Dovi: lo sviluppo vale come una vittoria

"In Qatar sarà difficile anche un sesto posto, ma può succedere di tutto"


Andrea Dovizioso farà il suo esordio in campionato in Qatar sulla terza moto in altrettanti anni. Dopo Honda e Yamaha, Ducati sembrerebbe una scelta perdente per il forlivese. Che invece è stimolato dalla sfida e dal ruolo di protagonista del quale la Casa di Borgo Panigale lo ha investito.

"Per tutti i ducatisti è normale che essere il primo su questa moto sia il primo obiettivo, la base. Però il mio obiettivo principale non è una posizione precisa: si prova sempre a fare il massimo ma dobbiamo innanzitutto sviluppare la moto e migliorare. In un fine settimana di gara c'è poco tempo, ma capisci anche aspetti che nei test non emergono".

Però due anni di sviluppo non hanno portato grandi frutti. Ti spaventa?

"Ci sono modi diversi di sviluppare una moto, ma con questo non voglio dire che il metodo Ducati fosse fatto male. Da fuori non potevo giudicare a 360 gradi. Le colpe non si sa mai che le abbia e non serve a niente puntare il dito. Siamo un gruppo di lavoro e dovremo sviluppare meglio di quanto sia stato fatto in passato".

Cosa è cambiato?

"Nei pochi giorni a disposizione abbiamo lavorato bene, non credo si potesse fare molto di più. Ma dobbiamo migliorare su tutti gli aspetti e serve tempo. Non si può rivoluzionare la moto in poco tempo, siamo in un periodo di transizione. Abbiamo imboccato la strada ed ora aspettiamo che arrivino i pezzi nuovi, il più velocemente possibile, che per un pilota è tantissimo. Allora capiremo se abbiamo lavorato bene".

Sei preoccupato alla vigilia della tua prima gara in Rosso?

"Quando ho scelto questo progetto sapevo che mi sarei trovato in questa situazione oggi. Non è una sorpresa né un problema. Tutti i piloti puntano alla vittoria o al podio, ma noi vogliamo innanzitutto migliorare durante la stagione. Essere il più veloce su questa moto è indispensabile, ma non è quello che mi renderà contento a fine settimana".

Che contributo hai dato finora come nuovo pilota ufficiale?

"È importante evidenziare i problemi e non dire solo ciò che si vuole. Io in tre test ho dato più informazioni possibile per cercare di capire insieme cosa non funziona. Che cosa serva non sta al pilota a dirlo. Sono l'unico del gruppo ad aver corso di recente sia con Honda che Yamaha, e posso dare un feedback su entrambe per spiegare cosa funzionava meglio. Ma se qualcuno sapesse esattamente cosa fare non saremmo a questo punto. Sbattere la porta non serve, bisogna confrontarsi con calma".

Insomma, ci vorrebbe un miracolo…

"Ho un'idea che voglio provare ma è un grosso punto interrogativo e bisogna scendere in pista per capire. I nostri problemi rimangono gli stessi sia nelle piste favorevoli che in quelle dove patiamo. Dopo i test in Malesia e Spagna il nostro risultato migliore potrebbe essere il sesto posto. Ma combattere con Bradl e Bautista è difficile per noi in questo momento. Nelle gare può succedere di tutto, ma non credo che possiamo impensierire Lorenzo, Valentino, Dani, Marquez e Crutchlow".

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