La pistola più veloce del Texas è ‘baby face’ Marquez. Ha preso la mira nel deserto di Doha, ha fatto centro ad Austin. La sua taglia è destinata a salire e per fermarlo i vecchi pistoleri dovranno ungere bene le loro sei colpi. Dalla mano ferma e spietata, il catalano ha messo paura ai baroni. Rossi, che si era divertito nel duello di due settimane fa, questa volta invece ha trovato la pistola inceppata. Manca di precisione quella del Dovi, che però spara come un forsennato. Tutti ottimi tiratori gli spagnoli, mentre lo sceriffo locale mette in prigione Schwantz.
IL BELLO – Per Marc Marquez sembra tutto semplice, pure troppo. In verità il ventenne che ha preso il posto di Freddie Spencer nel libro dei record è uno che lavora e si impegna. Però quando è in pista fa sembrare ogni manovra semplice, come respirare. E’ questa la sua grandezza, quella che solo i campioni hanno. In Texas ha scritto la prima pagina di una nuova storia e non vediamo l’ora di leggere come andrà a finire.
IL BRUTTO – Texas + moto = Kevin Schwantz. L’equazione è talmente semplice da risultare noiosa. Peccato che nella terra natale del 34 nessuno sembri conoscerla. Avremmo voluto parlare con Kevin di gare e piloti, dei tempi andati e di quelli che verranno. Ci siamo trovati a discutere di processi, contratti e tribunali, e neanche in circuito. Tutti i piloti si sono detti tristi di non vederlo nel paddock. Ci associamo. A prescindere da quello che è successo, è quantomeno inelegante non permettergli neanche di varcare i cancelli del CotA. La spiegazione? L’abbiamo chiesta sia ad Ezpeleta che alla dirigenza del circuito. Rispondere sarebbe stato cortese.
IL CATTIVO – Pol Espargaro incappa in una giornata storta, Vinales è leggermente sottotono e gli spagnoli sui nove gradini del podio disponibili ne occupano otto. Solo Kallio si permette un terzo posto in Moto2. Fanno vincere per la prima volta Rins e Terol e assicurano che la loro panchina è lunghissima. Aleix Espargaro poi si mette dietro pure due MotoGp con una CRT. A noi non rimane che sventolare la bandiera finlandese e ringraziare Pasini per la bella rimonta, che almeno fa morale. Ogni volta ci illudiamo (ci scuserete) che sia quella buona, ma il sapore dello spumante ormai ce lo siamo dimenticato. Più fatti e meno pugnette. E’ un consiglio.
Ormai parlare male delle CRT è come sparare su un ambulanza guidata da monaci tibetani. Però qualcuno ci deve spiegare a cosa serve fare correre in una gara di mondiale due moto la Attack Performance (solo nel nome) di Blake Young e la GP Tech di Mike Barns. Il secondo ha la verde età di 45 anni quasi suonati e, quando non condivide la pista con Rossi e Marquez, il sito AMA informa che corre nel campionato nazionale Harley Davidson XR 1200. Si spera in un caso di omonimia. Non si è neppure qualificato. Il primo ha fatto meglio. Ultimo.
DELUSIONE – Il fatto è che quando parla Valentino Rossi a volte è difficile credere alle sue parole. E’ più dolce pensare che faccia pretattica, che voglia confondere gli avversari. Lui come stavano le cose ce l’aveva detto e purtroppo non ha sbagliato. Il podio in Qatar non è stata questione di fortuna e neanche il 6° posto di Doha di sfortuna. Per adesso va così e lo rimandiamo. Ma ci aspettiamo un compito perfetto per Jerez.
LA SORPRESA – Ha vinto l’ultimo titolo della 125 ma non ha entusiasmato. Nella scorsa stagione ha raccolto la miseria di 20 punti in 16 gare. Poi un podio a Valencia e un buon inverno. Il 14° posto in Qatar sembrava avere riportato tutto alla normalità, invece Nico Terol ha fatto una gara da campione. Lasciando la bagarre, e rischi connessi, agli altri e andando a vincere su (udite! udite!) una Suter. Ora basta non perdersi.
IL SORPASSO – Se volete scazzottate da saloon rivolgetevi alla Moto2. Per la nobile arte del pugilato in MotoGP. Il peso massimo Marquez ha mandato a KO con un colpo Pedrosa. Dani non ha reagito, anche se tutto sommato ha incassato bene. Ora i round sono due e tutti a favore del 93.
L’ERRORE – Quando una cosa nasce storta, difficilmente la si raddrizza. Lezione da mettere in cassaforte per Pol Espargaro, che sembra avere dimenticato di essere stato il dominatore del Qatar. Per fortuna nel volo in gara non si è fatto nulla, poteva costargli molto più caro.
CONFERMA – Andrea Dovizioso sta tirando fuori il meglio della Ducati e forse vale anche il contrario. Così cattivo, coriaceo e concentrato insieme non è facile vederlo. Il Dovi sembra esaltarsi nelle difficoltà, i risultati non fanno gridare al miracolo ma il suo impegno è massimo. Che fosse intelligente lo sapevamo, ora sappiamo che sa resistere anche a pressioni e problemi che hanno mandato al manicomio più di un pilota. Un diavolo rosso, e i ducatisti apprezzano.
LA CURIOSITA’ – Le misure di sicurezza del CotA, come ha potuto sperimentare per sua sfortuna il team Tech 3, sono di prim’odine. Quando scoppia un incendio, un particolare telo ignifugo si sgancia dal soffitto copre tutta la zona sottostante trasformandosi poi in schiuma. Per toglierla serve l’aspirapolvere e anche qualche pala, come sanno bene in Yamaha.
IO L’AVEVO DETTO – Kevin Schwantz è un grande ma il suo pronostico del podio, no: “lo stesso del Qatar”.