Ciabatti: troppa pressione con Rossi

"Tanto materiale del 2012 non è stato provato correttamente. Ripartiremo da lì"


Non c'è solo Bernhard Gobmeier nella lista dei nomi nuovi nell'organigramma Ducati. Paolo Ciabatti, ex-responsabile del progetto SBK di Borgo Panigale e fino allo scorso anno direttore del campionato delle derivate di serie alla Infront, è tornato a far parte dell'azienda emiliana per rilanciare il programma MotoGP. Come anticipato da Gobmeier, la GP13 non sarà una moto rivoluzionaria. Ma quali sono le ragioni per ripartire da una moto sostanzialmente identica a quella del 2012, anno così paupero di risultati?

"Lo scorso anno è stato prodotto tantissimo materiale che non è stato possibile provare in modo corretto – è il punto di vista di Ciabatti Si tratta di soluzioni già preparate, che credo valga la pena di riprovare con maggiore calma. Pirro questo fine settimana sarà a Jerez con il test team. L'idea è di avere un pilota in attività che serva da 'performance tester' in grado di girare su tempi vicini a quelli che fanno i piloti in gara, e  lo faremo correre da wild-card per non fargli perdere l'attitudine alle gare".

Alcuni potrebbero vedere in questo approccio una sfiducia nelle doti di Rossi come 'collaudatore', ma secondo Ciabatti "non si tratta di non fidarsi del feedback di Rossi. La pressione e la mancanza di risultati hanno creato un circolo vizioso in cui non c'era la serenità per provare a pieno il materiale che era stato preparato. Crediamo semplicemente che ci sia un potenziale, e non l'abbiamo provato fino in fondo lo scorso anno".

Un potenziale che rimane elusivo, dal momento che "tra i quattro piloti Ducati, due non hanno ancora potuto provare la moto. Dovizioso ha girato poco a Valencia, in condizioni tutt'altro che ideali. Spies era rimasto a casa a causa di un incidente quindi per lui è completamente sconosciuta. Iannone deve adattarsi alla MotoGP, soprattutto per quanto riguarda le gomme Bridgestone ed i freni in carbonio. Ha girato in modo promettente a Jerez, ma anche lì le condizioni non erano perfette. Hayden è l'unico che la conosce bene".

Il tempo, tuttavia, stringe. Se il meteo dovesse rivelarsi altrettanto bizzoso nei test a venire, Ducati rischia di trovarsi all'esordio in campionato con una moto ancora in via di definizione.

"Ripartiremo con la base dell'ultima moto 2012. Abbiamo delle soluzioni da provare già nei test di Sepang. Poi Gobmeier sta discutendo alcune idee con gli ingegneri, ma queste saranno pronte in una seconda fase. Non posso essere troppo specifico. La moto è un'evoluzione di quella del 2012, ma già in Malesia speriamo di trovare indicazioni per procedere nella direzione giusta, anche se Dovizioso e Hayden faranno un lavoro diverso. Andrea prima deve prendere maggiore conoscenza con la moto, ma se le condizioni saranno favorevoli proverà anche lui le nuove soluzioni".

Insomma navigare a vista, con metodo e senza foga, in attesa di ritrovare la bussola.

"Se le novità ci daranno i risultati sperati, diventeranno la base per la moto ai test definitivi di Jerez e ad inizio campionato. Ci sono diverse soluzioni di telaio che verranno provate quanto a rigidezza e geometrie. Ci aspettiamo di capire la direzione in cui lavorare il prima possibile e muovere lo sviluppo per ridurre progressivamente il gap con il podio. Non abbiamo la pressione di vincere quest'anno perché partiamo da una situazione non particolarmente felice".

Da ex-frequentatore della SBK, Ciabatti ha anche avuto modo di commentare le dichiarazioni di questa mattina di Carmelo Ezpeleta, CEO della Dorna, che da quest'anno gestisce anche il campionato delle derivate di serie.

"L'attenzione su rendere i campionati motociclistici più compatibili con le risorse economiche a disposizione è una necessità. La SBK non ha gli stessi introiti della MotoGP e deve tarare la propria sostenibilità senza contare su un contributo da parte del promoter che sia oltre una certa cifra. Anche avere un tetto ai costi è un'idea interessante. Su come sia applicabile non mi è totalmente chiaro, perché in SBK ci sono team come Pedercini che comprano moto e motori e se li preparano in casa. Non un pacchetto, ma quello che gli serve per fare una stagione. Come 250mila euro possano essere controllati va definito meglio. Ezpeleta vuole che un team interessato a correre in SBK possa andare da Ducati, BMW o chi per loro e comprare quel pacchetto al prezzo stabilito. A lui come promoter non interessano i costi sostenuti dalle Case, ma che i singoli team possano sopravvivere con un costo che è compatibile con le risorse a disposizione sul mercato delle sponsorizzazioni. È chiaro che un altro aspetto importante è il costo della logistica, assistenza dei tecnici di fornitori di alcune componenti come le sospensioni, trasporti. Ma Dorna ha tutta l'esperienza per affrontare queste situazioni collaterali. I campionati sono simili, in SBK ci sono solo meno soldi".

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