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Gresini: la MotoGP è sulla giusta strada

La sua squadra compie 17 anni: "ormai sono più famoso come team manager che pilota"

MotoGP: Gresini: la MotoGP è sulla giusta strada

Quando si parla di Fausto Gresini, dire che ha dedicato la sua vita al motomondiale non è un’esagerazione. Nel massimo campionato prima ci ha corso per 12 anni, sempre in 125, poi ha fondato una squadra che è appena entrata nel suo 17° anno di attività. “Si può dire che sia più famoso come team manager che come pilota, anche se ho vinto due titoli” scherza il romagnolo. La sua struttura è, fra quelle indipendenti, sicuramente la più prestigiosa. Ci hanno corso campioni come Kato, Simoncelli, Capirossi, Melandri, Gibernau e nel palmares può vantare due mondiali, il primo nel 2001 in 250 con Daijiro, il secondo nel 2010 in Moto2 come Elias.

Fausto, non è facile continuare in questo ambiente per tutti questi anni.

Questo è un mondo che amo e a cui sono sempre stato affezionato, è questo il mio segreto. Forse quando ho iniziato non mi aspettavo di raggiungere simili risultati, ma con la passione e il lavoro abbiamo portato tanti piloti sul podio e alcuni a vincere in MotoGP, la classe più difficile, e guardandomi indietro posso dire che abbiamo contribuito a scrivere molte pagine di questo sport”.

Quest’anno la tua squadra è stata protagonista di una rivoluzione, a partire dai colori.

Da un problema è nata una nuova opportunità. Non è mai facile cambiare lo sponsor principale, ma in Go & Fun e il suo presidente Bruno Bollini abbiamo ritrovato quella passione che cercavamo. Loro credono in questo sport e abbiamo subito fatto un progetto di tre anni. Gli anni passati con San Carlo sono stati bellissimi, ma serviva dopo tutto quello che è successo un grande cambiamento. E’ iniziata una nuova era per la mia squadra”.

Partiamo dalla Moto3, è la scommessa per il futuro?

“Nasce dalla voglia di dare un’opportunità ai giovani. Antonelli è alla sua seconda stagione con noi, abbiamo un contratto con lui di tre anni e un opzione per il futuro. Ci piacerebbe portarlo alla vittoria e continuare a seguirlo. Baldassarri è giovanissimo e ha un fisico da Moto2, ma ha bisogno di fare esperienza prima del salto di categoria. Mi piace molto il suo approccio alle gare”.

La Moto2 invece guardia all’Asia.

E’ un mercato strategico e le moto stanno crescendo molto velocemente. Wilairot e Pradita vengono da paesi che non hanno una storia motociclistica importante. Noi invece quel tipo di esperienza ce l’abbiamo e vogliamo trasmetterla loro”.

Anche le Case guardano all’Est con interesse, è da lì che arriverà l’ossigeno per il futuro?

In quell’area l’economia sta andando bene e ci sono grandi opportunità, mentre l’Europa in questo momento sta faticando. Per adesso andiamo a correre solo in Malesia, ma penso che Dorna ed Ezpeleta stiano già lavorando in questo senso”.

Alvaro BautistaNella MotoGP invece ti affidi all’esperto Bautista e a un esordiente.

Alvaro ha una moto fantastica quest’anno e ho voluto dare un’opportunità a un giovane promettente come Staring. Guiderà la nostra CRT, di cui abbiamo curato internamente l’aerodinamica e alcuni componenti del motore”.

Quali sono gli obiettivi per quest’anno?

La scorsa stagione abbiamo finito il campionato il 5° posizione e penso sia un traguardo realistico, anche se mi piacerebbe fare meglio. So che non è facile contro Valentino, Lorenzo, Marquez e Pedrosa, ma noi siamo ambiziosi, vogliamo provare a lottare con loro. Alvaro è cresciuto molto nell’ultima stagione ed è pronto per fare delle belle gare ed essere più competitivo”.

Parliamo di CRT e del futuro. Cosa sai della nuova moto ce Honda ha in cantiere per i ‘privati’?

Ancora nulla, purtroppo. Neanche se sarà venduta o data in leasing. Sono molto curioso e sarà importante avere delle moto competitive per rendere più interessante la griglia di partenza. Le CRT sono moto fatte molto bene, ma mancano soprattutto di potenza”.

Sembri ottimista per i prossimi anni.

La strada che ha preso la Dorna è quella giusta, siamo in un momento di transizione ma sono in arrivo molti cambiamenti. C’era bisogno di una scossa forte ed Ezpeleta l’ha data con i nuovi regolamenti e noi cercheremo di dare il nostro contributo. Fino a qualche mese fa ero pessimista, ma adesso vedo la situazione in modo più chiaro. Le idee che si stanno portando avanti sono quelle giuste”.

La situazione invece non è rosea per i piloti italiani, sembra non esserci ancora un erede di Rossi.

Io ho sempre creduto che Valentino avesse ancora molto da dare e da italiano sono contento dopo il Qatar. Spero che corra ancora a lungo, perché ne abbiamo bisogno. Il dopo-Rossi era Marco Simoncelli, ma purtroppo non c‘è più. Però ci sono alcuni buoni piloti come Iannone che devono ancora dimostrare il loro valore. Poi dobbiamo concentrarci sui giovani e noi lo stiamo facendo da molto con Honda Italia. Non è facile trovare un nuovo Valentino e anche riuscendoci bisogna dargli il tempo di crescere. Ci vuole determinazione per individuare i giovani talenti e poi investire su di loro, senza creare pressione o false aspettative, come qualche volta vedo fare. Non dimentichiamo che Marquez è diventato un super-fenomeno in pochi anni, prima non lo conosceva nessuno, magari capiterà lo stesso anche con un pilota italiano. Però bisogna concentrarsi e lavorare”.


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