Vivaio in crisi: parlano gli ex-campioni

Locatelli: "Serve pazienza", Cadalora: "La Spagna sta raccogliendo i frutti degli ultimi 5 anni"

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Sono lontani i tempi in cui gli italiani dominavano il motomondiale. Senza scomodare il dominio di Giacomo Agostini e Valentino Rossi in classe regina, basta guardare alle categorie minori nell'era delle due tempi per trovare numerosi nomi italiani sull'albo d'oro. Questi territori, tuttavia, sono oggi appannaggio di un folto esercito di piloti spagnoli. Cosa è cambiato?

"Ora è il momento della Spagna, forse un po' troppo, ma è un paese che si impegnato in tutti i settori – ha detto Roberto Locatelli, campione della 125 nel 2000 ed ora coordinatore tecnico del Team Italia in Moto3 Lo si vede anche nel calcio, ciclismo, e tennis. Forse la semina nel motociclismo da corsa è più lunga, ma la nostra Federazione si sta impegnando molto, anche a livello economico. Stiamo seguendo un centinaio di piloti promettenti, dalle minimoto in su, e sicuramente nasceranno altri campioni. Il più immediato è Fenati, che ha fatto un debutto memorabile, e abbiamo curato anche Tonucci che lo scorso anno ha chiuso con un podio, qualcosa si sta vedendo. In un futuro breve, circa 3-5 anni, avremo bandiere sul podio in tutte le categorie".

Al momento però, il motomondiale parla spagnolo, con i maggiori candidati al titolo in ogni categoria a mostrare passaporto iberico.

"Parte del nostro compito è stato di analizzare quello che ha fatto Alzamora nel CEV. È un progetto sposato anche dalla Repsol, un grande sponsor, e con la crisi venuta un po' dopo sono riusciti ad avviarlo bene. È un sistema che funziona, sono stati fatti investimenti. Va fatto sin dalla partenza di questi ragazzini. A noi italiani non manca il talento, ma il mettere il pilota nelle condizioni di dimostrarlo. Devono poter vincere un mondiale a 16 anni. Il campo va concimato in anticipo. Noi abbiamo molta esperienza, e siamo presenti non solo nella Moto3 ma anche nel CIV con ex-piloti come Sabbatani, Migliorati, Romboni, e Gianola. Dobbiamo solo avere pazienza".

Dello stesso avviso Luca Cadalora, che tra 125 (nel 1986) e 250 (1991 e 1992) ha vinto tre titoli mondiali.

"Sono cambiate tante cose – ha dichiarato il modenese – Ai miei tempi la Federazione aveva costituito il Team Italia ed aiutato tanti piloti ad avere i mezzi per iniziare. In questo momento stanno cercando di rifarlo, ma dopo che la Spagna lo ha fatto in modo deciso per anni. I frutti non si raccolgono subito, bisogna perseverare. Credo che l'impegno della FMI sia positivo, Fenati ci ha fatto vedere delle belle cose, e anche Antonelli ha mostrato un buon potenziale. Ma una struttura del genere ha bisogno di un periodo di rodaggio".

Il segreto del successo spagnolo, secondo Cadalora, viene dal passato, non dal presente.

"La Spagna raccoglie ora quello che ha fatto negli ultimi 5 anni, quando ancora non c'era la crisi. Adesso è un momento difficile per tutti, ora si sono ridimensionati e credo che l'impegno equivalga a quello messo in campo da noi".

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