di molto, appena qualche decimo, ma comunque è bastato per fare la differenza. Per lottare con i tre spagnoli e Crutchlow bisogna ancora migliorare”.
Il cronometro non basta però ad abbatterlo, anzi a fine gara sembra trovare ottimismo. “Siamo in crescita, GP dopo GP – assicura – Sono arrivato a meno di 6 secondi da Lorenzo e le Honda erano ancora più vicine. Penso che anche la gara del Mugello avrebbe potuto riservare lo stesso risultato, forse anche un podio. Alla fine si tratta dello stesso distacco del Qatar, è la posizione finale a cambiare. Sono felice, sappiamo di dovere ancora soffrire, ma anche che ci manca un solo passo. Conto sui test per trovare quello che ci manca. Non avremo novità, ma non rappresenta per me un problema perché prima devo ottenere il massimo da quello che ho”.
IL FANTASMA DUCATI - Perché qualcosa manca e Rossi chiarisce quanto sia dovuto alla moto e quanto a se stesso. “Nei primi test con la M1 ho incominciato utilizzando le regolazioni di Lorenzo, ma faticavo a guidare – racconta – Sono passato quindi a un setting più simili a quelli che usavo in passato e poi mi sono avvicinato a quello di Lorenzo. Ma il suo setup ancora non riesco a usarlo”. Valentino non ha mai negato che gli servisse tempo per ritornare ai livelli che tutti si aspettano, “ma non mi sono mai posto un limite, è impossibile capirlo – afferma – Però posso dire di essere stato più sorpreso dal podio in Qatar che dalle gare seguenti”.
Un segno che gli anni in Ducati qualche cicatrice lo ha lasciata. “Non mi sono disabituato a stare davanti in gara – specifica – però mi manca ancora confidenza con la moto, non mi sono ancora adattato completamente. Questa moto può fare cose che io non riesco ancora a fargli fare. In questo hanno inciso i due anni in Ducati”. E poi anche da un punto di vista mentale, soprattutto in comparazione ai rivali. “Dani e Jorge sono in un momento di forma e in uno stato mentale altissimi – ammette – Hanno la sicurezza di entrare in pista ed essere veloci dal primo all’ultimo giro. Sono continuamente cresciuti negli ultimi anni, mentre io mi sono trovato in difficoltà”.
LOTTO CONTRO I MIGLIORI – I tre spagnoli sono all’apice della propria carriera, per stessa ammissione del Dottore, “ma è difficile dire se siano i più forti avversari che abbia mai incontrato – aggiunge – Sicuramente sono i migliori in questo momento. Ma il problema non è il loro stile di guida, anch’io so guidare così, raddrizzando la moto presto. E’ vero che con queste gomme è più difficile guidare, ma non è un problema adattarsi. Anzi sono ottimista, so che non sarà facile avvicinarmi ma posso riuscirci”.
Magari per farcela si potrebbe ricorrere all'aiuto di un motivatore, o di uno psicologo sportivo. "Non mi vergognerei a farlo se ci credessi - dice - Lorenzo ha seguito questa strada, ma penso che sarebbe arrivato allo stesso livello anche senza".