BLOG Ducati: in politica è l'anno zero

Troppo indietro per beneficiare dei test di Austin. Colpa del regolamento mal scritto


Alla fine, com'era prevedibile, la Yamaha si è unita alla Honda per i test di Austin, in Texas. Una spesa folle in un momento in cui (sulla carta) la Dorna vorrebbe mantenere bassi i costi. E la Ducati cosa fa? Per il momento (giustamente) tentenna, perché se si prendono accordi seduti attorno ad un tavolo - ridurre i costi appunto - e poi senza un regolamento adeguato ognuno fa come gli pare è finita.

Ma il problema, come sempre, è la colpevole assenza della FIM che lascia alla Dorna il ruolo di guardiano, che non è suo e non deve esserlo. Ecco cosa scrive Alberto Cani nel suo BLOG:

"Alla fine, in barba all’intenzione – sbandierata ai quattro venti – di voler contenere i costi, anche il team ufficiale Yamaha volerà in Texas dal 12 al 14 marzo per provare assieme ai due piloti ufficiali HRC (più Bradl) sul circuito di Austin. Non si può certo dire che Jarvis e company siano coerenti (come del resto non lo è la HRC), ma non riesco a trovare altri motivi per criticare la decisione della Casa dei tre diapason di unirsi ai colleghi. La risposta di Iwata di fronte all’iniziativa della Honda non poteva essere diversa, nonostante una trasferta-lampo di 3 giorni negli States comporti una spesa – secondo quanto riportato dai nostri inviati presenti a Sepang – attorno ai 350.000 Euro. Lasciare sfruttare a Pedrosa e Marquez tre giorni in più di test su un circuito solitamente non utilizzato per le prove invernali e il cui Gran Premio è in calendario il 21 aprile, due settimane soltanto dopo l’apertura del Qatar, avrebbe significato fornire ai rivali dell’Ala un vantaggio significativo(...).

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