Ducati: Spies? Più grave del previsto

Guidotti, team manager Pramac: "Fermo per quattro mesi, in Qatar sarà pronto"


Ducati sta per cominciare un anno di passione (nel senso più spirituale del termine), peraltro già annunciato con umili propositi al Wroom. Tuttavia, i test appena conclusi a Jerez hanno dato un responso meno negativo del previsto. Sia Dovizioso che Iannone (distanziati di nove millesimi nei tempi combinati), oltre al solito Hayden, hanno chiuso a otto decimi dal miglior tempo e quattro dalla quarta posizione virtuale. Segno che il lavoro svolto a Borgo Panigale sta portando i primi frutti dopo un lungo inverno. Stona invece il diciottesimo posto di Spies, ad oltre due secondi di distacco e dietro a ben cinque CRT.

"Forse non abbiamo mandato il messaggio giusto, è anche colpa nostra – ha detto il team manager di Pramac Francesco Guidotti (nella foto) – Per uno che subisce un'operazione del genere e sta quattro mesi senza muovere il braccio, rimontare in moto e in 20 giorni pensare di stare con gli altri è troppo. Ben ha subito una ricostruzione della spalla destra, per mesi non si è potuto muovere né fare riabilitazione".

Per un pilota dalla guida fisica come "Texas Terror", un handicap muscolare del genere non è facile da compensare.

"A Sepang I muoveva il braccio da soli 10 giorni ed era costretto a sopperire con l'altro, affaticandosi in fretta – ha spiegato Guidotti – Dopo ha fatto due settimane di riabilitazione intensiva in Australia in un centro specializzato perché era più vicino come fuso orario, ed al secondo test era decisamente più in forma. A Jerez ha girato poco i primi due giorni, ma senza impedimento o dolore. Il primo vero test è stato lì, ma comunque non è ancora al 100%".

Dopo un anno a dir poco nero con Yamaha, in molti però si chiedono se qualcosa non si sia inceppato nei meccanismi del pilota che sembrava destinato a rovinare la festa ai "Fantastici Quattro".

"Con le condizioni del terzo giorno eravamo indecisi se entrare o meno, lui ha preferito non entrare perché avrebbe rischiato senza poter spingere al massimo. Il ragionamento era 'se ci ricasco ora devo ricominciare da capo'. Lo abbiamo condiviso, chiudendo un occhio sull'ultimo giorno pensando alle gare".

Un ragazzo timido come Spies, tra l'altro, forma una coppia abbastanza atipica con l'istrionico Iannone.

"Ben si è inserito bene in squadra, portando con se Tom Houseworth, il suo capomeccanico storico. Non è un ragazzo molto espansivo, ma a me basta che quando è a posto fisicamente stia davanti. Si comporta molto bene, è educato, puntuale, e professionale in tutti gli aspetti. Non mi dà fastidio la sua timidezza. Andrea cerca più il contatto, stuzzica sempre, fa battute. Sono due piloti diversi, ma come tutte le persone".

Il team Pramac ha stretto ancora di più le relazioni con la Casa, e quest'anno riceverà materiale ufficiale con il proposito di contribuire maggiormente allo sviluppo di una nuova Desmosedici.

"Con Ben c'è stato finora poco input sullo sviluppo, non ha girato abbastanza né in condizioni di poter esprimere opinioni veritiere. Ha comunicato sensazioni che comunque sono in linea con quello che hanno detto gli altri. Andrea ha dato un buon aiuto, ha girato sempre in tempi interessanti a parte Sepang I dove forse ha patito un po' l'impatto con la pista dopo due mesi senza andare in moto e con un caldo che si sente di più con queste moto più impegnative. Faremo le prime due gare nella configurazione di test a Jerez, e piano piano riceveremo aggiornamenti. Non c'è però una data definita".

La parola d'ordine è stringere i denti, guardando al futuro.

"Mi aspetto una stagione di sofferenza, ma anche speranza in prospettiva di un finale in crescendo. Noi abbiamo dato il nostro aiuto a livello di informazioni, per il materiale siamo nelle mani di Ducati. C'è molta collaborazione e ne discutiamo insieme. Il lavoro che stanno facendo in Casa sono convinto che darà i suoi frutti, speriamo di chiudere il gap da metà stagione in poi. Il titolo però è un'altra cosa. Basti pensare a Pedrosa, che in sette anni nel team più forte del mondo ancora non ha vinto un campionato. Ci vogliono tutte circostanze, che non dipendono solo da noi ma anche dagli avversari. Mi basterebbe stare costantemente nei primi cinque con un gap sotto i 10 secondi a gara. Poi ci penseremo".

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