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Dopo due visite in un mese, per un totale di sei giorni in pista, la MotoGP lascia definitivamente la Malesia per tornare nell'Europa a lei tanto cara. Precisamente a Jerez, dove verranno rifiniti gli ultimi dettagli dal 23 al 25 marzo in vista dell'apertura notturna in Qatar a inizio aprile. In attesa di scoprire le ultime novità nei tre giorni di test IRTA rimasti, un confronto tra le classifiche dei tempi aiuta a tirare le prime somme di una stagione che ha tutte le premesse per entusiasmare.
Tra Sepang I e II, il miglior tempo assoluto (2'00.100) appartiene a Dani Pedrosa. Il pilota Honda ha chiuso in cima alla classifica dei tempi cinque giornate su sei, confermando quanto visto nella seconda parte della scorsa stagione e rinforzando la sua candidatura al titolo.
L'ostacolo più grande che troverà sul suo cammino sarà probabilmente Jorge Lorenzo. Il campione in carica ha siglato i cronometrici solo il secondo giorno di Sepang II, con un 2'00.282 che gli è bastato per aggiudicarsi comodamente la classifica combinata degli ultimi test. Pedrosa è per ora il migliore ad adattarsi ad ogni condizione della pista, ma Lorenzo ha impressionato per costanza sul giro ed è stato l'unico tra i "Big 4" a migliorarsi nel secondo test, quando l'asfalto era in condizioni peggiori. Entrambi si stanno ancora studiando, nascondendo probabilmente alcune carte da giocarsi nel prosieguo della stagione.
Tra i due è pronto a inserirsi un terzo iberico, Marc Marquez, che sta ancora imparando (ma molto in fretta) i segreti della RC213V. Per lui quattro cadute (innocue) in sei giorni di test, ma anche 291 giri per un totale di circa 1600km. Inoltre il rookie ha fatto registrare passaggi pressoché identici tra inizio e fine febbraio nonostante la pista fosse divenuta più lenta (Pedrosa, ad esempio, è stato 4 decimi più lento), limando però due decimi di distacco dal primo. Per accelerare la curva di apprendimento, non si è nemmeno fatto mancare qualche giro in tandem con Valentino Rossi.
A proposito del 'Dottore', l'entusiasmo dei primi test (fu 3º a circa 4 decimi da Pedrosa) è stato parzialmente raffreddato dall'aver perso oltre mezzo secondo rispetto al proprio miglior riferimento precedente, il differenziale più alto tra tutti i piloti ufficiali. Come risultato, i 4 decimi di Sepang I sono diventati quasi 8 a Sepang II (per di più accusati dal compagno di squadra Lorenzo), dove ha subito lo smacco di finire alle spalle del pilota satellite Crutchlow. Ad ostacolarlo non sono mancati alcuni inconvenienti tecnici (sistema elettrico e impianto frenante), ma Rossi è consapevole di dover fare di più per non perdere di vista gli avversari ed avere un'occasione per mostrare il proprio lato più "animalesco" in gara.
Al di là di Pedrosa, Lorenzo, Marquez e Rossi, Cal Crutchlow sembra per ora l'unico pilota in grado di giocarsi il podio. Il britannico del team Tech3 continua a navigare a sei decimi di distacco dalla vetta, ma ha sempre guidato con autorità la squadriglia di piloti satellite ed è pronto ad approfittare di eventuali passi falsi da parte del quartetto ufficiale Honda/Yamaha.
La Ducati rimane invece distante, ma va a lei il premio di moto più migliorata nell'ultimo mese. Certo, il distacco a Sepang I era imponente (due secondi netti tra Hayden e Pedrosa) ed era difficile fare di peggio, ma i primi passi mossi dalla nuova dirigenza del reparto corse sembrano essere nella giusta direzione. Dovizioso ha addirittura tolto oltre sei decimi al proprio miglior riferimento precedente, "strappando" i galloni di prima guida ad Hayden e provando per primo il telaio "laboratorio" sul quale stanno lavorando a Borgo Panigale per realizzare la "vera" GP13.
Ma per questo ci vuole tempo, e infatti Ducati non proverà ad Austin a metà marzo in compagnia di Honda e Yamaha. Per rivedere la MotoGP in pista al completo bisognerà aspettare ancora tre settimane. Che sorprese ci riserverà il circuito? Lasciate i vostri commenti QUI!
