Guareschi: Ducati non può fare miracoli

"Rossi? Abbiamo fatto di tutto senza esito. L'addio di Preziosi? Un po' di smarrimento"


Vittoriano Guareschi ascolta attento Andrea Dovizioso, il forlivese è appena rientrato ai box dopo qualche giro sul bagnato. Attorno a lui i tecnici raccolgono le prime impressioni. Il Dovi continua a Jerez i lavori iniziati in Malesia, non c’è nulla di completamente nuovo da provare, ma è fondamentale continuare a raccogliere i dati da mandare a Borgo Panigale, dove si sta lavorando per il futuro. Andrea finisce di parlare, poi risale in sella.

Vittoriano, cosa dobbiamo aspettarci da questi test, oltre la pioggia?

Che venga bello, sul bagnato possiamo collaudare un paio di novità all’elettronica, ma il lavoro importante possiamo farlo solo sull’asciutto”.

Che tipo di lavoro?

Confermare le impressioni che i nostri due piloti hanno avuto a Sepang su una pista completamente diversa. Qui eravamo già venuti a girare già con il Test Team, ma vogliamo l'opinione anche dei piloti ufficiali per avere un riscontro”.

E’ un circuito utile per raccogliere informazioni?

Sì, soprattutto se si arriva da Sepang, che è l’opposto. Così possiamo raccogliere informazioni a 360°. Sia Nicky che Andrea hanno due moto con le sue distribuzioni dei pesi differenti. Utili per fare un confronto”.

Anche la pista di Austin sembra avere caratteristiche interessanti per collaudare una moto.

Ho parlato con Hayden, sembra così. Ci sono tornantini molto stretti e punti veloce, è simile a Shangai, ma ha molte curve cieche”.

Quindi c’è il rimpianto di non essere andati in Texas a provare?

Non siamo stati con le mani in mano, nel frattempo lavoravamo in azienda. La scelta era fra andare ad Austin per privilegiare i risultati sull’immediato oppure concentrarsi sul lavoro a casa. Sarebbe stato bello fare entrambe le cose, ma non sempre è possibile”.

Quindi quando vedremo la ‘nuova’ Desmosedici?

Abbiamo impostato un programma a inizio anno e lo stiamo seguendo. Vogliamo fare le cose passo dopo passo, i problemi non si risolvono con la bacchetta magica. Questa sarà una stagione per crescere, ma novità ce ne sono già, per esempio sulla moto che sta provando Pirro. Se e quando cambierà il telaio, ad esempio, non so ancora dirlo. Prima di portare qualcosa ai nostri piloti dobbiamo essere sicuri”.

L’anno scorso non è andata sempre così. Cosa hai imparato?

Che i miracoli non esistono. E’ stata una conferma di quello che ho imparato in 25 anni di carriera. Con le debite proporzioni, non cambia molto dalla MotoGP alla Sport Production dove correvo nel 1988: è il venerdì che imposti il lavoro e i risultati in gara sono il frutto del lavoro dei tre giorni”.

Sembra facile a dirsi. Allora perché avete fatto certi errori?

Perché quando ti trovi in una situazione di difficoltà fai di tutto per tirartene fuori. Ma purtroppo difficilmente puoi risolvere tutti i tuoi problemi in un colpo solo. Magari puoi farcela, ma gli altri migliorano a loro volta e spesso più di te”.

La soluzione qual è?

“Fermarsi un attimo, l’anno scorso avevamo certato certe procedure proprio per quella rincorsa al risultato. Siamo tornati sui nostri passi, per cercare di capire meglio ogni cosa. Non voglio più mettere il pilota nelle condizione di dovere fare il tester, ma solo il pilota”.

Rossi, in una recente intervista a MCN, si è lamentato dell’atteggiamento degli ingegneri Ducati.

Penso che a un certo punto nella scorsa stagione ci fosse un atteggiamento quasi impaurito e alcune cose sono state percepite in modo sbagliato. Abbiamo cercato in tutti i modi di sistemare i problemi e forse non siamo stati capaci di interpretare alcune sue indicazioni. Valentino è un gran pilota e un gran collaudatore, purtroppo non siamo riusciti ad accontentarlo, ma abbiamo fatto di tutto”.

Oltre a Rossi avete perso anche Preziosi. Quanto manca?

Io ho incominciato a lavorare con Filippo nel 2002 ed è una presenza che ci manca. La sua partenza ci ha lasciato un po’ di smarrimento, ma dobbiamo farcene una ragione, andare avanti e fare tesoro dei nostri errori”.

L’arrivo di Audi ha portato cambiamenti a livello di management.

Sono arrivati Ciabatti e Gobmeier, ma la scelta delle persone, condivisa dai vertici Audi, è stata fatta da Gabriele Del Torchio. La ‘testa’ di Ducati è rimasta in Italia”.

Dal punto di vista tecnico potrete avvantaggiarvi grazie alla loro esperienza?

Come ha detto Dürheimer, la disponibilità da parte loro è massima, hanno molta passione, ma fanno auto non moto. Possono darci supporto per alcune cose. Comunque la loro presenza si sente”.

Quanto sei ottimista per questa stagione?

Sono realista. Sarà un anno duro, non lo nego, e avremo bisogni di tempo. Il mio compito sarà quello di tenere unito il gruppo perché ci sarà da soffrire. Ma sono sicuro che verremo fuori da questa situazione”.

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