Sepang: braccio di ferro Honda-Yamaha

I tempi finali. Lorenzo e Rossi a caccia di Pedrosa, Marquez li osserva da vicino


La MotoGP ha appena concluso i primi tre giorni di prove a Sepang e il verdetto del cronometro indica Dani Pedrosa e la Honda come la coppia da battere. Lo spagnolo ha chiuso ciascuna giornata in testa alla classifica dei tempi chiudendo con un 2’00.100, due decimi più veloce della pole fatta registrare lo scorso anno da Jorge Lorenzo (2'00.334). Alle sue spalle, staccati rispettivamente di 3 e 4 decimi, Jorge Lorenzo e Valentino Rossi, mentre il rookie Marc Marquez, complice anche la sua prima caduta, non è riuscito a tenere il passo del compagno di squadra nella giornata conclusiva, fermandosi a mezzo secondo di distacco. Gli unici altri piloti in grado di contenere il ritardo entro il secondo sono stati Cal Crutchlow (primo su moto satellite a + 0.634) e Stefan Bradl (+ 0.903), mentre continuano le difficoltà per le Ducati, staccate di oltre due secondi.

LA HONDA FA PAURA – Per diversi motivi. Pedrosa è in gran forma, e ha cominciato il 2013 con autorità, quasi sottovoce, lasciando che fosse principalmente il cronometro a parlare per lui. Concentrandosi solo sul setup di base, lo spagnolo ha limato un secondo in tre giorni. Considerando che nei prossimi test riceverà aggiornamenti di elettronica e ciclistica, gli avversari hanno di che preoccuparsi. Che la RC213V sia la moto da battere lo confermano anche le prestazioni di Marc Marquez, che ha superato le già alte aspettative sul suo conto chiudendo in quarta posizione a + 0.536 dal ben più esperto connazionale. Per non farsi mancare nulla, lo spagnolo ha anche assaggiato (senza conseguenze) l'asfalto nel pomeriggio, rallentando la sua rincorsa al vertice. Appena prenderà maggiore confidenza con l'elettronica, c'è da scommettere che battaglierà coi primi.

YAMAHA, LA RIVALITÀ È COMINCIATA – Dopo un inverno passato a rilasciare dichiarazioni al miele, gli ex (?) nemici Jorge Lorenzo e Valentino Rossi hanno ripreso la battaglia (per ora, a distanza) in pista. Il maiorchino, che ha chiuso i tre giorni con un long-run da 11 giri senza però migliorarsi rispetto al mattino, è stato il più veloce tra i due chiudendo in seconda posizione assoluta a tre decimi da Pedrosa, ma Rossi non è lontano. Solo un decimo lo separa dal compagno di squadra, e se l'obiettivo dichiarato dell'italiano era quello di verificare se fosse ancora competitivo, si può dire che sia stato centrato in pieno.

DUCATI, IL CALVARIO CONTINUA – Con una moto sostanzialmente uguale a quella dell'anno scorso, il team di Borgo Panigale non poteva avere grandi aspettative. Ma il pur modesto obiettivo di Nicky Hayden – chiudere a un secondo dal miglior tempo – è rimasto un miraggio. L'americano, il più veloce sulla Desmosedici, ha chiuso in nona posizione a due secondi netti da Pedrosa, più lento anche dell'esordiente Bradley Smith su Yamaha. Con tutto il rispetto per il giovane britannico, questo risultato epitomizza le difficoltà della moto attuale. Immediatamente alle spalle di Hayden, Andrea Dovizioso ha approfittato dei test per acclimatarsi in sella ed ai box (142 giri in totale), ma ora sembra necessario un cambiamento sostanziale del pacchetto, che con ogni probabilità non avverrà entro i test di fine mese sempre in Malesia. Rimandata a Jerez (23-25 marzo).

CRT, ESPARGARÓ VOLA – Che le ART fossero le moto da battere lo si sapeva. Ma la prestazione di Aleix Espargaró è degna di nota. Lo spagnolo ha fatto registrare il 12º tempo a due secondi e mezzo ma davanti a Iannone e oltre un secondo più veloce dei compagni di categoria. Soprende anche l'esordiente Laverty (15º), mentre Petrucci (20º) deve ancora mettere a punto l'elettronica sulla Ioda-Suter. Claudio Corti ha invece chiuso al 23º posto.

I tempi finali:

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