C’è un tema della Rca che interessa molto da vicino chi va in moto: il danno biologico. Ossia, per sintetizzare brutalmente, il risarcimento in caso di incidente con gravi lesioni fisiche: un evento, è inutile nasconderlo, che riguarda sovente i centauri, utenti deboli della strada, così esposti a ogni sorta di rischio. Anche a causa di "infrastrutture carenti", che è poi la definizione politicamente corretta di "strade piene di voragini". A tale proposito le Associazioni delle Vittime della Strada hanno portato la voce dei grandi invalidi in audizione davanti alla quarta commissione Finanze.
DIMEZZAMENTO?
Il guaio è che - secondo indiscrezioni - il Ministero dello Sviluppo Economico, dietro la legittima pressione dell’Ania (la Confindustria delle Assicurazioni), intende spingere a favore del dimezzamento del risarcimento alle vittime di incidenti che riportano gravi lesioni. Con la scusa di uniformare gli indennizzi a livello nazionale. Non parliamo del piccolo tamponamento, ma di un sinistro con perdita di un braccio, per esempio. Ecco un caso qualsiasi: un 70enne con il 70% di invalidità permanente; un valore medio di 580.000 euro per le tabelle del Tribunale di Milano, e di 380.000 euro con le nuove tabelle che il ministero intende introdurre. Un giovane di 35 anni che subisce un danno biologico del 50% (perdita totale dell’avambraccio o totale di una mano) è oggi risarcito, come previsto dalle tabelle milanesi, con un ammontare che va da un minino di 384 euro fino ad un massimo di 480.000 euro (compresa la personalizzazione). Con le nuove tabelle, il risarcimento sarebbe 222.000 euro.