Pedrosa e Marquez, fuori i secondi!

Non appena toglieranno il telo dalla RC213V correranno uno contro l'altro


Una notizia, la prima immagine della coppia Pedrosa-Marquez che sarà presentata domani a Madrid. ce l'ha già data: il giovane Marc è già più alto di Dani e si presenta fisicamente molto simile a Casey Stoner. Dettagli, direte voi, ma per la più potente e tecnologicamente agguerrita squadra del motomondiale, la Honda-HRC, orfana del fuoriclasse australiano, mica tanto.

L'assenza del Canguro Mannaro, del resto, pesa, e che Pedrosa, al suo settimo anno di militanza nel team giapponese possa vincere il mondiale oramai crede solo lui. Con tre secondi posti all'attivo (2007, 2010, 2012), infatti, il piccolo spagnolo è sulle orme di quei grandi campioni che hanno fatto la storia della classe regina senza mai esserne però diventati re. Ha raggiunto Max Biaggi e se dovesse ripetersi una volta ancora sul secondo gradino del podio affiancherebbe Randy Mamola, altro illustrissimo perdente.

Per carità, non c'è nulla di male in assoluto a far parte di questa eletta schiera, ma Shuhei Nakamoto che ha fatto spendere all'HRC cifre blu per sviluppare la RC213V con il cambio più costoso della storia del motociclismo, il seamless da 600.000 Euro l'uno, vuole di più: vuole il titolo.

Lo vuole così tanto da sperare che Stoner ci ripensi e accetti l'assegno in bianco che la Honda Racing Corporation tiene lì in cassaforte per lui.

L'alternativa, al pilota che comunque nel 2012 ha vinto 7 Gran Premi in MotoGP, più di chiunque altro, è quel ragnetto di Marc Marquez. Su di lui si appuntano tutte le speranze della Honda che cerca anche, sempre più disperatamente, un testimonial carismatico che possa attrarre i grandi investitori.

Casey Stoner non lo era, però vinceva. Dani Pedrosa, pur vincendo molto (ma non abbastanza), non lo è mai stato, al pari di Jorge Lorenzo, un altro dei grandi di questa epoca che non riesce a sfondare come personaggio. Una cosa dimostrata dal fatto che la Yamaha è stata costretta ad ingaggiare Valentino Rossi per avere maggiore visibilità, nonostante il titolo recentemnte conquistato.

Le qualità per riuscire in questa impresa non meno difficile di quella di vincere un titolo mondiale in MotoGP, Marquez le ha tutte: è aggressivo in pista (anche troppo), ha vinto molto nella sua marcia di avvicinamento, ha una guida un po' funambolica che se riuscirà a mantenere con le strapotenti 1000 farà di lui un idolo delle folle.

Certo, l'uomo dell'HRC, sotto questo punto di vista, era e sarebbe stato Marco Simoncelli, ma ormai il simpatico spilungone di Coriano vive solo nella nostra memoria e nella fondazione che porta il suo nome. Aspettavamo da dieci anni un pilota così: veloce, un po' folle, guascone, e chissà quando ne arriverà un altro.

Già perché non basta vincere, non solo oggi, ma anche ieri: il titolo di Marco Lucchinelli nel 1981 per la Suzuki fece più scalpore di quello successivo con Franco Uncini. E solo perché lo spezzino passò alla Honda non riuscì a sfruttarlo. Marc però sembra possedere le qualità e siamo pronti a scommettere che non considererà il 2013 un anno per fare esperienza.

La coppia Pedrosa-Marquez sarà egualmente difficile da gestire di quella Lorenzo-Rossi per la Yamaha. Non ci sono dubbi.


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