A meno di una settimana dai primi test ufficiali a Sepang, diversi interrogativi avvolgono la MotoGP. Uno su tutti: chi interromperà il duopolio annunciato di Lorenzo e Pedrosa? "The show must go on", cantavano i Queen. Nel caso della MotoGP, più che di continuazione si tratterebbe però di una rinascita dello spettacolo. Sul banco degli imputati per la sua progressiva scomparsa negli ultimi anni sono state spesso chiamate le gomme Bridgestone.
"Troppo perfette" è la critica quasi unanime mossa a degli pneumatici che, nel loro limite estremo, omogeneizzano le strategie negando eventuali colpi di scena durante le gare. E per questa stagione non sembra esserci alcun cambiamento all'orizzonte. Le indiscrezioni parlano solo di pneumatici con struttura ad hoc per evitare il surriscaldamento anomalo su alcuni circuiti (come si era già visto, ad esempio, al Sachsenring lo scorso anno dopo i problemi riscontrati da Rossi e Spies ad Assen) e della possibile introduzione di una mescola a metà tra la media e la dura per ridurre il gap che attualmente le separa in termini di comportamento, ma nulla di sostanziale.
Un interessante paradosso nell'attuale dibattito, evidenziato spesso tra gli addetti ai lavori, è che il problema risiede originariamente nel livello di alcuni piloti. In un campionato dove i limiti tecnici sono più alti che, ad esempio, nella SBK, il numero di piloti in grado di sfruttare pienamente il potenziale della moto si riduce drasticamente.
"Dal punto di vista gomme, per un pilota 'nuovo' il primo approccio è difficoltoso – ha dichiarato Cristian Gabarrini, ex-ingegnere di pista di Casey Stoner, ora supervisore HRC – Per esperienza personale, quando Rea sostituì Stoner inizialmente non credeva al potenziale delle gomme. Chi non le hai mai usate non si immagina di poter forzare così tanto, il limite è soprattutto mentale, invece sono stabilissime anche ai massimi angoli di piega. Jonathan allora parlò con Crutchlow, con il quale aveva corso in Superbike, e Cal gli confermò esattamente questo".
Limitare la tecnologia nel campionato che fa della ricerca e sviluppo uno dei suoi tratti caratteristici è però un compito difficile, come dimostra la costante lotta politica tra Dorna e costruttori.
"Lo spettacolo ne può risentire nel momento in cui hai due piloti di livello superiore e che riescono a sfruttare le gomme al 100% contro il 90% degli altri – ha analizzato Gabarrini – Per il campionato sono sicuro che Dani e Jorge saranno i due favoriti, e spero che Valentino sia sempre sul podio. Viste le sue capacità ed il suo passato, mi meraviglierei se non fosse così. Marc impara molto in fretta, ragiona tanto ed è molto maturo nonostante l'età. Se tutto va come sembra potrebbe lottare per il podio fin dalla prima gara, solo tra 10 giorni ne sapremo di più".
L'unica novità, per così dire, sul fronte gomme è data dall'introduzione di una mescola morbida a disposizione solamente delle CRT. Vista la potenza minore, queste moto non necessitano di uno pneumatico particolarmente duro per evitare problemi di usura.
"Non l'ho ancora provata perché a Valencia non abbiamo girato, ma con Pirro abbiamo corso tutta la scorsa stagione con la morbida, non avendo problemi a livello di durata – ha detto Diego Gubellini, capotecnico di Bryan Staring al team Gresini – Era l'equivalente della dura per la MotoGP, dal momento che la usavano tutti. Anche le MotoGP l'hanno usata in alcuni casi, quindi tanto morbida non era. Quella di quest'anno non sarà una gomma diversa, ma solo uno step più morbido di mescola, simile alla gomma che montano su una MotoGP per i test evento. Mi aspetto di usarla quasi sempre in gara".
Nonostante non si tratti di un cambiamento radicale, la mossa a livello regolamentare potrebbe ridurre il distacco, attualmente sostanzioso, che separa le due categorie.
"L'anno scorso abbiamo usato la dura solo dove era più caldo, ed il 100% delle volte siamo andati più piano che con la morbida – ha detto Gubellini – La mescola dedicata sarà un vantaggio per tutta la categoria CRT, ma sulla riduzione del gap non so cosa aspettarmi. Su alcuni circuiti lo scorso anno eravamo mezzo secondo più veloci con la morbida, se riuscissimo a trovare un altro mezzo secondo le peggiori MotoGP possono essere a portata. Ma quest'anno hanno piloti più forti dello scorso anno, quando si trattava di Abraham e Barbera".
Tutto come prima, insomma, con la speranza che il ritorno di Rossi in Yamaha e l'arrivo di Marquez in Honda possano rimescolare gli attuali valori in campo che vedono Lorenzo e Pedrosa come favoriti indiscussi per il titolo.