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Codice della Strada: in arrivo grosse novità

Investimenti per i mezzi pubblici. Si attende qualcosa sull’Omicidio Stradale

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Arriva una riforma per il Codice della Strada. La conferma più recente l’ha data il Sottosegretario ai Trasporti Erasmo D'Angelis: "Abbiamo chiuso il 2012 con 3.651 morti e 200.000 feriti, anche gravi. Drammatici gli ultimi 10 anni: 62.000 morti, come se fosse scomparsa una città come Siena o Verona, e 4 milioni di feriti, una città come Roma". Un quadro decisamente preoccupante: l’obiettivo del Governo, dice D’Angelis, è un Codice della Strada più snello e leggibile. "Abbiamo l'obbligo di aumentare la sicurezza stradale in una Paese tra i più indisciplinati del mondo e con più vittime". Il sottosegretario ricorda che l’iter per la riforma del nuovo Codice della Strada è stato avviato: "Ma prima, arriverà un decreto ministeriale che chiarirà molti aspetti e soprattutto potenzierà l'offerta di ciclabilità, settore importante e in crescita: negli ultimi due anni, dopo 50 anni, l'acquisto delle biciclette ha superato l'acquisto delle automobili, segnale che gli italiani sono più avanti della politica".

INVESTIMENTI PER I MEZZI PUBBLICI

Stando a ciò che dice D’Angelis, la riforma del Codice tenderà "ad aumentare la responsabilizzazione degli utenti della strada e a ribaltare anche la mobilità nelle città, a oggi essenzialmente centrata sull'automobile. Con questa legge di stabilità stiamo migliorando anche tutto il settore del trasporto pubblico urbano che ormai dal 2010 non ha più risorse per il rinnovo dei mezzi. Lo Stato - sottolinea D'Angelis - riprende ad impegnarsi finanziariamente con un investimento di 500 milioni per il rinnovo degli autobus: ne abbiamo 51.400 circolanti e circa la metà fuori norma europea, con un'età media di 12 anni rispetto ai 7 della media Ue". Gli italiani, chiude il Sottosegretario, "devono poter salire su autobus moderni e avere reti di metropolitane adeguate. Anche sulla cosiddetta 'cura del ferro' - conclude - nel Piano Città 2 ci saranno risorse per le metropolitane per le città più importanti. Stiamo correndo sia dal punto di vista infrastrutturale sia dal punto di vista delle norme tutelando gli utenti più deboli della strada, pedoni e ciclisti".

E L’OMICIDIO STRADALE?
Oggi, nel caso di sinistro mortale o con gravi lesioni fisiche provocato da un guidatore in pesante stato d'ebbrezza o sotto l'effetto di stupefacenti, scatta il reato di omicidio colposo (dovuto cioè a imperizia, negligenza o imprudenza): così il Codice Penale. In questo modo, la reclusione va da tre anni (la scelta più frequente dai giudici) a teorici 10 anni (ma questa pena massima non viene mai applicata, e resta sulla carta). E la patente viene revocata temporaneamente. Da tre anni, si parla del possibile nuovo reato di omicidio stradale: si configura se il conducente aveva un tasso alcolemico oltre 1,5 grammi era sotto effetto di droghe. Così, la reclusione andrebbe da 8 a 18 anni; inoltre, la patente verrebbe revocata per tutta la vita.
L'obiettivo è assimilare quanto più possibile il reato di omicidio stradale a quello doloso (ossia volontario), in quanto il guidatore sa di avere elevate probabilità di causare incidenti mortali, ponendosi al volante in stato alterato. In alternativa all’omicidio stradale (se cioè questo non dovesse essere approvato), resta in piedi una seconda possibilità, anche se molto più morbida: un periodo lunghissimo di sospensione della patente, molto più esteso rispetto a quello attuale. Ma, va da sé, la vera rivoluzione verrebbe data solo dall’omicidio stradale.

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