Mondiale in rosa, dal TT alla Moto3

Le donne pilota nel motomondiale: dalla pioniera Swain sul Mountain, alla giovane Carrasco

Oggi è una data speciale, l’8 di marzo è la Festa della Donna e le donne sono sempre state una presenza importante in uno sport maschile (e anche un po’ maschilista) come il motomondiale. Non solo a fianco dei piloti, nelle hospitality, in sala stampa o bell’organizzazione del campionato, ma anche in pista.

Le quote rosa fra i piloti non sono la norma, ma la loro storia è iniziata presto e vogliamo sfruttare l’occasione per raccontarne le protagoniste.

Gina BovairdLa pioniera fu l’inglese Beryl Swain, classe 1936, che partecipò al Tourist Trophy nel 1962. Per affrontare il Mountain la pilotessa britannica si schierò su una Itom nella classe 50, che per la prima volta aveva rilevanza mondiale, e terminò la gara 22ª su 25 partecipanti. Purtroppo la sua carriera nel motomondiale finì in quell’occasione, perché venne deciso che le moto erano uno sport troppo pericoloso per una donna e le venne revocata la licenza. Per rivedere un’altra ragazza nel Circus iridato bisognerà aspettare il 1981, con il debutto di Gina Bovaird. Statunitense di Boston, dopo avere partecipato al campionato AMA, alla 200 miglia di Daytona e a quella di Imola, assistita ai box dal marico meccanico, esordì nel mondiale in 125 per poi fare, fra quell’anno e il successivo, cinque gare in 500, con Yamaha e Suzuki. Non ottenne alcun risultato ma è stata l’unica donna a correre nella classe regina.

Taru RinnePer i primi punti iridati bisognerà aspettare però fino al 1988 quando Taru Rinne finì con la sua Honda 125 al 14° posto il Gran Premio di Francia. Taru finì settima assoluta ad Hockenheim nel GP vinto da Alex Criville nel 1989. Non è l’unico primato della finlandese che iniziò la sua carriera agonistica sulle quattro ruote, riuscendo a vincere il campionato nazionale kart classe 85 nel 1979 davanti a un certo Mika Hakkinen, che diventerà campione del mondo di Formula 1. In quegli anni si confrontò ad armi pari anche con piloti del calibro di Mika Salo e JJ Letho. Passata alla due ruote debuttò in 125 nel GP di Svezia del 1987 su MBA, in quella sua prima stagione partecipò a tre gare, dall’anno successivo  passò alla Honda e corse fino al 1991, ottenendo come miglior risultato un 7° posto al GP di Germania del 1989. Nell’ultima stagione subì un grave incidente al Paul Ricard, fratturandosi entrambe le caviglie, e Bernie Ecclestone, allora patron del motomondiale, durante la convalescenza le comunicò che non era ritenuta in grado di partecipare alla successiva stagione.

Daniela TognoliNegli anni ’90 fu la volta di Tomoko Igata, che dopo avere fatto esperienza nel campionato giapponese si schierò nel motomondiale. Legata alla Honda, si presentò come wild card a Suzuka nel 1992 e corse i campionati del 1994 e 1995, sempre in 125. Il suo miglior piazzamento fu un 7° posto nel GP della Repubblica Ceca nella sua ultima stagione. La prima, e unica, italiana nel mondiale è stata invece Daniela Tognoli, al via al Mugello nel 1993 su una Aprilia 125. La bergamasca disputò 9 gare nel mondiale fra quella stagione e la successiva, raccogliendo un 24° posto come migliore risultato. Un’altra nostra portacolori si schierò invece alla partenza del Tourist Trophy: Francesca Giordano che corse all’isola di Man nel 1996. Ci piace inoltre ricordare una vera pioniera italiana delle due ruote, Vittorina Sambri, centaura nei primi anni del secolo scorso.

Niki KovacsGli anni 2000 vedono invece l’arrivo in 250 della tedesca Katja Poensgen, che aveva fatta una breve apparizione in Supersport nel 1998 con la Suzuki. E’ stata l’unica donna a correre nella quarto di litro, fece il suo esordio con Aprilia nel GP del Giappone nel 2001 e conquistò i primi punti in Italia, ci riprovò con una Honda nel 2003, ma senza successo. Nella sua carriera corse anche in Superstock e nel campionato tedesco, dopo la sua uscita dal mondiale collaborò con la tv tedesca ma è tornata in pista lo scorso anno nel campionato internazionale e-Power destinato alle moto elettriche. Fece 7 gare nel mondiale Marketa Janakova, giovane pilotessa ceca che debuttò a Brno in 125 con la Honda nel 2003, senza però riuscire mai andare a punti. Solo un’apparizione, invece, per la connazionale  Andrea Touskova, che corse nell’ottavo di litro il Gran Premio di casa nel 2008, finendo 31ª. Nel 2007 partecipò al GP di Turchia Nikolett Kovács, sempre in 125, non riuscendo purtroppo a qualificarsi. L’ungherese è adesso nostra compagna di sala stampa nel motomondiale, che segue come fotoreporter. Non disdegna però di rimettersi tuta e casco e lo scorso anno è salita sul podio nel campionato nazionale del Qatar.

Ana CarrascoNegli ultimi anni le quote rosa nel motomondiale parlano invece spagnolo. Elena Rosell è la prima donna a partecipare al mondiale Moto2, nel 2011 sostituì l’infortunato Simon ad Assen, senza riuscire però a qualificarsi per la gara, e fece altre tre apparizioni nella stagione. Lo scorso anno ha corso per il team QMMF, prima su Moriwaki poi su Speed Up, senza però avere raccolto punti iridati. La sua eredità viene raccolta quest’anno dalla giovanissima Ana Carrasco che dividerà il box con Maverick Vinales in Moto3. La spagnola si è fatta la ossa nel campionato spagnolo prima con le 125 poi con le quattro tempi e ha già messo dietro di sé un bel po’ di maschietti nei primi due test a Valencia e Jerez (conclusi al 16° e 22° posto).

Le ultime parole sono per augurare una buona Festa della Donna a tutte le motocicliste e le appassionate, motori e gentil sesso non stanno insieme solo nei proverbi.


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