Dovi: sostituire Rossi? Nessun problema

"Con Ducati progetto a lungo termine, nessuno ha la bacchetta magica"


Il grande giorno è arrivato, Andrea Dovizioso ha fatto ufficialmente il suo ingresso in Ducati incontrando la stampa a Wrooom. Felpa e cappellino rossi, con un po’ di bianco in più rispetto allo scorso anno, e un sorriso stampato sul volto. “E’ un onore essere qui, in un evento organizzato così in grande – le sue prime parole – E’ ancora tutto da scoprire per me. Sono molto curioso di passare del tempo con tutti gli uomini della Ducati”. Il Dovi ha preso le redini della squadra fina dalla primo momento, rimanendo fedele al suo stile: pochi proclami ad effetto e molta concretezza.

D16, BELVA ADDOMESTICATA - Iniziamo dalla Desmosedici, qual è stata la tua prima impressione alla guida?

Purtroppo ho fatto solo pochi giri e non posso dire molto, ho girato solo un’ora e mezza a fine giornata a Valencia in condizioni particolari, ma le prime sensazioni sono state positive. Mi aspettavo una moto ingestibile, da come era stata raccontata, invece il primo approccio è stato diverso. Bisognerà poi vedere il suo comportamento quando i tempo si abbasseranno. Purtroppo a Jerez a causa di un problema al collo non ho potuto provare, sarebbero stati due giorni utili. Ho fatto una risonanza magnetica dopo la gara di beneficenza per Simoncelli a Latina. Ho una microernia alla C5 e alla C6 ne collo. Avevo già avuto qualche problemino durante il Rally di Monza, ma in auto si guida diversamente. Quando sono arrivato a Jerez mi sentivo a posto. Alla prima staccata, in fondo al rettilineo principale, mi sono bloccato e non c'è stato modo di migliorare: anche con i farmaci non c'era modo di stare in moto, perché la nostra posizione di guida è innaturale, mentre per esempio guidando il motard va tutto bene perché si sta dritti. Adesso avremo 6 giorni in Malesia e ci sarà tempo per capire di più della Ducati”.

Qual è la cosa che ti ha colpito di più?

Il motore, anche il suo rumore è del tutto particolare e ti fa quasi un po’ paura. A detta dei piloti poi sembrava essere ingestibile, ma non è così. L’erogazione è più dolce di quanto sembri, quindi è un punto positivo. Per adesso non posso entrare più nel dettaglio, ma in Malesia potrò capire molto di più”.

PIEDI PER TERRA, NESSUNO HA LA BACCHETTA MAGICA - Quali sono i tuoi obiettivi?

Tutti sappiamo qual è la situazione attuale e io sono molto determinato a lavorare. In questo momento ci troviamo a dovere diminuire il gap dagli avversari e ne siamo consapevoli. Ho scelto questa sfida, perché credo ci siano tutti i presupposti per fare bene. Secondo me è un progetto a lungo termine, non bisogna pensare di avere subito i risultati nelle prime tre o quattro gare, dobbiamo incominciare a lavorare e in gara si capiscono sempre più cose, confrontandosi con gli avversari. Sono determinato e con i piedi per terra”.

Ma quali saranno i tempi di questa sfida?

Il mio progetto è di due anni e spero che basteranno. Il primo sarà particolare e non dobbiamo avere obbiettivi per quanto riguarda i risultati, dobbiamo prima capire e non sarà facile. Ci sono pochi test e portare avanti lo sviluppo nel weekend di gara è positivo per capire i dettagli, ma il tempo è minimo. Prima di pensare a risultati importanti dobbiamo iniziare a migliorare e scoprire quanto. Il livello è altissimo e giocarsi il campionato non è facile”.

I test in Malesia sembrano essere importantissimi.

So che mi ci vorrà un po’ di tempo per prendere confidenza con la moto, come mi è sempre successo quando ho cambiato. I primi tre giorni in Malesia saranno importantissimi sotto questo aspetto, serve un po’ di tempo ad adattarsi a una moto con filosofia molto diversa. Inoltre cominceremo a lavorare anche sulla posizione in moto, per poi concentrarsi sullo sviluppo”.

Adesso sei in un team ufficiale, quello che chiedevi per puntare a giocarti il campionato.

Io e Ducati siamo in una situazione simile. C’è bisogno di un team ufficiale per puntare al titolo e se lavoreremo bene ci sarà la possibilità di farlo. Gli avversari sono fortissimi, ma io ci credo ragionando a lungo termine. Non esiste la bacchetta magica, non ce l’hanno né i piloti né i tecnici”.

