Lorenzo vs Bridgestone: è 'caso' gomma

"Non è colpa del setup" ma il gommista risponde: "le analisi dicono che lo pneumatico è OK"

Share


L’unico momento che Lorenzo ricorderà con piacere della domenica di Le Mans sarà lo scambio di caschi con Lewis Hamilton. “Una persona normale, non una star – dice – Ci eravamo conosciuti già lo scorso anno a Barcellona per un evento promozionale ma non avevamo avuto modo di parlare molto. Il suo è il primo casco di Formula 1 che entra nella mia collezione e rimarrà fra i miei preferiti”. Meno male che il maiorchino non è scaramantico perché l’inglese aveva augurato prima della partenza che Jorge o Rossi vincessero. “Lo ha detto perché siamo i suoi piloti preferiti, fa piacere” ha risposto il campione del mondo.

Tornando alla gara, invece, il buon umore scompare. Settimo al traguardo e anche grazie alle cadute di Bradl e Rossi. “Non ho mai avuto sensazioni peggiori in moto nella mia intera carriera. Tutta colpa della gomma – spiega – Durante il warm up l’avevo rodata con la moto che aveva l’assetto d’asciutto. Appena un giro, poi ho continuato il turno con la seconda, assettata per il bagnato”. La mattina non si era accorto di alcuna anomalia, ma in gara “lo pneumatico, dopo i primi tre giri, ha incominciato ad avere un comportamento inaspettato – afferma Non avevo trazione, in ogni curva rischiavo di cadere. Non era un problema di setup perché non abbiamo cambiato niente dal warm up. Io non sono un tecnico della Bridgestone, io credo che lo penumatico fosse difettoso ma non posso assicurarlo”.

Fin qui la versione di Jorge. Perché quella della Bridgestone è diametralmente opposta: “abbiamo esaminato la gomma e non ha presentato nessun difetto né anomalia – dice un suo portavoce – Anche il suo consumo era ampiamente nei limiti previsti, con qualche logica differenza dagli altri dovuta all’assetto usato e allo stile di guida del pilota”. Un piccolo ‘caso’, insomma, che lascia un’ombra sulla prestazione del maiorchino, che tra l’altro ha avuto anche un problema di appannamento alla visiera del casco, “ma non è quello che ha influenzato la mia prestazione”.

Forse quello che lo preoccupa di più è vedere ancora due Honda sul podio e i 17 punti di distacco da Pedrosa in campionato. “Non so se in ottica iridata sia più pericoloso Dani o Marc – le sue parole – Ma ci sono ancora 14 gare da correre e il distacco è recuperabile”. Però servono anche sviluppi sulla M1 “che soffre sempre in accelerazione e per potenza, anche se qui si è comportata meglio delle altre gare – spiega – Non so quando arriveranno gli aggiornamenti, ma spero il prima possibile”.

__

Articoli che potrebbero interessarti