Rossi, bastano 3 decimi per rinascere

L'analisi dei tempi di Sepang: dal 'mistero' Lorenzo al passo indietro di Ducati


Le MotoGP sono ritornate a riposare dopo i tre intensi giorni a Sepang. Tutti i dati raccolti stanno venendo passati al vaglio dagli ingegneri delle rispettive Case, impegnati a interpretarli per scoprire cosa migliorare ancora dei propri prototipi. Anche i tifosi, calcolatrice alla mano, in attesa della prima gara cercano di ottenere le maggiori indicazioni possibili dai numeri a loro disposizione. Un’analisi delle prestazioni dei protagonisti della classe regina in Malesia riserva sorprese e conferme e dimostra che i numeri non sempre dicono tutto.

PEDROSA MIGLIORA, LORENZO NO – Il confronto è con i tempo di dodici mesi fa, quando Stoner fu il mattatore indiscusso dei test. Le mille erano ancora all’esordio, o quasi, ma si dimostrarono subito velocissime, soprattutto su un tracciato come quello di Sepang. A un anno di distanza, cronometro e classifica danno ragione a Pedrosa. Dani non solo è stato il più veloce sul giro secco ma è riuscito ad abbassare la sua prestazione di un decimo e mezzo. I progressi fatti dallo spagnolo e dalla sua RC213V nella scorsa stagione sono innegabili e i tempi staccati gli danno ragione.

Jorge LorenzoIl suo avversario principale è Jorge Lorenzo, il campione del mondo è stato vicinissimo soprattutto nei primi due giorni al connazionale eppure, qui la prima sorpresa, non è riuscito a ripetere la sua prestazione dello scorso anno. Il maiorchino è stato 231 millesimi più lento di se stesso, eppure si è dimostrato soddisfatto e ha confermato i miglioramenti della M1. Nel suo caso bisogna andare un po’ più in profondità e basta dare un’occhiata ai cronologici dell’ultimo giorno di test 2012 e 2013 per svelare il mistero. Un anno fa Jorge si era concentrato sulla prestazione, brevi uscite di appena due o tre giri e poi di nuovo nei box. La scorsa settimana ha lavorato sul ritmo, con la ciliegina di un long run di 13 tornate senza salire mai sopra il 2’01” e mezzo, cosa che Dani non ha mai fatto. La prima posizione è di Pedrosa, ma Jorge è un martello sul passo.

ROSSI: SOLO  3 DECIMI PER RINASCERE – Anche nel caso di Valentino Rossi, i numeri devono essere letti con attenzione. Ad affidarsi solo al giro veloce si rischia di non capirne l’ottimismo, perché il Dottore sulla Yamaha è stato meno di 3 decimi più veloce di quanto fatto sulla Ducati. Pochi, si potrebbe pensare, ma quello che è veramente diminuito è il distacco dai primi: se Lorenzo un anno fa era a 6 decimi abbondanti adesso è appena ad uno e anche Pedrosa è due decimi più vicino. Se poi la prestazione con la Desmosedici era stata figlia di un giro ‘a occhi chiusi’, quella con la M1 è senza dubbio più veritiera anche se sul passo non c’è ancora gara con il compagno di squadra.

Andrea DoviziosoDUCATI SEMPRE LONTANA – I numeri non fanno altro che confermare le acque torbide in cui continua a navigare la Casa di Borgo Panigale. Hayden non si è risparmiato e con 180 giri completati in tre giorni è stato il pilota che ha girato di più. Il cronometro però non ha non è mai andato sotto i 2’02”, peggio dell’anno scorso e il distacco dal primo è pressoché identico. Impietoso anche il confronto tra il Dovizioso 2012 (con tanto di spalla operata di fresco) e 2012: un secondo più lento quest’anno. Il responso, purtroppo, è che la D16 non sembra avere fatto alcun passo in avanti nell’intera stagione. Vero che l’obiettivo dei test era raccogliere dati e riprovare tutti il materiale realizzato nel corso dello scorso anno, ma essere così vicini alle CRT non è comunque giustificabile.

TRA SECONDE LINEE E CRT – Con tutti gli occhi puntati sul quartetto di testa, è facile dimenticarsi di quei piloti che giocano da outsider. Fra loro, Crutchlow e Bradl hanno favorevolmente impressionato. L’inglese, già in gran spolvero 12 mesi fa, ha abbassato di quasi 4 decimi la sua migliore prestazione del primo test 2012. Non solo, Cal è passato da un secondo e mezzo ad a poco più di 6 decimi dalla testa, un passo avanti importante. Chi ha fatto ancora meglio è stato Stefan Bradl. Il tedesco ha corso con intelligenza il suo primo anno in MotoGP, senza fare troppi errori e migliorando costantemente. In Honda hanno puntato su di lui prolungandogli il contratto e li ha ripagati limando quasi 9 decimi dalla sua prestazione. Logico un miglioramento del genere, essendo l’anno scorso un debuttante, ma comunque indicativo di quanto Stefan sia cresciuto. E’ andato invece controcorrente Bautista, che ha fatto peggio, anche se di poco, rispetto a un anno fa.

L’ultima curiosità sui due piloti passati dalle MotoGP alle CRT. La Ducati non era certo la migliore fra i prototipi, soprattutto le satelliti ma lo scivolone indietro di Barbera e Abraham è consistente. Lo spagnolo si è difeso con il “primo posto” fra le moto equipaggiate con la nuova Magneti Marelli, il ceco invece ha deluso, c’è chi con la stessa moto ha girato 2 secondi più veloce.

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