ROSSI: SOSTITUIRLO NON E' UN PROBLEMA - Che effetto fa sostituire Rossi?

Prendere il posto di Valentino è particolare, ma in questi due anni con Ducati non ha fatto benissimo quindi non è un’eredità così pesante come poteva essere in passato. Non è sinceramente un punto su cui ho riflettuto nel prendere la mia decisione”.

Come ti hanno convinto a venire in Ducati?

I primi incontri li ho avuti con Filippo Preziosi e mi ha conquistato perché mi hanno fatto capire i programmi futuri e perché alle spalle ci sono un budget e una tecnologia che permettono di fare bene, poi dipenderà da noi prendere la direzione giusta”.

Però Preziosi adesso non è più a capo del progetto.

Anche se Preziosi non è più direttamente coinvolto , la mentalità non cambia e mi è piaciuto parlargli perché mi ha illustrato la filosofia dell’azienda. Gobmeier l’ho già conosciuto e ho avuto un buon primo approccio, mi sembra molto determinato e tranquillo per trovare un metodo di lavoro”.

GP13: APERTO A TUTTO - Come sarà la moto con cui inizierete il nuovo campionato?

La stagione inizierà con lo stesso materiale dello scorso anno ed è inevitabile. Quando fai dei cambiamenti c’è bisogno di tempo, Ducati ha continuato a lavorare su alcuni aspetti già decisi ma lo sviluppo vero e proprio inizierà dai test in Malesia. E’ un piccolo lato negativo, ma non è possibile fare diversamente”.

E poi come proseguirete?

Dobbiamo essere aperti a 360°, su ogni aspetto. Il problema tempo c’è per realizzare del nuovo materiale, ma faremo di tutto se ci saranno cambiamenti importanti da fare. Io voglio vedere positivamente i due anni che Ducati ha passato con Valentino, quando le cose non funzionano se si affrontano i problemi con intelligenza si è nella posizione migliore per progredire”.

Con Rossi c’è stato un grande impegno anche dal punto di vista della realizzazione di nuovo materiale, pensi si continuerà su questa strada?

Spero che venga fatto meno materiale e con migliore qualità. Provare troppe parti è quasi sempre controproducente, lo devi fare nel weekend e non sempre trovi le migliori condizioni. L’approccio in questi due sarà diverso da quelli con Valentino, per molti motivi, siamo in una situazione diversa”.

Portare avanti lo sviluppo nei GP non è controproducente.

E’ inevitabile fare sviluppo durante i GP, perché non ci sono abbastanza test. Non è il metodo per avere i migliori risultati in gara, ma ne siamo consapevoli. Se all’inizio non faremo grossi risultati non sarà un problema”.

MIGLIORARE, NON COPIARE - Il fatto di abitare a pochi chilometri dall’azienda però potrebbe essere un aspetto positivo?

E’ una situazione inedita e positiva, lavorare nel weekend è fondamentale ma avere la possibilità riprendere il discorso con le stesse persone e anche con gli ingegneri a casa è un miglioramento enorme. Gobmeier ha l’intenzione di incontrarci frequentemente”.

Cosa deve fare la Ducati per migliorare, diventare più simile a Honda e Yamaha?

Non bisogna cercare di copiare nessuna moto, perché non riusciresti comunque a fare meglio e poi ogni moto ha una sua filosofia. Bisogna studiare gli avversari, ma non copiarli. Prima di cambiare alcuni aspetti, bisogna prima capirli e la Malesia sarà molto importante sotto questo aspetto”.

Ritorneresti al motore portante?

Tecnicamente sono aperto a tutto”.

Come ti trovi con Hayden?

Nicky sempre stato un pilota corretto e tranquillo e sono contento di averlo come compagno di squadra. Io ho un carattere tranquillo e se c’è la voglia di lavorare insieme sono il primo ad essere aperto su questo aspetto”.

Senza Stoner in pista cosa cambierà?

Cambierà tanto senza Casey, come tifoso vedere guidarlo è uno spettacolo e mi mancherà. Poi sarà meglio per tutti, perché uno come lui è difficile da battere. Penso che Casey abbia cambiato sia l’approccio alle prove e anche le traiettorie usate in pista. Non si copia un pilota ma lo si studia e lui è stato uno dei punti di riferimento in questo senso. Nessuno prima di lui riusciva a girare forte già nei primi due o tre giri, adesso lo stiamo facendo tutti. Ha reso gli altri consapevoli che si può fare”.

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