Alonso: a maggio la nuova Superbike

"Questa serie ci piace, ma dal punto di vista commerciale ripartiamo da zero"


Tutti si chiedono: e adesso che è arrivata la Dorna,  che succederà alla Superbike? Noi glielo abbiamo chiesto.  Eccovi le idee del nuovo gestore spagnolo dalla viva voce di Javier Alonso, 44 anni,  responsabile della divisione “Grandi Eventi” e  da sempre braccio destro del CEO Carmelo Ezpeleta.

Signor Alonso, partiamo dalla domanda capitale: nel medio periodo MotoGP e Superbike confluiranno in un unico evento?

"Non c'è alcuna possibilità che i due Mondiali vengano accorpati. Sono due realtà molto diverse, se le unissimo faremmo un grande sgarbo alla Federmoto Internazionale e andremmo contro il nostro stesso interesse. La Superbike per noi è un business, vogliamo svilupparla perchè diventi ancora più appassionante".

La Superbike era la concorrenza, adesso è vostra. Com'è stato l'impatto?

"Molto positivo. Alla Dorna siamo appassionati di motori, di tutti i generi. Abbiamo messo piede nel mondo della Superbike con grande voglia. Con l'idea che  sia un fenomeno molto importante per l'intero movimento della moto".

Ci siete da appena tre mesi fa e il 2013 è alle porte.

"Il 2013 sarà  di rodaggio. Non siamo pretenziosi, abbiamo bisogno di  tempo prima di definire le linee di sviluppo. Da fuori abbiamo individuato alcuni  aspetti Superbike che non ci piacciono, ma vogliamo studiarli da dentro: magari capiamo che tutto va bene così".

Che c'è da cambiare?

"La Superbike è un successo sportivo ma dal punto di vista commerciale ripartiamo praticamente da zero. Situazione simile a quella che abbiamo sperimentato quando prendemmo in mano il campionato spagnolo. Con Dorna è diventata la serie nazionale più prestigiosa".

Il problema maggiore è il calendario ereditato da Flammini che continua a cambiare.

"Ci sono contratti da rispettare, che non abbiamo fatto noi. Nel pochissimo tempo che abbiamo avuto a disposizione abbiamo cercato di migliorare qualche aspetto che ritenevamo non ottimale".

L'India doveva seguire l'Australia e l'avete posticipata a novembre. E' sempre a rischio?

"Ci sono stati problemi che non potevamo risolvere in poco tempo ma noi la gara vogliamo farla assolutamente. Il contratto con il promoter locale c'è, l'India interessa molto alle case ed anche a no".

Come sarà la Superbike stile Dorna?

"Arriviamo in un momento economico molto difficile, con il mercato europeo in forte crisi. Da noi si vendono sempre meno maxi moto e se le Case ci chiederanno di allargare i confini del Mondiale dovremo adeguarci. Penso ad Asia e Sud America, dove invece le economie sono in piena crescita. Se ce lo chiedono le Case, ci adegueremo".

Il nodo più spinoso è regolamento tecnico 2014: cosa avete in mente?

"Qualche settimana fa abbiamo riunito i team a Ginevra, presso la FIM, e abbiamo esposto le nostre linee guida. Ma c'è qualcuno che non ha capito molto bene. Non abbiamo mai detto che la Superbike debba diventare l'attuale Superstock (moto di serie, ndr), né che le moto debbano costare 250 mila €, perchè già adesso costano meno. E' tutto il contorno che pesa, per cui vogliamo imporre un price cup che comprenda anche il personale, i viaggi e le altre spese. Non ci piace che la Superbike utilizzi componenti speciali, come sospensioni che con l'assistenza dedicata costano 120 mila l'anno in leasing".

Volete abbassare il livello della sfida?

"Il contrario, vogliamo rendere la Superbike ancora più combattuta e divertente. Vogliamo tenere a bada i costi perchè tutte le marche possano giocarsela e ridurre ulteriormente la differenza di potenziale tra i  top team e privati".

La stabilità regolamentare è importantissima: quando avremo il regolamento definitivo?

"In Australia discuteremo con Case e team gli ultimi dettagli. Ad Aragon (14 aprile, ndr) porteremo una bozza  ed entro maggio avremo  le norme 2014. Quindi ci sarà tempo sufficiente per preparararsi al 2014".

in Superbike le interviste si fanno al Paddock Show, in mezzo alla gente.  Vi piace?

"Certo, è una delle cose che contraddistingue la  Superbike. La filosofia del Mondiale funziona e non la cambieremo".

Due manche sono poco adatte ai palinsesti tv. Andrete verso una gara unica di distanza maggiore?

"Le due manche sono sempre state un segno distintivo della Superbike e non abbiamo motivo per cambiare la tradizione.  Ma Dorna è aperta a tutto: se un giorno le Case ci chiederanno una gara più lunga, magari con il pit stop, ne parleremo. L'importante è che la Superbike resti uno spettacolo. Sempre più grande".

 


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