Fenati: consigli da Rossi? Mi imbarazza

Bagnaia: "Romano è il mio punto di riferimento, voglio eguagliarlo"

Il Presidente Sesti è stato chiaro, “voglio il titolo”, e Romano Fenati si è sentito subito tutti gli occhi puntati addosso. Dopo una prima stagione di debutto in cui ha riportato alla vittoria il Team Italia nel mondiale e non è stato il miglior debuttante per qualche defaillance di troppo, le aspettative per il cinghialino sono alte. “Io ci spero e mi sono allenato molto questo inverno, ma voglio partire senza nessuna pressione – commenta saggiamente – entro in pista e do il mio massimo”. Il marchigiano ha dimostrato di avere fatto tesoro del suo primo anno. “Devo crescere nel metodo di lavoro ai box – ammette – Nella scorsa stagione troppe volte ho cercato di modificare la mia guida invece che il comportamento della moto. Non parlavo molto con il mio capotecnico, invece adesso gli dico ogni difetto che sento in pista”.

Un altro punto debole era la guida sul bagnato e Fenati ci ha lavorato, sia con gli altri piloti della Federazione che da solo. “Ho approfittato di una pista vicino a casa e infatti a Jerez con l’acqua sono stato con i migliori. Ho sfruttato l’occasione anche per fare un long run, e non sono caduto!” scherza. I test sono stati l’occasione anche per provare la nuova FTR. “Non ho dato troppo importanza al cronometro, c’erano cose da provare e non mi sono concentrato sui tempi – dice – Penso che Honda abbia lavorato molto e la prossima settima avremo il nuovo motore e vedremo quale sarà il nostro distacco dalle KTM”.

L’inverno è stata anche l’occasione per andare a girare con la moto da dirt track al Ranch del suo idolo Rossi. “Non gli ho chiesto nessun consiglio, so che i piloti tengono i propri segreti per sé e poi mi imbarazzerebbe – ammette – ma a girare con lui qualche cosa si impara". Locatelli però lo ha bacchettato perché non va mai ad allenarsi da lui. “Siamo in giro tutto l’anno e mi piace passare del tempo a casa – spiega Fenati – Ho un mio metodo di allenamento che seguo, è un mio piccolo segreto”.

Quest’anno Romano dividerà i box con un nuovo compagno di squadra, “Francesco mi sta simpatico a pelle, anche se dobbiamo ancora conoscerci meglio”. Anche Bagnaia è contento di avere al suo fianco Romano: “è per me uno stimolo e un punto di riferimento, l’obiettivo è eguagliare i suoi risultati al debutto e magari fare anche meglio”. Sedici anni, di Chivasso, è soprannominato Pecco: “mi chiamava così mia sorella quando era piccola e non riusciva a pronunciare bene il mio nome. E mi è rimasto”.

Fautori della sua carriera da pilota sono stati il padre e lo zio, “entrambi appassionatissimi di moto – racconta – andavo sempre a vederli girare, finché a 5 anni mi hanno regalato una minimoto da cross”. Da lì è passato alle minimoto poi al campionato spagnolo. “Nel 2010 ho avuto questa opportunità e l’ho subito sfruttata – continua – Il CEV è molto ben organizzato, non è un caso che molti piloti spagnoli vadano forte nel mondiale, ma negli ultimi anni la scuola italiana ha ripreso quota”. Come Baldassari, Pecco ha corso per il team Monlau di Alzamora e detiene i record di più giovane vincitore di una gara e di poleman del campionato.

Se l’anno scorso Bagnaia ha guidato una Honda, nel Team Italia sarà su una FTR. “E’ molto diversa dalla moto che usavo nel CEV – spiega – molto più performante e ho sfruttato i test per conoscerla meglio, piuttosto che provare nuovo materiale”. La prossima settimana sarà di nuovo a Jerez e un po’ di ‘influenza spagnola’ si sente quando gli si chiede il pilota a cui si ispira. “Mi piace tantissimo Dani Pedrosa, sia per come lavora che come stile di guida – ammette – ma anche Valentino e quest’anno tiferò per lui"


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