Petrucci & Corti: la strana coppia

Corrono entrambi in CRT. L'elettronica che non va. E se si vincesse al Superenalotto...

Share


Quest'anno sono ben cinque gli italiani in pista nella MotoGP, ma solo tre dei nostri - Rossi, Dovizioso e Iannone - hanno a disposizione una moto ufficiale.

Gli altri due, Danilo Petrucci e Claudio Corti, al contrario, corrono con una CRT, Suter-BMW il primo, FTR-Kawasaki il secondo.

La strana coppia, introverso il primo, esuberante il secondo, è legata da amicizia, forse perché sono entrambi molto autoironici. Li si trova spesso insieme, passeggiando per il paddock, e fermarsi a parlare con loro non è mai una brutta idea perché riportano indietro nel tempo in cui i corridori erano sempre in giro, con la tuta di pelle adosso, e incarnavano perfettamente la frase che pronunciò Carlos Reuteman come era fare il pilota di professione: io non faccio il pilota, io sono un pilota. Intendo con ciò dire che correre è uno stato mentale, una necessità, una pulsione quasi.

Ovviamente, però, bisognerebbe che tutti i piloti disponessero di mezzi all'altezza. Cosa che né Danilo, né Claudio, purtroppo, possono al momento vantare.

"Il nostro problema principale, al momento, è l'elettronica - confessa ridendo Corti - lo sviluppo della nuova accensione della Magneti Marelli procede un po' al rilento. Ieri i meccanici di Colin Edwards, finiti i controlli, hanno spento la sua moto: non si è più riaccesa".

"Mi è successa praticamente la stessa cosa - rivela Petrucci - per questo ieri ho saltato praticamente più di metà del turno".

"Durante i test, un giorno, gli ingegneri elettronici mi hanno detto: abbiamo messo a posto il launch system: dai tutto gas e lascia la frizione. Mi sono tolto il casco, glielo ho porto e gli ho detto: prova prima tu!".

Claudio, ovviamente, finisce la frase con una risata. Non si sta lamentando, solo riportando uno dei tanti inconvenienti dell'essere un pilota privato in un team CRT. Anche se la sua squadra, il team Forward, è fra i migliori.

Del resto se si lamenta persino un tecnico di esperienza come Giovanni Sandi, a lungo al fianco di Max Biaggi con Aprilia, un motivo ci sarà.

"Il divario fra le MotoGP e le CRT è troppo alto - spiega il capomeccanico di Petrucci - ed il fatto che dal 2014 ci sarà una centralina comune non aiuterà perché il problema non è l'hardware, bensì il software. Le case ufficiali ne avranno uno proprietario".

"Per esempio a noi non funziona ancora la funzione antinpennamento - riprende Corti - quando l'abbiamo provata la centralina entrava in modalità pitlane…".

Questo spiega perché al momento le CRT più veloci sono le ART che derivano dall'Aprilia RSV-4 iridata nella Superbike con Max Biaggi e dominatrice del primo round a Phillip Island con Eugene Laverty e Sylvain Guintoli.

Aleix Espargarò, nel primo turno di prove libere, ha addirittura centrato il nono miglior tempo girando in 1.57.843, ad appena 1.366 dalla vetta e davanti a più di una MotoGP. La seconda CRT è sempre una Art, quella di Hernandez, già a quasi due secondi e mezzo. Tutto sommato un divario ancora accettabile.

Il problema sono tutti gli altri, staccati di circa quattro secondi: una eternità.

Per migliorare le cose bisognerebbe vincere al Superenalotto, in modo da poter prendere in leasing una MotoGP di quelle buone.

"Ma se io lo vincessi - scherza Corti - non spenderei i soldi nella MotoGP. Avrei altre idee in testa per…investirli".

Già, come disse George Best:" ho speso gran parte del mio denaro in donne, alcool e macchine veloci. Il resto lo ho sperperato".

 

__

Articoli che potrebbero interessarti