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Viaggi: 700 Ore in India con una Royal Enfield – Seconda parte

La seconda parte dell’incredibile viaggio in India di Giuseppe Santucci, racconta in esclusiva a OmniMoto.it

Moto - News: Viaggi: 700 Ore in India con una Royal Enfield – Seconda parte

Il Viaggio in India in solitaria che Giuseppe Santucci, professore di un ateneo romano, ha fatto nel 2012 in sella a una Royal Enfield 500, e diventato oggetto di un libro dovrebbe essere ormai noto ai nostril lettori più fedeli. Vi abbiamo già mostrato, infatti, le tappe e la descrizione fotografica della prima metà dell’itinerario che ha portato Santucci a percorrere 3.050 km in undici tappe nello scorso dicembre 2012. Proprio oggi, quindi, a un anno esatto dal viaggio riprendiamo il racconto di Giuseppe esattamente dove l’avevamo interrotto a Jaipur.

TAPPA 6 - UN LAGO MAGICO
28 dicembre 2012 - Jaipur - Pushkar 143 km 3,5 h

Un giorno di riposo a Jaipur, gironzolando per il bazar e facendo saldare il portapacchi della moto che si era dissaldato su un dissuasore a tre bande (in India i dissuasori non dissuadono… uccidono). Partenza alle prime luci dell’alba. Una giornata luminosa, limpida. La strada è nettamente migliore, a volte si toccano i 90-100 km/h. Poco traffico. Passata Ajmer ci si arrampica per i pochi chilometri che mancano per il lago di Pushkar, uno dei luoghi più sacri per i musulmani che convivono pacificamente con i templi e riti hindū. Finalmente una tappa breve. La leggenda vuole che Brahma, il dio hindū della creazione, abbia involontariamente generato il lago, bellissimo, facendosi cadere di mano un fiore di loto, da cui il nome della città Pushkar, " fiore di loto ". La città, la leggenda, le persone, il lago sono in grado di stregare qualunque visitatore europeo. Anche se anestetizzato dalle vibrazioni di una Bullet 500 Machismo.

TAPPA 7 - LA CITTÀ BLU
29 dicembre 2012 - Pushkar- Jodphur - 310 km – 5,5 ore

Si riparte presto, la strada continua a essere buona, si viaggia veloci, verso il deserto. Anche l’asfalto è giallo. Il paesaggio cambia bruscamente, tutto diventa brillante ma, se si solleva la visiera del casco, entra aria fredda. Mucche ovunque. Padrone della strada. Finalmente una sagoma si staglia lontana. Il forte di Jodhpur. La possenza della struttura, costruita su una base di centoventi metri di roccia, toglie il fiato. Accanto alle armi, stanze con tappeti sontuosi, letti con il baldacchino, soffitti blu cobalto, lussuose altalene, giocattoli regali. Le mille e una notte. Sotto, la città vecchia, a volte incorniciata dai bastioni, a volte visibile in tutta la sua affascinante bellezza. Una città del deserto dipinta di blu. Passo qui la sera del 31 con il cenone di capodanno a base di anacardi, pistacchi, mandorle, biscotti speziati e un ananas. E un sigaro Montecristo. Un cenone solitario. No. Con una bottiglia di champagne, un Veuve Clicquot. E fa la differenza.

TAPPA 8 - UN CITTADELLA FORTIFICATA
1 gennaio 2013 - Jodphur - Jaisalmer - 275 km - 5 ore

La partenza è all’alba, la strada peggiora leggermente, ma si continua a viaggiare "veloci". Diventa sempre tutto più piatto. E più giallo. Ai bordi della strada, cammelli. Finalmente si vede qualcosa, un profilo scuro all’orizzonte. Il forte di Jaisalmer, ancora abitato! Una città vecchia racchiusa da mura. Si cammina tra le case degli abitanti, scansando le mucche. Sotto, la parte non fortificata, una serie di case basse, gialle. Sembra di essere in Marocco. Un indiano si interessa alla moto, al viaggio. Dice che vorrebbe comprarsi una Bullet 350, che il suo sogno è quello di viaggiare in moto, sta mettendo i soldi da parte. Si appassiona al racconto del viaggio, chiede dell’Himalaya, del freddo, vuole sapere di Haridwar. Lo saluto augurandogli di riuscire a realizzare il suo desiderio. Poi, una sosta in albergo, occorre pianificare bene le ultime tappe, il tempo stringe Delhi è ancora lontana.

