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Cecchinelli: la futura MotoGP sarà così

Il Direttore Tecnico della Dorna a ruota libera su 'prototipi di serie' e CRT

MotoGP: Cecchinelli: la futura MotoGP sarà così

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Se la stagione 2013 è solo all’inizio, nell’ufficio dei manager si pensa già al 2014. Un anno che non darà il via a una vera e propria rivoluzione ma che porterà comunque con sé cambiamenti importanti. Tre sono i nomi da appuntarsi: Honda, Yamaha e Magneti Marelli. La prima venderà un prototipo low cost, una moto che con tutta probabilità darà la spallata definitiva alle CRT. La seconda darà in leasing il suo quattro cilindri, lasciando ai team l’incombenza di cucirgli addosso un telaio. La terza è l’azienda che fornirà a tutti, nessuno escluso, la centralina elettronica.

Le scelte dei due costruttori giapponesi sono state diverse ma, a ben guardare, sottintendono una linea comune. Honda ha nel motore il suo punto di forza e lo consegnerà ai privati senza i suoi segreti più invidiati: il cambio seamless (sogno proibito di Rossi e Lorenzo) e la distribuzione a valvole pneumatiche. Yamaha ha invece nella ciclistica il suo fiore all’occhiello e anche lei lo terrà ben chiuso in cassaforte. Insomma, le due sorelle non hanno nessuna intenzione di ‘regalare’ il loro lavoro al primo arrivato (per quanto capiente sia il suo portafogli), decideranno cosa dare e come darlo, evitando il rischio di qualsiasi brutta sorpresa.

La proposta più appetibile è comunque quella che arriva da Tokyo: un milione di euro e passa la paura. “Penso che allo stesso costo di una CRT attuale venga offerto un ottimo pacchetto. Con il valore aggiunto che la moto rimarrà alla squadra, a differenza di quanto propone Yamaha” è il commento di Corrado Cecchinelli, Director of technology del campionato. Una soluzione che va incontro all’obiettivo di riduzione dei costi che Dorna continua a dire sia indispensabile raggiungere. Più difficile invece seguire la strada di Yamaha, perché in quel caso per 800mila euro i motori devono essere restituiti a fine stagione e inoltre bisogna ancora progettare e costruire il telaio. Operazione non solo per niente economica, ma anche molto difficile da portare a termine con successo. Infatti nel paddock nessuno sembra fare la fila fuori dagli uffici Yamaha per accaparrarsi il quattro cilindri di Iwata.

‘Mamma’ Honda, quindi, ancora una volta sembra avere fatto la mossa giusta per togliere le castagne dal fuoco ad Ezpeleta. “La soluzione per mettere un freno ai costi ci sarebbe stata – dice Cecchinelli – Avevamo proposto alle Case di bloccare lo sviluppo delle moto per tre anni, ma non hanno accettato. Forse potevamo forzare di più la mano in qualche occasione”. Invece i prezzi hanno continuato a salire e non solo in MotoGP, il caso più eclatante è quello della Moto3. “Prenderemo provvedimenti, ma economicamente questo è un mondo che non riesce ad autoregolamentarsi – spiega – Mi chiedo che senso abbia acquistare un kit di alleggerimento della moto da decine di migliaia di euro in Moto3 se poi bisogna usare delle zavorre per rientrare nel peso minimo”.

La centralina unica è un altro tassello per cercare di livellare prestazioni e togliere costi di sviluppo, anche se solo per i team ‘privati’. La regola non è semplicissima ma Cecchinelli chiarisce i dubbi. “L’hardware sarà uguale per tutti e migliore di quello disponibile in questa stagione – dice – Le moto ufficiali avranno un software sviluppato completamente da loro e il limite di 20 litri di carburante e 5 motori. Tutti gli altri, quindi anche le Honda 'Production racer' e chi userà i motori Yamaha, si affideranno invece a un software fornito da noi, che potranno tarare sulle loro esigenze ma non stravolgere. Inoltre avranno il vantaggio di 4 litri di benzina in più e 12 propulsori. Questa taratura può essere anche fatta dalla Casa che fornisce moto o motori. Se invece volessero scrivere tutto da zero perderebbero tutti i vantaggi”.

La strada sembra quindi segnata e i numeri formano un’immagine credibile del futuro schieramento di partenza. Ci saranno 12 MotoGP, quattro a testa per Ducati, Honda e Yamaha, oltre a due Suzuki e a 5 production racer dell’ala dorata. Calcolatrice alla mano rimangono ancora cinque posti liberi, sicuramente ci sarà qualche Aprilia e magari qualcuno tenterà la carta del quattro cilindri Yamaha. “Mi sembrano numeri realistici – commenta Cecchinelli – del resto a parità di prezzo con una attuale CRT, Honda sembra fornire più garanzie”. Il futuro è segnato, in attesa del 2016, quando ci sarà la vera rivoluzione.

La foto in apertura è la MotoGP con la quale prenderemo anche noi parte al prossimo mondiale...ci piacerebbe! Si tratta di un rendering realizzato da Fojadesign, in collaborazione con cui realizzeremo degli articoli di tecnica. Rimanete collegati a GPOne, presto novità sul blog di Alberto Cani.

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