Rossi: voglio fare arrabbiare Lorenzo

AUDIO "Penso di essere fra i grandi dello sport. E per me è un grande orgoglio"

Il giorno tanto atteso è arrivato, Valentino Rossi e Jorge Lorenzo sono uno di fianco all’altro. Prima nei box, davanti alle due M1, poi davanti ai giornalisti per rispondere alle prime domande sull’inizio della stagione. I due scherzano l’uno con l’altro, Jorge passa più volte il microfono a Valentino quando arrivano le domande più scomode. Una scenetta che strappa qualche risata e fa addirittura pensare ci sia complicità fra loro. “Fra di noi adesso c’è rispetto – sottolinea il Dottore – Lui non è il mio migliore amico, ma è impossibile avere un tipo di rapporto del genere quando si lotta uno contro l’altro in pista”.

Nel 2008 il rapporto era ben diverso.

In passato più che Jorge ero arrabbiato con la Yamaha. Dopo tutto quello che avevo fatto per loro non pensavo di meritarmi un compagno di squadra come lui. Mi hanno giocato un gran brutto tiro (anche se l'espressione era ben più colorita, con chiari riferimenti alla sodomia ndr)”.

Però sei tornato.

Col senno di poi, ripensandoci la loro decisione è stata giusta, hanno fatto bene a prenderlo. Inoltre quando sono stato io a tornare al suo fianco, si sono comportati nello stesso modo e non posso dire loro niente. Anche Jorge non ha messo nessun veto”.

Quindi anche Pedrosa sarà arrabbiato con la Honda per avergli affiancato Marquez.

(ride) “Marc è paragonabile e Jorge”.

Più di uno dei vostri capi vi ha descritto come un ‘super team’.

Penso che anche per Yamaha sia bello avere due piloti come noi nella stessa squadra. La cosa più importante sono i risultati e nei tre anni insieme abbiamo vinto tutto, titolo piloti, marca, squadra. Il primo obiettivo è ripetere questi risultati”.

Insieme?

In pista saremo l’uno contro, ma ai box lavoreremo insieme per migliorare la M1 e battere i nostri avversari. Forse avremo un rapporto migliore andando avanti nella stagione, però vorrei farlo arrabbiare, perché vorrebbe dire riuscire a dargli fastidio in pista”.

Allora parliamo a cosa puoi puntare. Partiamo dai test.

Quello più importante è stato il primo a Sepang, ed è andato bene, nel secondo invece sono stato sfortunato. Il test di Austin invece è stato abbastanza negativo, ma me lo aspettavo, non è la pista giusta per me”.

I tre spagnoli sono stati invece velocissimi.

In questo momento io sono il quarto dei quattro, non sono ancora veloce come loro. Ho ancora qualche problema da risolvere sulla M1, ma c’è il tempo per farlo e questi test a Jerez saranno importanti, anche per lavorare in vista del campionato”.

Però potresti trovarti nella situazione di essere il gregario di Lorenzo. CI hai mai pensato.

L’ho immaginato. Se andrà più veloce di me e dovrò farlo: perché no?

Quindi qual è il primo obiettivo?

Andare forte come Jorge”.

E il titolo? Solo due piloti c’è l’hanno fatta a più di 33 anni.

So che sarà difficile, ma innanzitutto bisogna crederci. Ma voglio pensare passo dopo passo, prima risalire sul podio, poi vincere una gara. Non so se potrà essere possibile pensare al campionato, ma darò il 100% per riuscirci”.

Oltre che con Pedrosa e Lorenzo, dovrai vedertela anche con Marquez.

Marc non è stata una sorpresa, ha incominciato a lavorare per la MotoGP già in Moto2, usando uno stile già ‘da mille’. Ad Austin è stato impressionante, penso che sia già pronto per vincere le gare ma non so se lo sia anche per il titolo. Lorenzo e Pedrosa siano più forti e possano contare sulla maggiore esperienza sulle 18 gare”.

Quanto è difficile questa sfida per te, confrontandola alle altre nella tua carriera.

Non mi va di fare classifiche, è difficile come le altre”.

Senti ancora il supporto dei tifosi?

Sì anche dopo due anni senza risultati mi sono stati vicini e adesso forse sono più contenti perché ritorno su una moto competitiva”.

Due giorni fa è scomparso un grande uomo di sport, Pietro Mennea.

“E’ uno di quegli sportivi che ha fatto qualcosa in più, il suo record è rimasto imbattuto per 17 anni e tutti, anche ci non è appassionato di atletica, si ricorda quel suo di tempo di 19”72. Se ne è andato a 60 anni, troppo presto e mi dispiace molto”.

Anche tu ti senti uno di quegli sportivi italiani ‘speciali’?

Sì e ne sono molto orgoglioso. Ci sono tanti sportivi forti ma pochi hanno quel qualcosa in più, per via dei risultai e del rapporto col pubblico. In Italia ci siamo io, Tomba, Del Piero, Totti. Sono orgoglioso”.

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