TAPPA 9 - AI CONFINI DEL DESERTO DEL THAR
3 gennaio 2013 - Jaisalmer - Bikaner - 340 km - 7ore

Di nuovo in viaggio la mattina presto. Fa freddo e l'aria è limpida in modo innaturale. Poi l’asfalto cambia colore. Compaiono sfumature di rosa che dureranno per tutta la tappa. Cominciano ad apparire le prime dune di sabbia. Bikaner si trova sul bordo del grande deserto di Thar, a nord del Rajasthan, ed era una tappa delle carovane che si spostavano sull’antica "via della seta". Una sosta di tre giorni in uno strano albergo, una suite da quasi 40 euro a notte, arredata con oggetti di famiglia, quadri, foto, mobili intarsiati. Strani signori con turbante e baffi si affacciano da vecchie foto in bianco e nero. Una visita al forte Rosa. Un museo, con armi e strumenti di tortura di ogni genere. Tavolette di legno piene di lunghi chiodi o di punte affilate. Spade, pugnali, asce, mazze a tre punte evocano i feroci combattimenti di quei tempi.

TAPPA 10 - LA CITTÀ ROSA
6 gennaio 2013 - Bikaner - Jaipur 340 km - 6.5 ore

La tappa porta a Jaipur, questa volta venendo da nord, lungo la statale 11. La strada è bella, si viaggia veloci. Il secondo passaggio a Jaipur permette di vedere quello che era sfuggito la prima volta. Il Jantar Mantar, un osservatorio astronomico del diciottesimo secolo! Con strumenti di pietra per puntare e misurare la posizione di stelle e pianeti a occhio nudo. E poi la casa delle donne, il palazzo dei venti, l’Hawa Mahal. Una grande facciata in arenaria rosa, una prigione dorata da cui le donne dell’harem potevano spiare attraverso mille buchi o piccole finestre, non viste, la vita della città. Da una di queste finestrelle si vede una donna, vestita in modo splendido, che lavora in un cantiere, trasportando sassi sulla testa, in un’ampia ciotola di metallo. E poi un'ultima gita nel bazar, a comprare regali. E aquiloni di carta colorata.

TAPPA 11 - L'ULTIMO PASSO

9 gennaio 2013 - Jaipur - Delhi - 279 km - 5.5 ore

Il cielo è molto limpido, ma fa un freddo terribile. Durante la notte la temperatura è crollata all’improvviso. Si viaggia a lungo sotto lo zero. Le mani fanno male (unico errore dell’attrezzatura: i guanti troppo leggeri) e si è costretti a scaldarle sul motore. A Delhi, la moto viene riconsegnata al negozio, cogliendo un cenno di apprezzamento del proprietario per i 3050 Km percorsi. La sensazione di essere di nuovo a piedi è molto spiacevole. Un'ultima passeggiata per le strade di Delhi, poca voglia di tornare, una cena veloce a base di dolci. Oramai è buio, fa freddo. Molto freddo. Le strade sono piene di fuochi improvvisati, bruciano di tutto. Un taxi e poi sull'aereo che decolla alle due di notte. Il tutto è già un ricordo. Ma un ricordo indelebile.

Ringraziamo ancora una volta Giuseppe Santucci per aver condiviso con noi la sua incredibile esperienza e ricordiamo, a chi volesse leggere il suo libro, che è disponibile anche in versione elettronica su Amazon.it


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