Rossi in Qatar riesuma vecchi fantasmi

Da Lorenzo alla 'maledizione' di Gibernau, con una frecciata a Biaggi


Sono abbracciati, l’uno di fianco all’altro, a sinistra Marquez e Pedrosa, a destra Lorenzo e Rossi. I quattro che sono pronti a giocarsi i tre posti sul podio domenica sera a Losail. Nel primo giorno di scuola del 2013, stanno in posa davanti ai flash finché Valentino non finge di strozzare Dani scatenando le risate. Il Dottore è tornato fra i migliori, l’ha dimostrato nei test invernali, finiti in crescendo e il suo buon umore è ben giustificato. Solo qualche settimana fa diceva di essere il quarto dei quattro per velocità, “ma l’inverno ha dimostrato che dipende molto dalle piste – corregge il tiro – in certe è più facile essere competitivo, in altre bisogna lavorare di più. Non mi illudo, il livello quest’anno è altissimo, Pedrosa e Lorenzo sono i favoriti e vanno forte in ogni condizione e in ogni circuito. Marquez è ancora un punto interrogativo, ma mi sembra stia sostituendo nel migliore dei modi Stoner”.

Il pesarese, capello un po’ lungo come nel primo anno in Yamaha, “ma non c’entra niente, è solo un caso” assicura, si toglie subito il dente nel dichiarare gli obiettivi. “La prima cosa sarà tornare a vincere e salire costantemente sul podio, poi si vedrà – afferma – Comunque so che non sono ancora al 100%, non sfrutto ancora al massimo i punti di forza della M1”. Però il ritorno a casa, non poteva essere migliore. “E’ stata quasi una sorpresa – ammette Vale – Non c’è più Furusawa, che era ‘il mio uomo’, ma l’atmosfera non è cambiata per nulla. Ho ritrovata le stesse motivazioni e grandi sforzi per migliorare continuamente”.

E ha ritrovato anche lo stesso compagno di squadra, quel Lorenzo favorito per il titolo e il migliore interprete della M1. “Usiamo diversi setup della moto, perché diversi sono i nostri stili e per me è difficile riuscire a guidare usando le sue regolazioni – spiega Rossi – Ma non c’è una distanza enorme e la Yamaha è una moto che si adatta facilmente a ogni pilota. Soprattutto, io e Jorge siamo uniti sulla strada da prendere nello sviluppo”. Gli anni della Ducati sembrano ormai lontani e Valentino riesce oggi a trovarci anche qualcosa di positivo: “le difficoltà ti temprano – sottolinea – e comunque è sempre meglio continuare a correre che rimanere a casa. Poi ritrovare il ritmo è difficilissimo”.

Domani scopriremo se la ruggine è del tutto scomparsa, “perché so che i weekend di gara sono diversi dai test – continua – Ma sono contento del mio inverno e su questa pista potrei prendermi qualche soddisfazione. La Honda su questo tracciato è sempre stata data come favorita, ma l’anno scorso ha vinto Jorge”. Rossi è salito sul gradino più alto del podio tre volte a Losail, l’ultima con la M1 nel 2010. “E dire che nel 2004 era andata tutt’altro che bene – ricorda – Gibernau aveva giocato sporco ed ero stato sanzionato per avere pulito la casella di partenza. Ero partito ultimo in gara e poi ero caduto”. E fu l’ultima gara che vinse l’avversario spagnolo. “Ero arrabbiato con Sete e a cena gli lanciai una ‘maledizione’ – continua – Dissi che non avrebbe più vinto una gara. Io intendevo in quella stagione, ma non vinse proprio più. Forse ho esagerato”. Conclude con un sorriso.

Lo spagnolo non è l’unico vecchio rivale che ritorna oggi nei discorsi di Valentino. Anche Biaggi è tirato in causa, dopo avere definito Rossi un mago per avere trovato una moto competitiva dopo due anni disastrosi. “Non ho capito bene cosa intenda – fa orecchie da mercante – ma non mi sembra una cosa positiva. Penso che a Max dispiaccia vedermi su una Yamaha ufficiale”.

Il passato ritorna e poi sfuma un’ultima volta. Meglio pensare a domani, a questioni più concrete, come il nuovo format di qualifiche. “Una buona idea – la promozione del 46 – Qualcosa di nuovo e più accattivante per la tv ci voleva. A noi piloti non cambierà molto, anche se essere solo 12 in pista a giocarsi la pole garantisce più sicurezza”. Gli elementi per divertirsi ci sono tutti, poche ore e scopriremo se le promesse saranno mantenute.

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